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Categoria: Attualità Visite: 888

Piazza Umberto I: Incontro sull'ambiente

Da "il Seminario" n. 3/2017

“Non esistono più le mezze stagioni”, direbbe qualcuno. Oppure “Questa sarà l’estate più calda degli ultimi 100 anni”. Proclami televisivi o modi di dire a parte, i cambiamenti che il clima subisce in relazione al nostro tenore di vita e alle politiche dei Paesi si ...

Piazza Umberto I: Incontro sull'ambiente

... vedono, eccome! Basterebbe pensare al problema della siccità, che quest’anno in Irpinia abbiamo sofferto per tutto il periodo estivo. Sembra strano, proprio in Irpinia, notoriamente terra ricca di risorse naturali, tra cui l’acqua, e ritenuta una sorta di oasi felice, un polmone verde nella disastrosa e inquinata regione Campania.

Eppure proprio in Alta Irpinia, sotto i nostri occhi, si verifica un enorme scempio ambientale. Ma partiamo dall’inizio.

La direttiva comunitaria 20/20/20 del 2002 impegna le Regioni a legiferare in materia di energia attraverso il P.E.A.R. (Piano Energetico Ambientale Regionale) e il P.T.R. (Piano Territoriale Regionale). Tuttavia, l’anno successivo il Governo Berlusconi vara una legge che definisce i parchi eolici come “opere di pubblica utilità indifferibili e urgenti”. Nel 2006, la legge viene estesa tramite un decreto che stabilisce le ragioni di pubblica utilità delle opere, la cui gestione diventa privata. Gli strumenti di applicazione sono V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale), V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica), Conferenza di Servizio e Compensazione. Inizia così il grande business della “green economy” all’Italiana.

Ad oggi, la sola provincia di Avellino produce quasi il 7% sul piano nazionale dell’energia proveniente dall’eolico, un’energia in grado di soddisfare il bisogno di 160.000 famiglie. Solo a Bisaccia si contano 140 pale eoliche con una potenza di circa 300 Mw, a cui si aggiungono le opere connesse (elettrodotti, sottostazioni, accumulatori). Senza considerare i fattori di impatto paesaggistico, che sono una vera rovina per un territorio che prova a rivivere di turismo per qualche mese all’anno: l’occupazione e il vincolo di suolo, l’impatto visivo e sonoro. Le istallazioni, infatti, assoggettano irreversibilmente le superfici su cui insistono: le turbine sono alte fino a 135 metri e visibili in ogni contesto, la distanza minima tra le pale eoliche e le strade o le abitazioni è stata ridotta a 200 metri (e spesso non rispettata).

Piazza Umberto I: Incontro sull'ambiente

Immaginate cosa potrebbe produrre la caduta di una pala eolica in un territorio ad altissimo rischio sismico: danni alle abitazioni e chiusura delle strade ai soccorsi. Inoltre, nell’arco di 2/3 anni si sono verificati più di 7 attentati di stampo mafioso legati all’eolico selvaggio: alcuni mezzi incendiati tra Bisaccia e Lacedonia, bombe rudimentali, attentati a cabine e sottostazioni elettriche. Il tutto ha destato l’attenzione non solo del Prefetto di Avellino, ma anche dell’on. Fava della Commissione Antimafia e del Procuratore Antimafia Franco Roberti.

Nel 2015, 22 sindaci dell’Alta Irpinia hanno chiesto – su spinta dei comitati ambientali – un’immediata Moratoria alla Regione Campania contro la proliferazione di impianti selvaggi. Nel 2016, la Moratoria viene adottata per realizzare il PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) e il PTR (Piano Territoriale Regionale) entro 180 giorni. Da allora, nulla è stato fatto: la Regione Campania ha disatteso i suoi impegni, mentre il Governo Gentiloni ha deferito la legge stessa alla Corte Costituzionale.

Nel frattempo, i lavori di realizzazione di altri impianti continuano e, solo lo scorso anno, una pala eolica è andata in frantumi a Bisaccia, disperdendo pezzi di kevlar nell’area sottostante, e una seconda pala ad Andretta ha disperso circa una tonnellata di olio lubrificante sui sottostanti terreni coltivabili.

Di tutto questo si è discusso nel mese di agosto in Piazza Umberto I a Sant’Andrea di Conza. Tanti i comitati ambientali che sono accorsi dai paesi limitrofi (Andretta, Bisaccia, Monteverde, Castelnuovo di Conza, Calitri) e da tutta l’Irpinia (Pianodardine, Villamaina, Avellino). Difendere l’ambiente, la propria terra vuol dire difendere la propria salute e il proprio futuro.

Maria Laura Amendola