L'Episcopio (da Ovest)
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Festa della Repubblica 2 giugno 2020

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L'episcopio ...

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Il nucleo originario dell'attuale Palazzo Episcopale è stato edificato probabilmente nel XIII secolo con funzione difensiva. Il palazzo, con le due possenti torri, aderisce fortemente allo sperone calcareo su cui è fondato, sulla cima del centro storico; la sua forma planimetrica, quasi una "C" aperta verso est, ha subito nel corso dei secoli numerose ristrutturazioni ...(1)

La facciata dell'Episcopio
La facciata dell'Episcopio

... il suo (ex) giardino ...

L'Episcopio di S.Andrea di Conza, divenuto residenza abituale estiva degli Arcivescovi di Conza, fu oggetto di continui restauri e numerosi modifiche ed abbellito con opere di pregio artistico, come il giardino pensile e la monumentale cascata.
Oggi di tale giardino rimane solo .... il ricordo dei più anziani.
Attualmente l'Episcopio ospita la sede comunale.

L'Episcopio e i suoi teatri
L'Episcopio e i suoi teatri

... e la "cascata"(1)

"Nel giardino pensile dell'Episcopio un ruolo fondamentale è stato mantenuto dalla bellissima fontana monumentale del XVIII sec. di notevole valore artistico.
La fontana tutta in pietra calcarea locale è composta da tre cascate gradonate che facevano confluire l'acqua in una vasca quadrata inferiore con al centro un grande piatto, anch'esso in pietra ed è circondata da una balaustra.
L'acqua abbondante che attraversa(va)(2) le tre cascate proveniva dal mulino La fonte e proseguiva fino ad alimentare altri cinque mulini, a poca distanza uno dall'altro, situati nel centro abitato.
Sovrastante la cascata centrale vi è situato lo stemma vescovile.
Questo bene artistico e storico è stato notevolmente danneggiato dal sisma ed è attualmente in corso di restauro a cura della Soprintendenza competente(3)
Sin dall'origine ogni lato della vasca inferiore è costituito da quattro campiture di colonnine ad eccezione del fronte della fontana che ha una campitura a destra e a sinistra con all'interno due colonnine.
In totale la balaustra, in pietra, era formata da quaranta colonnine e quindici pilastri di cui quattro d'angolo ed è composta da una base continua lungo tutto il perimetro avente uno scalone rettangolare con un lato lavorato a cornice e gli altri semplicemente squadrati.
Il restauro(3) prevede il rimontaggio della balaustra con il ripristino dei pezzi frantumati o scheggiati e l'integrazione di quelli mancanti da realizzarsi in pietra del posto sul modello degli elementi originari.
Per ripristinare l'originale funzione di invaso d'acqua della vasca si prevede la rimozione dell'attuale pavimentazione in pietra in forme (acciottolato e la posa in opera di lastre squadrate e scalpellate).
Il restauro è possibile(3) anche grazie alla forte tradizione artigianale di S. Andrea ancora operante ed apprezzata sul territorio specie per la lavorazione della pietra, oltre che per il ferro battuto."


(1) Da: "S. ANDREA DI CONZA fatti, immagini e documenti di ieri e di oggi", di Gabriele Giorgio (numero monografico di Civiltà Altirpina, supplemento al fasc. 1, Gen-Giu 1993).

(2) NdR

(3) Il restauro è stato finalmente ultimato.

La cascata dell'Episcopio
La "cascata" dell'Episcopio


Il convento ...

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... dei Francescani Riformati

Il Convento di S. Maria della Consolazione dei Francescani Riformati fa parte, insieme al Seminario ed all'Episcopio, del complesso monumentale situato a monte del paese ed anch'esso ha avuto un ruolo molto importante nella storia e nella vita del paese.
La sua fondazione fu stabilita il 25 novembre 1607 e la sua costruzione si è protratta per diversi anni, come dettagliatamente riporta il volume di Pomeo Russoniello ad esso dedicato(1).

"[...]Dall'analisi dello stato di fatto e dalla consultazione di foto e documenti antichi si può fare una descrizione del complesso conventuale.
Il Convento dei Frati Minori con le sue rendite occupava buona parte della zona a monte di S. Andrea. Si affacciava su una spianata erbosa, a mo' di terrazza, e vi si accedeva tramite due sentieri gradonati.
Al piano terra c'erano la cucina con i depositi, al primo piano c'era il dormitorio dei frati.
Il tutto era completato da una Chiesa, da un chiostro, da un orticello retrostante la sacrestia e da un boschetto riservato ai frati per fare la legna.
Sotto il pronao della Chiesa c'era il cosiddetto "Calvario", cioè un insieme di 5 croci lignee che ricordavano la Crocifissione di Gesù che poi è stato trasferito alla periferia del paese dove tuttora si trova.
Soprastante il pronao c'era la "Cantoria" con un bellissimo organo andato perduto a cui si accedeva tramite una scala di legno posta all'interno della Chiesa.
La Chiesa, dedicata a S. Maria della Consolazione, aveva una sola navata con sei cappelle munite di altari ed alle spalle dell'altare principale, sollevato e separato da una balaustra, vi era un coro ligneo portato, successivamente, alla Chiesa del Purgatorio [...]
(2).

Ha ospitato i Frati Riformati (Minori della più stretta Osservanza) fino all'arrivo dei ... "liberatori" Piemontesi, che dopo l'Unità d'Italia vollero che i Conventi e tutti i loro beni fossero incamerati dal Demanio dello Stato. Nel 1879 il Demanio lo vendette a privati e ne decretò la fine.
Significativo l'episodio riportato da Donato Cassese nella sua pubblicazione sul nostro paese(3):
"[...] A S. Andrea, due anni prima di Alfonso dei Liguori, era venuto per conferire con l'Arcivescovo, Mons. Claudio Albini, Vescovo di Lacedonia, accompagnato dal suo servitore Gerardo Maiella, nato a Muro Lucano il 6 aprile 1726. Egli era già conosciuto, oltre che per la sua bontà, per l'episodio della chiave nel pozzo della Curia di Lacedonia, che da allora prese il nome di Pozzo Gerardiello.
Mons. Albini fu colpito da una gravissima malattia mentre si trovava a S. Andrea e morì il 25 luglio (non giugno come è erroneamente riportato in tutti i testi) del 1744 e fu sepolto nella Chiesa del Convento dei Padri Francescani Riformati.
Il futuro Santo rimase accanto al suo vescovo per tutto il tempo e fu l'unico che lo pianse sinceramente. [...]"

Ormai non restano che pochi ruderi: gli effetti degli elementi naturali e l'incuria degli uomini ne hanno determinato un penoso degrado. Negli anni successivi al terremoto del 1980 è stato oggetto di rinnovata attenzione ed è stato acquisito al patrimonio comunale, poi è stato sottoposto ad un parziale recupero ma gli interventi realizzati sembra abbiano provocato danni ancora maggiori!

Così conclude il suo volume Pompeo Russoniello:
"Quei ruderi rivivranno? Abbiamo visto che il Comune (allora detto Università) fu magna pars nella costruzione della Casa religiosa francescana, concepita col rogito del 1607. Abbiamo anche costatato che quando il Convento <<soffrì>> per la politica del momento, al tempo dell'Unità d'Italia, il Comune fu inesorabile. Ci sarà il Comune della pulizia e della conservazione almeno di ciò che avanza?
Diversamente le generazioni future, davanti alle pietre cadenti (e cadute) del Convento, già preda anche di rovinosi arbusti, che con gli anni finiranno di coprire tutta la Casa Francescana, potranno dire con Cesare, che, esaminando le reliquie memorande di Troia bruciata e la sua rocca (Pergamo) ricoperta interamente di macchie di spini, pronunziò l'amara sentenza:

"ETIAM PERIERE RUINAE
Lucano, Phars. IX, 969
(Anche i ruderi sono andati in rovina)
"

Il Convento e ... S. Gerardo
Il Convento e ... S. Gerardo

 


(1) "Storia del Convento dei Francescani Riformati a S. Andrea di Conza" di Pompeo Russoniello, Edizioni La Ginestra, Avellino, 1998

(2) Da: "Il recupero del centro storico di Sant'Andrea di Conza" edito nel 1989 a cura dell'Amministrazione Comunale e della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. di Salerno e Avellino.

(3) Donato Cassese, "SANT'ANDREA (1553 - 1896) - Vescovi, artisti e Santi", 1995, Ed. a cura dell'autore.


Il campanile di S. Michele

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Il campanile della pro cattedrale (S. Michele)

È un'altro "gioiello" del paese, situato in adiacenza dell'abside della pro-Cattedrale attigua al Seminario, nella zona posteriore di quest'ultimo, realizzato a base quadrata con struttura in muratura di pietrame e cantonali in pietra squadrata. "Nella parte alta, sormontata da una cupoletta, si ritrova lo stile neoclassico della Chiesa e del Seminario stesso, con lesene sormontate da capitelli compositi ai quattro angoli".(1)
"Elemento di particolare rilevanza e pregio è la scala elicoidale interna che conduce in cima, realizzata con gradini in pietra locale, modulati ed imperniati uno sull'altro a incastro della pietra stessa e in appoggio alle pareti perimetrali."(2)

È strato recentemente sottoposto a restauro di tipo prevalentemente conservativo e l'intervento è stato esaurientemente illustrato nell'ultimo numero de "il Seminario"(2).

Il campanile di S. Michele
Il campanile di S. Michele


(1) Da: "Il recupero del centro storico di Sant'Andrea di Conza" edito nel 1989 a cura dell'Amministrazione Comunale e della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. di Salerno e Avellino.

(2) Arch. Liliana Mauriello, "Il restauro tra teoria e prassi. Il cantiere del campanile e della chiesa pro-cattedrale di S. Michele Arcangelo in "il Seminario", I Tr. 2012, A. XVI, n. 1.


La pro cattedrale ...

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... o Chiesa di S. Michele

La chiesa di S. Michele(1), attigua al Seminario, ha un impianto a navata unica con una volta a botte lunga 13 m e larga 8,50 terminante in un presbiterio a pianta quadrata (8,50 x 8,50 m) con l'abside semicircolare.
La chiesa fu iniziata dall'arcivescovo Gaetano Caracciolo. Mentre si scavava fu scoperta una grotta simile a quella di S. Michele sul Gargano, che fu ingrandita e rinforzata e che diventò la cripta della chiesa. L'arcivescovo Caracciolo, per abbellire la chiesa, fece dipingere sei tele dal pittore napoletano Andrea Miglionico, discepolo di Luca Giordano.
Successivamente la chiesa ha subito gravi danni a causa soprattutto dei movimenti franosi che interessano la parte alta del centro abitato. Michele Arcangelo Lupoli fu il primo a far eseguire radicali restauri. Essi portarono alla distruzione della cripta soggetta a continue infiltrazioni di acque provenienti dalla vicina sorgente.
Gregorio De Luca (famoso per l'ospitalità concessa al brigante Crocco e alla sua banda), viste le precarie condizioni statiche dell'edificio, lo demolì e lo fece ricostruire in sito, arricchendolo di preziosi arredi lignei finemente intagliati ed intarsiati, quali il pulpito, il coro e i confessionili, nonchè di nuovi altari marmorei.
La chiesa fu colpita dal terremoto del 7/6/1910, che procurò gravissimi danni. Fu in seguito restaurata a cura dell'arcivescovo Nicola Piccirilli, che resse la diocesi dal 1904 al 1918. Altri restauri furono eseguiti nel 1936 dall'arcivescovo Giulio Tommasi e negli anni Sessanta dal Genio Civile a seguito soprattutto dei danni riportati nella seconda guerra mondiale.
L'edificio si presenta attualmente in uno stile neoclassico sia nella facciata esterna, tutta in pietra locale squadrata a due ordini sovrapposti ripartiti da lesene con capitelli compositi e terminante con un frontone triangolare, sia nella decorazione interna ricca di pregevoli stucchi. Al centro della facciata è situato lo stemma marmoreo di Mons. Gregorio De Luca. La copertura del presbiterio è costituita da una imponente cupola decorata a cassettoni.

[...]

Oggi rimane ancora inutilizzata a causa dei danni provocati dal sisma del novembre 1980: i danni sono stati parzialmente riparati ma in proposito forse è meglio tacere ...

La pro cattedrale di S. Michele
La pro cattedrale di S. Michele


(1) Da: "Il recupero del centro storico di Sant'Andrea di Conza" edito nel 1989 a cura dell'Amministrazione Comunale e della Soprintendenza ai B.A.A.A.S. di Salerno e Avellino.


Il seminario

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Il Seminario Arcivescovile riveste un'importanza fondamentale per la storia e la vita del paese negli ultimi secoli.

È stato sede Arcivescovile e centro di formazione per i sacerdoti.
Fino al 1980 ha ospitato la scuola media ed il liceo classico.
Soprattutto è stato sempre centro di "cultura" e "motore" per le tipiche attività artigianali del paese.

Fatto ricostruire dall'Arcivescovo M. A. Lupoli nel 1826 costituisce, con l'annessa Chiesa di S. Michele (Pro-Cattedrale) ed il campanile, un complesso monumentale di notevole pregio architettonico.

Dopo il terremoto del novembre '80 è stato ristrutturato (i lavori relativi alla Chiesa di S. Michele non sono completi mentre quelli del Campanile non sono ancora iniziati) ma rimane tuttora inutilizzato (se non in minima parte). Sarebbe auspicabile invece che riuscisse a "riappropriarsi del ruolo di attrazione e formazione culturale di un tempo. Ciò darebbe il giusto risalto all'intera Arcidiocesi e a questo paese, con la sua gente, con i suoi vicoli, monumenti, fontane, case, portali e gli altri elementi decorativi in pietra ed in ferro battuto così rinomati in Italia e all'estero(1)".

Il Seminario (da una cartolina del 1932)
Il Seminario (da una cartolina del 1932)


(1) L'auspicio è riportato nel volumetto: "Percorsi di storia" edito a cura dell'Amministrazione Comunale.


Mappa dei luoghi

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A parte il centro storico, il paese si è sviluppato prevalentemente in direzione Est - Ovest, lungo la s.s. n. 7 "Appia" che lo attraversa. Subì considerevoli danni a seguito degli eventi sismici del Novembre '80. Il successivo intervento di ricostruzione (spesso discutibile) può dirsi completato. Ha comunque conservato l'impianto originario, con le sue caratteristiche viuzze, ed alcuni pregevoli elementi architettonici.

Le emergenze architettoniche(1)

La mappa del paese Seminario Convento Episcopio Campanile Chiesa Madre Ex fornace di laterizi Fontana di Piazza Umberto I Monumento ai caduti La "porta della Terra" Croce in pietra Chiesa del Purgatorio Mulino "d' piede"

separa

(1) Dal volume: "Percorsi di storia" edito a cura dell'Amministrazione Comunale.


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Queste pagine vorrebbero innanzitutto far conoscere Sant'Andrea di Conza ai "naviganti" del Web ma soprattutto riavvicinare tutti i Santandreani sparsi per il mondo, magari per sollecitare i residenti al rispetto della "sua" identità. Sono graditi suggerimenti e commenti.

(Rosario Cignarella)
Prima pubblicazione: 19 febbraio 1999

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