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COS’È LA FESTA DI HALLOWEEN?

Riteniamo sempre attuale questo articolo, tratto da "il Seminario" n. 4/2013, e perciò lo riproponiamo qui non senza ricordare che quando eravamo bambini, ossia circa sessanta anni fa, e probabilmente da sempre, anche qui a Sant'Andrea in questa ricorrenza, tra le altre usanze, si usava svuotare le zucche, intagliare occhi naso e bocca e inserirvi una candela come si fa oggi.

Nel giro di un decennio Halloween si è insinuato nella nostra cultura e in diversi ...

La festa di Halloween

... settori della nostra società. Persino nel mondo della scuola accanto alle abituali attività didattiche gli stessi educatori si spendono per insegnare ai bambini a far festa tra zucche, “dolcetti o scherzetti”. Così per i genitori e per gli stessi ragazzi diventa difficile andare controcorrente e non seguire questa moda senza correre il rischio di essere emarginati e ritenuti dei bigotti. Ma i bambini si divertono, ad Halloween, dicono un po’ tutti. È la classica obiezione che ci viene mossa sia dai genitori che dagli educatori: “è solo come un altro carnevale, un’occasione di gioco e festa per i bambini. Perché privarli di una bella festa, innocua e allegra?”

In effetti, si guarda il fenomeno delle zucche solo dal punto di vista ludico e del divertimento. D’altra parte sono molte le iniziative pseudo-culturali, quasi sempre amplificate dai mass-media, che pretendono di dare un certo spessore, nobili origini alle diverse ricorrenze.

In concreto, che cos’è Halloween, cosa si cela dietro questo evento? Perché crea divisioni e incertezze? In realtà, Halloween è un termine di origine cristiana; è parola composta da hallow che significa ‘santificare’, ed eve, abbreviazione di evening, che significa ‘sera’. Deriva da All Hallow’s Eve e vuol dire semplicemente “Sera della festa dei Santi, Vigilia della festa dei santi”. La Chiesa cattolica fa memoria, infatti, il 1 novembre di tutti i Santi e la sera del 31 ottobre è appunto la vigilia della festa.

Ma il 1 novembre da sempre è il giorno della festa celtica di Samhain, festa che “consisteva in un momento di contemplazione gioiosa, in cui si faceva memoria della propria storia, della propria gente, dei propri cari, in cui si celebrava la speranza di non soccombere alle sventure, alle malattie, alla morte stessa, che non era l’ultima parola, […]. Nella magica notte di Samhain non erano le oscure forze del caso che riportavano nel mondo i morti, ma il ricordo e l’amore dei vivi che li celebravano gioiosamente”.

Ora il cristianesimo, che nel Medioevo si trovò ad affrontare popoli, culture e tradizioni diverse, di cui cercò di vagliare ogni cosa trattenendo ciò che aveva valore, si misurò con questa tradizione che manifestava il desiderio che la morte non fosse l’ultima parola sulla vita umana e testimoniava, a suo modo, la speranza nell’immortalità delle anime e ne conservò il valore in virtù della propria convinzione della costante presenza e intercessione della chiesa celeste, della comunione dei santi che già vivono in Dio. Di conseguenza, per tutelare la festa di Samhain e valorizzarla sempre più in un contesto solo cristiano, la festa di tutti i Santi dal 13 maggio, ad opera di Papa Gregorio IV, fu trasferita al 1 novembre.

Se questo è il percorso storico che ha portato alla nascita di Halloween, è inevitabile chiedersi: da dove viene l’aspetto macabro che caratterizza i modi celebrativi che il marketing economico sta imponendo, già da anni, alle nuove generazioni?

Sicuramente dal fatto che la festa è stata svuotata sia della speranza che animava il mondo celtico pagano, sia della sua rilettura cristiana. Le fantasiose e infondate versioni da parte della letteratura esoterica e occultistica sulla festa di Samhain, che sono poi quelle che fanno da riferimento alle moderne celebrazioni stregonesche e neopaganeggianti, hanno creato la credenza che un’oscura divinità, il Signore della morte, il Principe delle Tenebre, in occasione della sua celebrazione chiamava a sé gli spiriti dei morti, facendo sì che tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese per una notte, permettendo agli spiriti dei morti e anche ai mortali di passare liberamente da un mondo all’altro. Per questo Samhain/Halloween viene considerato come un momento dedicato alla divinazione, in cui cioè si può facilmente prevedere il futuro e predire la fortuna.

In realtà, ciò che gli antichi Celti celebravano a Samhain era la sacra relazione della vita con la morte, niente a che vedere dunque con il terrore dei morti, in cerca di nuovi corpi da possedere, o di spiriti maligni e terribili divinità dell’oscurità venute a soggiornare sulla terra e a imprigionare e uccidere la vita. Samhain era, invece, la festa della comunione, dell’unità tra i vivi e i morti, dei quali non si aveva paura, ai quali si portava rispetto, così come vuole la festa di tutti i Santi. Pertanto, se proprio si vuole festeggiare il 31 ottobre lo si faccia con il “sale in zucca” per non rischiare di rimanere culturalmente passivi senza, però, alzare muri. Così, come ci ha esortati il papa emerito Benedetto XVI “non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta”.

M. Antonietta Santorsola