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Categoria: Attualità Visite: 863

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Laboratorio del Centro Sprar MSNA di S. Andrea di Conza

Attraverso disegni su tela, bianco e nero o a colori, alcuni ragazzi del centro di accoglienza MSNA di Sant’Andrea di Conza hanno raccontato con immagini il proprio mondo.

Più di tante espressioni o ...

Raccontarsi …. Disegnando

... dichiarazioni astratte, questi disegni hanno voluto comunicare la visione della realtà e la proiezione di quello che i ragazzi che ospitiamo vogliono esprimere soprattutto attraverso la memoria dei luoghi da cui provengono, i dettagli di come percepiscono i luoghi attuali, le relazioni. Un segno, per noi, che tutti abbiamo bisogno di uno scambio emotivo.

Un laboratorio di crescita dedicato all’integrazione e al rispetto, un esercizio importante che ha mostrato quanto le differenze siano elemento di arricchimento reciproco, di stimolo alla conoscenza, allo studio del mondo e della sua straordinaria umanità e non una minaccia. Trovare attraverso il disegno un canale di comunicazione e condivisione.

Disegnare infatti mette in comunicazione non solo con sé stessi ma anche con gli altri. Come asserisce un antico proverbio cinese “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”, per questo l’arte visiva non va raccontata a parole, va sperimentata: le parole si dimenticano, l’esperienza no.

Pertanto, ogni attività ha rappresentato un momento espressivo personale, autentico e indubbiamente ricco. Al di là del tipo di disegno, il laboratorio ha raggiunto quale obiettivo quello di potenziare ed evidenziare l’acquisizione di un concetto fondamentale: che ciascuno ha il diritto e la possibilità di esprimere, in maniera personale, originale e autonoma, le proprie sensazioni, le gioie, le paure, le idee, i desideri, le tensioni attraverso l’uso di altri linguaggi oltre a quello della parola favorendo così la libertà di espressione.

Le tecniche utilizzate sono state diverse, dal disegno in bianco e nero a quello con colori a matita; la maggior parte con tempera e colori acrilici. Ognuno dei ragazzi ha espresso qualcosa di diverso che nell’insieme, però, hanno dato forma ad una storia, la loro storia, i loro desideri, i loro ricordi, la loro fantasia.

I disegni, riportati nelle foto qui di seguito, sono stati esposti all’interno di una struttura rudimentale e allestita dagli stessi ragazzi nell’ambito della 6a Edizione della “Festa del Libro” dal 18 al 22 agosto 2018 e possono essere raggruppati secondo le seguenti tematiche.

Ricordi di famiglia

La madre – per questi ragazzi – se pur rimasta nei paesi d’origine o deceduta – è pur sempre colei che mantiene le fila della vita affettiva, colei che ha trasmesso valori e gesti, riti e pratiche della vita quotidiana assicurando così il legame con il passato e con i valori della propria cultura, ma anche la loro rigidità.

Volto di donna

“Belle come statue” è l’espressione più frequente attribuite alle donne di alcune tribù africane.

La bellezza femminile fa parte della tradizione della maggior parte dei paesi africani: dedica molto tempo al proprio aspetto, alla cura del corpo e dei capelli, al tipo di vestiti e di gioielli da indossare.

Il proprio continente

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Hermann Hesse).

La terra che si lascia ti rimane nel cuore e nell’anima per sempre, che ti manca quando non sei lì. Solo nel ricordo ogni cosa, qui, ha un senso, dà il coraggio di vivere.

I villaggi

I soggetti ritratti in questi due dipinti descrivono una scena idilliaca di alberi da frutto e fico africano, terra, fiumi, animali e capanne di argilla dai tetti di paglia.

La vita affonda le sue radici tra quelle capanne di paglia, dove ha un altro ritmo, più lento, e dove si vive ancora come si faceva nelle generazioni passate.

Le donne si svegliono all’alba e durante la mattina escono a prendere l’acqua al pozzo o nei fiumi o a fare altri lavori.

La natura

L’albero

Altra figura importante in Africa: l’albero, rappresentante la vita, lo slancio vitale, la forza e la sicurezza.

La sua chioma presenta i vari aspetti del pensiero (spiritualità, ideali, fantasia ecc.) ed è la parte che nel disegno cambia di più. Le radici simboleggiano il rapporto col passato e i ricordi, quindi il modo di affrontare la vita in base alle esperienze.

Animali sacri e maschere

L’elefante considerato sacro da alcuni popoli dell’Africa: un animale benchè imponente e forte è allo stesso tempo mansueto, protettivo e leale, disposto a sacrificare la propria vita pur di difendere gli appartenenti al proprio branco.

Simbolo anche di successo, fortuna, saggezza e comunicazione, al punto che per alcune tribù è considerato il “dio elefante”, venerato per attirare prosperità, fortuna e abbondanza, riconosciuto come colui che distrugge gli ostacoli che bloccano la felicità materiale e spirituale.

Nella maggior parte delle culture africane tradizionali, chi indossa una maschera abbandona la propria identità e viene trasformato nello spirito che la maschera rappresenta.

Si accompagna, inoltre, a costumi rituali, che contribuiscono a nascondere l'identità del danzatore.

Colui che indossa la maschera diventa quindi una sorta di medium che consente al villaggio di dialogare con le proprie divinità, gli antenati, i defunti, gli animali o altri spiriti della natura.

I loro sogni

Una casa: grande, piccola, purché ospitale, accogliente e sicura, con caratteristiche che ricordano le proprie origini, da cui è difficile liberarsi dovunque vai. Il ricordo della propria casa lontana genera senso di tristezza, disagio, isolamento, vuoto e chiusura.

Le loro paure

La loro sofferenza

Per il futuro ci auguriamo di ripetere il laboratorio coinvolgendo e inserendoci nelle scuole locali, creando una rete facendo passare il segno dai giovani migranti ai giovani studenti italiani, per permetterne la comunicazione e la conoscenza, al fine di promuovere una crescita e un cammino collettivo.

Maria Antonietta Santorsola


Alcune immagini dei disegni realizzati e della mostra

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