Interessante incontro nel locale della Società Operaia di Mutuo Soccorso
Anche il nostro paese ha voluto dare il suo contributo per sensibilizzare la gente su un problema che affligge la società e rispetto al quale il peggior ...
... nemico è proprio l'indifferenza.
All'incontro tenutosi ieri, sabato 25 novembre 2017 - giornata contro la violenza sulle donne -, e voluto dalla locale sezione della FIDAPA BPW, ha partecipato non solo un nutrito numero di donne ma anche un significativo gruppo di uomini.
Molto interessanti gli interventi e le relazioni svolte e molto calzanti le osservazioni e le domande del pubblico alle quali sono state date risposte altrettanto acute e precise.
In particolare si deve sottolineare l'intervento della Dott.ssa Pina Aurilia che, da buona psicologa, ha voluto evidenziare che il problema della violenza è un problema sociale e va affrontato con la massima attenzione da parte di tutti. Esso riguarda, se pure in misura minore, anche gli uomini e quindi non può essere preso sotto gamba.
Il Dirigente Scolastico, prof. Gerardo Vespucci, ha approfondito l'argomento rifacendosi a canoni antichissimi che si sono radicati nel subconscio collettivo, hanno caratterizzato, e caratterizzano, la società occidentale. Ha così richiamato il personaggio di Tacita Muta, Dea del Silenzio, che costituiva un simbolo e un monito per le donne romane a cui per secoli fu interdetto di parlare in pubblico.
Se poi anche Aristotele e quindi, nel Medio Evo, San Tommaso avevano ritenuto la donna “materia”, in contrapposizione all’uomo, "spirito e forma", si comprende perché tutto il mondo occidentale ha affidato alla donna un ruolo subalterno.
Nel tempo le donne hanno dovuto lottare continuamente per prendere coscienza di sé, affermare i propri diritti, perseguire l’uguaglianza prima e la parità poi. Ma ancora tanto resta da fare specie se si pensa che questo modo di intendere la donna trova, nella pratica, risvolti tragici con soprusi e violenze che portano tantissime di loro addirittura alla morte.
Commenti
Infatti, nel libro IX della Historia Animalium, il primo capitolo esordisce con queste affermazioni nette: « In tutti i generi in cui si trovano maschio e femmina, la natura opera una differenziazione più o meno simile nel carattere delle femmine rispetto ai maschi [...] Tracce di questi caratteri si trovano più o meno dappertutto, ma sono particolarmente evidenti negli animali il cui carattere é più sviluppato, e soprattutto negli esseri umani. Questi hanno infatti la natura più perfetta, ed é quindi in essi che queste disposizioni sono soprattutto manifeste. Perciò la donna è più compassionevole dell'uomo, più dedita alle lacrime, e inoltre più invidiosa e litigiosa, più incline alle ingiurie ed alle percosse. La femmina è più timorosa del maschio, più dedita allo scoramento, più sfacciata e bugiarda, più incline all'inganno, dotata di memoria migliore, più vigile, più riluttante e meno pronta ad agire, ed ha bisogno di meno nutrimento. Il maschio, come fu detto, è più pronto a prestare il suo aiuto e più coraggioso della femmina; persino nel caso dei cefalopodi, quando la femmina è colpita dal tridente la aiuta, mentre quando è colpito il maschio la femmina fugge» (608a 21-23, b 4-18)
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