Valutazione attuale: 0 / 5

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 
Categoria: Attualità Visite: 1518

Un presule illuminato e fattivo

Abbiamo trovato un interessante post su FaceB, che riguarda un problema sensibile per il nostro paese, inviato dall'amico Gerardo Vespucci e che vogliamo riproporre su questo sito perché ...

Lapide e mascherone sul portale dell'Episcopio

... merita senza dubbio un'attenzione maggiore da parte dei nostri quattro lettori.

Il titolo proposto da Gerardo è "Primo intervento di risanamento idrogeologico di cui si abbia notizia a Sant'Andrea..." con una foto della lapide che ricorda l'iniziativa, disposta sul magnifico portale dell'ex Episcopio, e che riporta, in sintesi, i lavori realizzati per risanare lo stesso palazzo e la zona circostante.

La lapide così si esprime:

AEDES DILABENTIBUS AQUIS
PAENE QUASSATAS
MICH. ARCHANGELUS LUPOLI
COMPSANORUM ARCHIEPISCOPUS
FOSSA SILICE STRATA
RIVOQ. SUBTERRANEO AD VIAM PUB. DEDUCTO
EX INTEGRO REPARAVIT AN. MDCCCXX

La traduzione proposta è la seguente:

"Palazzo quasi diroccato dalle acque libere di scorrere, Michele Arcangelo Lupoli, arcivescovo di Conza, ha riparato completamente con un canale ricoperto di pietra [che ha] deviato il rivo sotterraneo verso una pubblica via" Anno 1820

In verità la frase "fossa silice strata rivoq. subterraneo ad viam pub. deducto" ci fa pensare addirittura alla realizzazione di una strada con un canale ricoperto di pietra e quindi anche alla pavimentazione di Corso Mazzini e di Via Sotto Piazza. Chissà?

Ma, a parte il rilievo che merita l'intervento realizzato dall'Arcivescovo il quale investì non pochi dei suoi beni personali per riparare oltre all'Episcopio anche la Chiesa di San Michele e il Seminario, abbiamo riflettuto anche su un altro aspetto.

Dopo circa duecento anni i problemi derivanti dall'azione deleteria delle acque sotterrane ancora persistono e ben poco si è fatto per continuare l'opera dell'illuminato Arcivescovo. Le risorse disponibili certamente sono scarse ma, con un'oculata programmazione, potrebbero essere sicuramente maggiori di quelle di cui poté disporre il Lupoli.

Ciò che più di tutto ci fa pensare è che sarebbe stato utile, se non necessario, rispettare e preservare almeno quanto fu realizzato all'epoca. Nel corso degli anni, forse senza saperlo e comunque senza rifletterci molto, abbiamo probabilmente distrutto parte di quanto fu allora realizzato, sostituendolo con altre opere di dubbio valore ed efficacia.

Torna allora, ancora una volta, all'attenzione di tutti l'importanza della conoscenza della storia anche sotto l'aspetto tecnico e pertanto la necessità di studiarla e di approfondire le ricerche quando si pone mano ad ogni manufatto preesistente e non mettere in cantiere nuovi lavori senza riflettere più di tanto ma solo per il bisogno di dimostrare capacità di amministrare la cosa pubblica.