Valutazione attuale: 5 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella attivaStella attiva
 
Categoria: Attualità Visite: 2617

Non avere paura della diversità ma cercare in essa l'opportunità di migliorare noi stessi

... il concerto di Luca Pugliese a Sant'Andrea di Conza

Sabato 14 novembre 2015, presso i locali dell’ex Fornace Sant’Andrea, si è ...

Luca Pugliese e Aismar Simon Carrillo in concerto a Sant'Andrea di Conza

... colorato di musica e solidarietà con il concerto di Luca Pugliese per i rifugiati accolti nei comuni dell’Alta Irpinia. Evento organizzato dagli SPRAR di Bisaccia, Conza della Campania, Sant’Andrea di Conza, Sant’Angelo dei Lombardi con il patrocinio dei rispettivi comuni che ha voluto rappresentare un segnale tangibile per confermare la sensibilità e la disponibilità a fare qualcosa di concreto per chi è costretto ad abbandonare tutto e fuggire dalla propria terra perché restare significherebbe morire.

Questo l’obiettivo dello stesso musicista Pugliese, da sempre interessato alla pluralità e alla contaminazione dei linguaggi e da anni attivo nel sociale esportando la sua musica nelle carceri, promuovendo e organizzando a proprie spese una tournée teatrale in moltissimi istituti penitenziari italiani.

Solidarietà, accoglienza, integrazione, sensibilizzazione le parole che lui pone a fondamento della sua musica ma della sua stessa vita, a sostegno dei più deboli.

Lo stesso obiettivo l’ha portato qui a Sant’Andrea dove, accompagnato dal maestro pianista di origine cubana Aismar Simon Carrillo, ha voluto dilettarci con un incantevole viaggio musicale in un intreccio di lingue e stili differenti: dai ritmi occidentali, mediterranei e latini ai canti tradizionali del Sud Italia, classici della canzone napoletana e brani di cantautori italiani. Evento che ha voluto essere un segno di solidarietà anche con il popolo francese.

Tutte parole queste che abbiamo spesso sentito e che noi stessi usiamo. Ma ci siamo mai chiesti cosa significa veramente “accogliere” qualcuno? Abbiamo mai fatto esperienza di sentirci accolti? C’è mai stato qualcuno che ha avuto un interesse profondo per noi, per le nostre idee, per la nostra unicità come essere umano? Siamo mai stati accettati così come siamo o siamo stati e siamo continuamente sottoposti a giudizio?

Perché accogliere - come sperimentato dal musicista nei suoi diversi incontri con i carcerati – significa proprio questo: Ti ascolto per capire la tua storia, la tua vita, la persona che sei…

Un incontro aperto dove la fragilità dell’altro ci spinge a tendere la mano e la sua forza a prendere la mano, dove il suo “avere meno” può diventare il nostro “di più” nell’essere.

Molti di noi pensano che dire “va bene, entra, io non ho niente in contrario” significa accogliere. No, questa al massimo può essere un’accoglienza passiva, un’accoglienza in cui mettiamo in comune il suolo, la terra, la lingua, mettiamo a disposizione il vitto e l’alloggio…. questa è ospitalità. Mentre accogliere significa fare spazio all’altro nel proprio vissuto, ospitarlo in sé, diventare noi “l’altro” e l’altro diventa in parte “me”.

Non dimentichiamo la ruota della vita che gira continuamente per ammonirci sul fatto che tutti noi potremmo, un domani, trovarci in una situazione difficile e bisognosi di essere accolti.

Maria Antonietta Santorsola

Di seguito alcune altre immagini della serata

N. B. - Se le immagini non venissero visualizzate, ricarica la pagina