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Categoria: Attualità Visite: 1514

... di Conza

Riceviamo, da Maria Antonietta Santorsola, e volentieri pubblichiamo questo bellissimo e approfondito articolo.

Teatro, musica declinata in vari generi, presentazione di libri, proposte per bambini: un Natale ricco di appuntamenti curati dall’Amministrazione Comunale con il contributo di alcune Associazioni. Tra i ...

The Blue Gospel Singer a Sant'Andrea di Conza

... vari spettacoli musicali, due in particolare ci hanno deliziato con brani della tradizione ormai entrati nell’immaginario comune e liberi arrangiamenti in chiave Gospel1 di brani contemporanei.

Il primo, organizzato dall’Amministrazione comunale a chiusura del mercatino natalizio, si è tenuto la sera del 20 dicembre a cura dell’Associazione Culturale Blue Gospel Singers Choir, un gruppo di giovani artisti (soprani, contralti, tenori, bassi) provenienti da San Giorgio a Cremano e diretti dal maestro Mario Paduano.

L’aggettivo blue che il coro attribuisce al proprio nome si riferisce non solo al colore delle tuniche ma anche a quel senso di nostalgia e tristezza tipico appunto della musica africana. L’origine è, infatti, da ricercare nelle blue notes utilizzate dagli schiavi che dettero vita alla scala blues, dalla quale derivano molti generi musicali, il primo dei quali è appunto il Gospel. Blue anche perché è esattamente l’inverso del colore che li distingueva prima, ma soprattutto come simbolo di rinascita spirituale e musicale. Nel precedente progetto musicale indossavano, di fatto, tuniche rosse e si chiamavano “Non solo Gospel” per indicare la polivalenza e la duttilità del loro repertorio che ancora oggi spazia dal Gospel al pop internazionale.

Gospel Spirituals e Carols a Sant'Andrea di Conza

Il secondo appuntamento, organizzato dall’Associazione Culturale F.I.D.A.P.A. il 23 dicembre, Gospel Spirituals e Carols a cura del duo Marina Bruno (voce) e Giuseppe Di Capua (pianoforte) ci ha offerto un repertorio di assoluta qualità.

La voce possente, delicata e intensa di Marina Bruno accompagnata al pianoforte dal maestro Giuseppe Di Capua con una padronanza pianistica, notevoli doti di improvvisazione e un ottimo affiatamento con la cantante, ha creato un’alchimia che ha visto la fusione di varie espressioni musicali (classica, jazz) facendo diventare il tutto cultura.

Entrambi i gruppi ci hanno offerto l’occasione di accostarci ad un genere musicale in grado di coinvolgere ed emozionare con entusiasmo, e di intraprendere un viaggio nel mondo della musica religiosa afroamericana che, nel tempo, ha trasmesso il messaggio di fede e amore che il gospel racchiude, indipendentemente dal fatto che essi che hanno cantato e noi che abbiamo ascoltato, non abbiamo la stessa radice linguistica e culturale di colore di chi quotidianamente ha vissuto e vive ciò che si è cantato e ascoltato. In un’armonia tra chiamata e risposte hanno sottolineato come la musica nera è unità, musica che unisce gioia e tristezza, amore e odio, fede e disperazione di chi in una difficile condizione sociale ha trovato nella musica la sola forza e il solo conforto ai tormenti fisici e morali subiti. Di chi fu privato di dignità, umiliati, linciati ed emarginati, ma soprattutto costretti a rinunciare ad un bene d’immenso valore: la libertà.

Non sono mancati i canti natalizi anche se va sottolineato come il Gospel che si riferisce esplicitamente al Natale è molto povero, perché il Natale era vissuto come momento di riposo e divertimento e non come festa religiosa; anzi, i proprietari degli schiavi, durante questi giorni di festa, permettevano loro di ubriacarsi, perché prendessero coscienza che a loro non spettava la libertà. Quest’ultima avrebbe fatto perdere loro il controllo di se stessi. In realtà lo schiavo che aspirava alla libertà vedeva in Gesù il suo salvatore: Gesù che era nato, che aveva sofferto ed era morto proprio per liberarlo da ogni schiavitù. Diventava quindi naturale comunicare ad altri la grande notizia che “Gesù era nato per noi”.

Come non commuoversi, quindi, o come non essere coinvolti in prima persona battendo le mani o, perché no, ballando2, nel partecipare a When the Saints go marching’in; Jesus loves me; Joshua fight the battle of Jerycho, Hail Holy Queen e Oh happy day, il brano gospel forse più conosciuto. Canto considerato erroneamente un canto natalizio e legato alle celebrazioni dell’anno nuovo, mentre si tratta di un inno di Pasqua (il “giorno felice”) in cui Gesù “lavò i miei peccati” (washed my sins away) e insegnò a “guardare, lottare e pregare” e ad essere felici ogni giorno3.

Quintet Brass White Narcisus a Sant'Andrea di Conza

Applausi anche per il terzo appuntamento musicale proposto dal Coro Natalizio a cura del Quintet Brass White Narcisus. Un quintetto formato da ottoni: prima tromba, seconda tromba, un corno francese, un trombone e un bassotuba che, attraversando la storia della musica e dei generi musicali dal Seicento fino ai nostri giorni con brani originali, trascrizioni, arrangiamenti in stile jazz e composizioni contemporanee hanno mostrato al massimo e anche in modo fantasioso le qualità e le potenzialità dei singoli strumenti.

Nelle emozioni suscitate dal linguaggio culturale della musica considerata tra tutte le arti quella che esalta l’armonia universale possiamo trovare le vie basilari per costruire dialogo e confronto perché – come disse Papa Giovanni Paolo II – essa suscita la fraternità dei sentimenti al di là di tutte le frontiere: essa per la sua natura può far risuonare interiori armonie, solleva intense e profonde emozioni, […] La musica è uno strumento che aiuta a superare discriminazioni e frontiere.

L’augurio, quindi, è che la musica pervada tutte le nostre azioni e la nostra vita possa essere un punto d’incontro e di scambio.

Note

Maria Antonietta Santorsola

sp


  1. Il termine Gospel, in inglese, significa God’s spell, letteralmente Verbo, Parola di Dio; i testi, infatti, si ispirano alla Bibbia, a preghiere e al Vangelo.
  2. In fondo il poter ballare, suonare e cantare mantenendo il ricordo della terra d’origine, era essenziale per gli schiavi Neri perché solo così potevano esternare e condividere i propri sentimenti di dolore, rabbia, rassegnazione, ma anche di speranza. il canto intonato spontaneamente da una sola persona, lentamente coinvolgeva tutti gli altri e le voci erano accompagnate dal battere delle mani, dal battere del piede per terra e dal suono di qualsiasi oggetto improvvisato strumento.
  3. Il canto, composto nel 1704 dal pastore protestante Philip Doddridge, era utilizzato nelle cerimonie di battesimi e cresime e per accompagnare i suoi sermoni. Nel testo, ispirato agli Atti degli Apostoli, si nota subito il forte legame tra credente e Cristo che sfocia nella Conversione preceduta da preghiera e battesimo.