ANTHOS
di Luigi Bellino
Da "il Seminario" n. 3/2016
Accompagnato dalla violinista Mariacarmela Li Pizzi e dal soprano Giuseppina Perna, Luigi Bellino, dopo aver presentato Anthos (titolo mutuato dal greco ...
... che significa fiore), il suo album d’esordio, in anteprima alla Festa del Libro di Sant’Andrea di Conza, suo paese natale, il 21 agosto scorso, lo ha proposto a un pubblico diverso nell’ambito dell’Estate Calitrana. Il concerto, presentato dalla prof.ssa Rosa Galgano, dedicato alla memoria di Giovanni Rinaldi, si è tenuto il 6 settembre in uno dei luoghi più scenografici del paese, a L’Arco degli zingari, occorso anche a diverse manifestazioni di tutte le edizioni dello Sponz Fest di Vinicio Capossela.
I brani di questa raccolta l’autore li ha composti durante il periodo della sua formazione presso il conservatorio ‘Domenico Cimarosa’ di Avellino dove è stato seguito dai Maestri Gabriella Cifarelli e Giacomo Vitale. Per quanto opera prima e ‘giovanile’ la raccolta è interessante non solo per la tecnica compositiva e per le suggestioni che produce all’ascolto, ma soprattutto per l’idea di fondo che ha mosso spirito e stesura.
Mostrando di avere le idee già molto chiare e mature, il compositore marca la sua distanza da evocazioni malinconiche tardoromantiche, tipiche di un’opera prima rintracciabili in autori solo tecnicamente preparati. C’è in questi brani di Bellino un plasma di dolcezza e sensualità cui non è estraneo un ‘disturbo’ sonoro, veicolo e metafora di altre aggressioni. Questi suoi brani, in effetti, si muovono tra i Fiori del male di Baudelaire e i fiori di Bach. Al simbolista francese rimanda anche la copertina, opera dell’artista calitrano Riccardo Maffucci. Quel fiore giallobile, giallinvidia, che evoca pure il giallofebbre della rosa di Con una rosa di Capossela, esprime la bellezza se non malata, attentata.>/p>
I componimenti, in effetti, portano, senza che risultino sciupati, le unghiate del diavolo sui petali, preludio a una nuova scrittura di Bellino. Dei fiori di Bach Anthos ha l’elemento terapeutico. I graffi delle febbri che hanno minacciato i fiori dei brani, invece di distruggerli, li hanno fortificati producendo l’antidoto al male. Le composizioni di Bellino, infatti, sono un farmaco alternativo, un rimedio, un balsamo che avvia in chi le ascolta un processo di trasformazione delle emozioni negative, una trasfigurazione del disturbo che ristabilisce lo spirito positivo.
Dal 28 ottobre p.v. l’album sarà disponibile su iTunes.
Alfonso Nannariello