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Categoria: Attualità Visite: 1495

Dobbiamo ignorare questa preziosa risorsa?

Abbiamo ritrovato questo articolo, a firma del compianto Gabriele Giorgio, che apparve su "La Tribuna dell'Irpinia" e lo riproponiamo qui (con qualche nostra considerazione finale) perché ci sembra importante per la nostra comunità ed ancora d'attualità.

5 marzo 1969

VIVO APPELLO ALL'ENTE APULO - LUCANO

Il campo sperimentale: una iniziativa da salvare

Istituito nel 1954, per dieci anni consentì interessanti sperimentazioni per la conversione delle colture tradizionali nel bacino dell'Ofanto - Ma da quattro anni, inspiegabilmente esso giace in uno stato di totale abbandono

I "campi sperimentali" sorsero nel Meridione intorno agli anni cinquanta, coi fondi della Cassa per il Mezzogiorno, nel quadro di una ...

L'on Giulio Pastore in un comizio

... politica governativa intesa a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni meridionali, mediante la creazione di infrastrutture (autostrade, strade a scorrimento veloce, strade interpoderali, acquedotti, fognature e scuole professionali ecc.) dirette a preparare un ambiente favorevole a un futuro sviluppo dell'agricoltura, dell'industria, del turismo.

Perciò, quando nel '54, anche nel territorio del Comune di S. Andrea di Conza venne impiantato un campo sperimentale su quattro ettari di terreno, presi in fitto - diventati in seguito 23 ettari di proprietà dell'Ente Irrigazione - anche per l'agricoltura delle nostre zone si intravidero delle "prospettive” di sviluppo.

E bisogna dire che nel decennio 1954-64 il Campo, sotto la direzione del Dott. Giuseppe Ricciardi “funzionò” bene, specialmente se si considera la mancanza delle necessarie attrezzature e le condizioni precarie di irrigamento. Si sperimentarono con successo (sì badi!) varie colture: da quelle più comuni, come grano, granturco, fagioli, erba medica (fino a sette tagli annui!), a quelle meno note, come coriandoli, soia, tabacco.

Nell'anno agrario 63-64, ad esempio, per la coltivazione del tabacco (la nota più lieta e positiva) trovarono lavoro una ventina di persone per circa 900 ore complessive; e l'esperimento fu talmente brillante e riuscito da interessare e richiamare sul posto il Direttore del tabacchificio di Pontecagnano. Ma dal '64 il Campo è rimasto incolto e oggi giace in uno stato di semiabbandono nonostante che l'Ente continui a stipendiare il dott. Domenico Rizzo (succeduto al Ricciardi) e a dare un salario fisso al signor Guglielmo Gaudiosi, che anche nell'anno agrario in corso ha arato e spianato il terreno per la semina. Semina che, ancora una volta, non è avvenuta. Sicché non è difficile prevedere la “chiusura" completa del Campo a distanza assal breve di tempo. Eppure un campo sperimentale nella nostra zona, oltre a svolgere una funzione strettamente agronomica, potrebbe avere una notevole importanza economica e sociale. Si potranno, nel Campo, sperimentare, con le tecniche più moderne, colture nuove, aggiornando o sostituendo alcune delle colture tradizionali, il che potrà costituire uno stimolo per gli agricoltori delle zone vicine a tentare, anche loro, la coltivazione dei nuovi prodotti, Potrebbero nascere allora delle piccole industrie, direttamente gestite dagli agricoltori, di conservazione, di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti.

Si pensi, tanto per fare un esempio, alla possibilità di un centro di raccolta e di essiccazione del tabacco.

Ci sarà cosi un'espansione dell'occupazione con relativo freno dell'esodo dalle nostre campagne e col miglioramento del tenore di vita di una parte della popolazione. E non è detto che il Campo non possa essere, domani, anche un motivo di richiamo "turistico”. Perciò bisogna agire, far pressione sull’ente perché il campo venga dotato al più presto di quelle "infrastrutture” necessarie, di quell'impianto funzionale che, in verità, il Campo non ha mai avuto. Bisogna bussare, non bisogna starsene con le mani nei “maniconi" perché la manna - ha detto giustamente Limongelli - cade una sola volta dal cielo e poi mai più. Si insista perché venga costruito al più presto il bacino (lago di Saetta) che dovrà alimentare le condotte, già esistenti dal 1965 per l'irrigazione, oltre che del campo sperimentale, anche dei terreni; della Piana di Campo, di Tortorino e della Piana di Conza. Intanto si potrebbero benissimo utilizzare tutte le acque reflue (come già s'è fatto, fino al 1964 con quelle della “Forma”) e anche quelle “nere”, raccogliendole in un serbatoio al di sotto del paese.

L'on Giulio Pastore inaugura il Campo Sperimentale di Sant'Andrea di Conza (1960). Da sinistra: Prof. Gabriele Pescatore, Presidente della Cassa per il Mezzogiorno; Dott. Tedesco, Prefetto di Avellino; On. Scoca; Sen. Criscuoli; Prof. Alfredo Mauriello, Sindaco di S. Andrea di Conza, On. Amatucci e il Ministro Giulio Pastore.

Si insista perché venga portata nei locali del Campo la luce elettrica, perché è assurdo che fra tutte le abitazioni rurali della zona l'unica ancora sprovvista di luce sia proprio quella del Campo. Si rendano finalmente praticabili quei due chilometri di strada che portano dal paese al Campo e che l'on Pastore si aspettava asfaltati (!!) addirittura fino allo Scalo di Cairano, quando una decina di anni fa, in una piovigginosa domenica di autunno, volle “onorare” il Campo di una sua Visita.

E tutto questo, a mio avviso, non“ sarà sufficiente, se domani la direzione del Campo (ammesso che esso venga, come la popolazione vivamente si augura, riattivato e reso presto funzionale) non sarà affidata a tecnici del luogo che, conoscendo meglio l'ambiente e la natura dei nostri terreni, possano tentare l'esperimento di colture che si addicano di più alle zone di collina e bassa collina come le nostre. A tecnici che stiano sul posto, in modo che possano divulgare la tecnica di nuove piantagioni e incoraggiare gli agricoltori a unirsi in cooperative o in altre forme associative.

Gabriele Giorgio

Considerazioni conclusive

Estratto dal CONTO CONSUNTIVO

ENTE PER LO SVILUPPO DELL'IRRIGAZIONE E LA TRASFORMAZIONE FONDIARIA IN PUGLIA E LUCANIA
ESERCIZIO FINANZIARIO 1971

...

Sul campo di S. Andrea di Conza, infine, sono stati ultimati gli impianti di colture arboree che riguardano il nocciolo, il susino ed il melo.

Su tale campo è stata impiantata in tale anno una prova di confronto varietale su ciliegio, avente lo scopo di individuare la varietà più idonea all'ambiente soprattutto in vista di una utilizzazione industriale di tale prodotto.

Tale campo, ricadente nel comprensorio di bonifica montana dell'Alta Irpinia, riveste una particolare importanza soprattutto in vista delle future possibilità di sviluppo sia agricolo che economico della zona, per cui l'introduzione delle colture arboree va considerata quale prima ed importantissima fase di un maggiore e più vasto campo di utilizzazione delle possibilità agronomiche, ecologiche e pedoirrigue della zona stessa ...

A questo articolo fece seguito, sullo stesso periodico "La Tribuna dell'Irpinia", una risposta dell'Ufficio Regionale Irpino dell'Ente Irrigazione di Avellino e la replica di Gabriele Giorgio.

Forse l'iniziativa di Gabriele Giorgio diede l'impulso alla ripresa del Campo che qualche anno dopo ebbe valutazioni molto positive da parte dell'Ente Irrigazione (si veda l'estratto del Conto Consuntivo riportato a margine) ma, purtroppo, dopo il nuovo periodo positivo, durato fin verso la fine degli anni '80, con la chiusura della Cassa per il Mezzogiorno il Campo cessò di sperimentare alcunché e venne chiuso. Passò quindi nella disponibilità della Regione Campania e fu utilizzato, in una piccola parte, per impiantare un Vivaio Forestale finché non è stato dismesso anche questo.

L'ingresso al Vivaio Forestale

Il Campo Sperimentale era nato per un'iniziativa intrapresa, nei primi anni Cinquanta, alla quale certamente non fu estraneo il Sindaco dell'epoca Francesco Iannicelli (ma che non siamo in condizione di documentare) e, come si vede, con alterne fortune.

Il Campo si trova ora in uno stato di totale abbandono e fa davvero impressione vedere buttate al vento tutte le energie impiegate nel corso degli anni in cui è stato attivo. Eppure è una delle pochissime, ma preziose, risorse disponibili sul territorio comunale, peraltro così piccolo, e in un periodo di crisi così grave.

Ci sembra doveroso, pertanto, che chiunque abbia a cuore il futuro del nostro paese comprenda la strategicità del suo reimpiego e faccia di tutto per facilitarlo o quantomeno aiutare e agevolare chi si impegna a farlo.

Oggi è finito nelle mire, parzialmente soddisfatte, di privati ma l'unica seria attenzione verso quei terreni proviene dall'Istituto Agrario di Calitri e Calabritto, nella persona del Dirigente Scolastico Gerardo Vespucci (nostro compaesano) che vorrebbe utilizzarlo per le coltivazioni previste dai programmi scolastici della stessa Scuola.

Ovviamente il Dirigente suddetto non può lottare da solo per ottenere la concessione dei terreni da parte della Regione Campania e, di più, gestirlo con facilità. C'è bisogno che tutte le forze disponibili si raccordino per riuscire, insieme, a riutilizzarlo in maniera conveniente. Si auspica allora la collaborazione tra Scuole, Comuni interessati, Pro Loco e tutte le Associazioni interessate affinché possano intervenire per assicurare a questa preziosa risorsa un riuso più proprio e proficuo.

Ciò che ci preme aggiungere è che il compianto Guglielmo Gaudiosi, responsabile locale e custode del Campo, in un colloquio intercorso con chi scrive nel 1986, dichiarò che tutte le colture sperimentate avevano dato ottimi risultati e che l'unica condizione necessaria era la disponibilità di acqua.

Rosario Cignarella