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Bilancio e Programmazione

Abbiamo notato su FasBluff questo articolo postato dall'amico Gerardo Vespucci e ritenendolo piuttosto interessante (e forse ... sprecato su quella piattaforma perché passa subito in secondo piano) abbiamo pensato di riproporlo qui, all'attenzione dei quattro lettori che ci seguono.

Scusate se abuso della ...

La sede comunale

... vostra pazienza ... Questa sera, per vincere la noia, avendo saputo che all’Episcopio il Consiglio Comunale discuteva del Bilancio, ho pensato [male?] di trascorrere qualche ora in ascolto di tematiche a me un tempo care [nel 1995-99 ero anche assessore al Bilancio], ma che da anni non ho più seguite.

Sono arrivato tardi e non ho potuto ascoltare le cifre essenziali, e neppure ho potuto comprendere l’elenco delle opere pubbliche che, a detta del sindaco, daranno alla futura amministrazione del nostro paese gli strumenti per consentire lo sviluppo da tutti evocato ed auspicato.

Si è aperto il dibattito consiliare che, purtroppo, non è servito a fornire molti lumi sui numeri (inutilmente richiesti da Andreone, anche lui sotto tono, evidentemente, arreso all’evidenza del dialogo tra sordi), e si è concentrato sui temi più generali della “programmazione”.

Purtroppo, non sono riuscito a capire quali grandi scelte potranno far si che si esca da una condizione di stallo, escluso un unico elemento chiaro: che lo SPRAR non è affatto un costo, bensì garantisce addirittura un gettito alle casse comunali, fino a 40.000 euro, grazie alla possibilità di rendicontare, oltre alle spese specifiche del servizio, anche costi di spese ordinarie del Comune di accompagnamento alle attività medesime.

Al dott. Andreone, che, nel sottolineare la condivisione delle finalità di uno SPRAR, ha fatto notare che non si può fare affidamento su di esso per garantire un dignitoso guadagno alle persone coinvolte e che una simile struttura vive di trasferimenti statali, fortemente a rischio con la vittoria di un Salvini, il sindaco ha risposto che, ormai, si vive giorno dopo giorno, senza poter scommettere sul futuro: non si è reso conto che con quella affermazione vanificava anche il senso letterale della parola programmazione, che in quel pro rinvia proprio al futuro la validità di quanto pensato e scritto, e, con esso, lo sforzo (!) dell’assessore Frino.

Come possibile alternativa per creare lavoro, Andreone ha fatto cenno alle aree produttive tenute in poco conto dall’Amministrazione, considerato anche il coefficiente IMU che le penalizza: la mancata approvazione del PUC [piano urbanistico comunale] a distanza di 22 anni dal 1996, anno di avvio della variante, è stata indicata come prova del mancato interesse.

Il Sindaco e Petoia hanno anche ironizzato sul doppio ruolo di Andreone – azienda e consigliere – e si sono spesi in difesa del loro operato, chiamando in causa il sostegno dato all’imprenditore, e concittadino onorario, Davide Maraffino.

Questo atteggiamento ha del ridicolo, se non fosse espressione di una più generale miopia culturale che ispira la visione della maggioranza nell’analisi delle forze sociali in campo a Sant’Andrea: non si riesce a capire perché gli investimenti di Davide siano di per sé positivi mentre gli investimenti di altri [Andreone?] sono di sicuro negativi e guardati con aria di sufficienza.

Mah, tant’è!

Ad un certo punto, sono entrati nella discussione sia il tema del Campo Sperimentale che quello del Seminario (entrambi proposti dal dott Andreone), ma sono stati quasi subito espulsi dal confronto, essendo – come sostenuto dal sindaco e da Petoia - impossibile farne oggetto di programmazione, essendo il primo nella disponibilità della Regione, il secondo della Curia.

Purtroppo, a nessuno è venuto in mente che programmare non è fare i conti della serva [spero che prima o poi lo capisca anche l’assessore, come gli spiegai già in altra occasione!]: basterebbe un bravo ragioniere, non un Assessore ed una Giunta!

Ed a nessuno, ad esempio, è venuto in mente che per la prima volta [la prima volta!!!] dalla fondazione del Campo Sperimentale, del 1953-55, esiste un Istituto Tecnico Agrario, Produzione e Trasformazione, sezione associata dell’IISS A.M. Maffucci di Calitri!

Capisco che non è facile parlare di scuola, anche se tutti si sentono esperti, così come è difficile parlare di agricoltura, per chi non ha mai messo piede in un campo, ma, a partire dal terzo anno di corso [che è settembre 2019!], l’Istituto agrario necessita di terreni in cui svolgere le attività pratiche, che sono, ricordiamolo, di produzione e trasformazione.

È ovvio che bisogna fare i conti con la Regione, ma evidentemente i nostri amministratori, sindaco in testa, che conoscono già i numeri telefonici personali del Presidente De Luca e della Presidente D’Amelio, anziché usarli solo per organizzare passerelle, in accordo con il Sindaco di Calitri e Conza, e con il DS del Maffucci [caro Assessore: questo significa programmare in termini di territorio, non solo esprimere un flatus vocis! Per quanto mi riguarda, posso garantirvi che ormai quasi ne parlo al passato!], avrebbero potuto benissimo utilizzarli per sottoporre la questione “utilizzo del Campo Sperimentale” ai responsabili, in Regione: anche, o soprattutto, questo è programmazione!

Se al problema Campo sperimentale si aggiunge quello dell’utilizzo del Seminario, allora ci si accorge che si può mettere in atto una vera e propria “politica dello sviluppo”!

Infatti, alla Curia bisogna prospettare che il Seminario possa tornare ad essere un centro di formazione e ricerca, come un vero Seminario, appunto! Inutile dire quanta formazione si stia realizzando nelle nostre zone, in luoghi più disparati e nelle modalità più dispersive: un’amministrazione che voglia cogliere le occasioni dell’alternanza scuola lavoro e che sappia comprendere il significato di società della conoscenza, dovrebbe allargare il senso di programmazione a 360 gradi.

Solo per chiudere con il Campo Sperimentale: nel giro di un paio d’anni, le Università di Basilicata, Portici, Foggia, Fisciano e Sannio dovrebbero mandare i loro allievi delle facoltà di agraria, scienze naturali, veterinaria e biotecnologia a far visita alle colture del Campo Sperimentale per poi soggiornare e studiare nei locali del Seminario.

Mi fermo, ricordando che nel 1995-99 l’amministrazione dell’epoca fece programmazione attorno a tre temi: il Festival del Teatro – tra utilizzo spinto dell’Episcopio e dell’ex Fornace –; completamento del PIP; informatizzazione della pubblica amministrazione.

Da allora, ahimè, si è perso solo tempo prezioso.

Per capire di cosa io stia parlando, fatevi una passeggiata a Monteverde e vedrete che programmare è una attività scientifica, contabile, ma essenzialmente politica, ovvero di grande fantasia.

Forse è il tempo di tornare all’antico: siate realisti, chiedete l’impossibile!

Gerardo Vespucci - 20/3/2018 22:18