L'Episcopio (da Ovest)
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Nessun pudore ad inviare commenti sotto falso nome

Ancora una volta alleghiamo, in fondo alla pagina, il commento che il Preside Vespucci ha scritto, perché la arricchisce e coglie in pieno l'idea che l'ha ispirata.

Giustamente ci hanno fatto osservare che le cosiddette "lettere anonime" vengono scritte e diffuse da sempre e non solo a Sant'Andrea. Ed è inutile quindi ...

Vergogna!

... biasimare e condannare chi utilizza questo schifoso e ripugnante strumento per infangare qualcuno o qualcosa che dà fastidio, o anche solo per il gusto di fare schifo.

Ma, forse ingenuamente, pensavamo che i vigliacchi che ne fanno uso se ne servissero per fatti o questioni un po' più importanti per sé e per gli altri. Sapevamo anche che era, ed è, di uso comune scrivere e diffondere notizie false in modo anonimo o con nomi di comodo. Specialmente utilizzando i moderni strumenti di comunicazione, cioè Internet e i suoi derivati.

Verificare invece che per controbattere a qualche notizia e ai ai loro autori, si replica utilizzando nomi di persone per bene che nulla hanno a che fare con i fatti commentati, che magari sono ingenue e non capaci di difendersi in alcun modo perché non usano e non sanno usare gli stessi mezzi, ci ha veramente disgustati e confusi.

La questione si riferisce alla pagina in cui deprecavamo l'enfatizzazione dei risultati dell'intervento di coloro che si sono prodigati a spalare neve il 22 marzo scorso ed ai quali esprimevamo comunque il nostro sentito ringraziamento.

Se si leggono i commenti alla pagina si vedrà che un certo Michele Iannella criticava le nostre puntualizzazioni considerandole notizie false. Alla nostra risposta, che ribadiva e precisava quanto riportato nella stessa pagina e lodava l'impegno e la correttezza di un giovane che si firmava apertamente con tanto di indirizzo di posta elettronica, tale Michele replicava con la banale osservazione che non potevamo conoscere la situazione perché non eravamo usciti di casa e contrattaccava sostenendo che ci spingeva "solo livore ed invidia per gli altri". Quest'ultima accusa ci ha posto dei seri dubbi ma non abbiamo volutamente replicare, contando però di capire meglio la faccenda.

Ebbene incontrando l'unico Michele Iannella abitante in Via Macchioni che conosciamo, abbiamo voluto chiarire di persona le notizie e i commenti contenuti in quella pagina. Quando ci ha replicato che era completamente estraneo ai fatti perché:

  1. non ha mai preso parte all'intervento dei volontari "spalatori" perché in quei giorni ammalato;
  2. non ha mai scritto commenti su siti internet perché non saprebbe neppure farlo;
  3. non ha alcun indirizzo di posta elettronica;

abbiamo capito che eravamo inguaribilmente ingenui e quanto era volgare e cattivo quel disgraziato che ha voluto, oltre che consolidare la giustezza del nostro intervento, infangare il nome di un bravo giovane che si fa solo i fatti suoi, utilizzando però, per biechi scopi, il suo nome.

A questo punto però ci sentiamo autorizzati a chiedere a quella bestia: chi dimostra livore e invidia? perché lo fa per una stupidaggine? perché non si fa conoscere apertamente, magari cercando di affrontare un dialogo pubblicamente?

Ma è inutile, continuiamo ad essere ingenui e a ipotizzare che una bestia disgraziata abbia il coraggio di diventare una persona civile.

Caro prof. Ing. Rosario,

la decadenza dei costumi di questi tempi tristi sta distruggendo i nostri piccoli centri, costituiti di comunità umane, e non ancora virtuali, dove un tempo, non troppo lontano, ci si salutava tutti, nel generale rispetto degli anni, del genere, dei ruoli, senza che si generassero eccessive acredini o invidie.

Senza nostalgie per mitiche età dell‘oro, posso dire che questi giovani, perduti nella noia e nella rabbia, sono due volte sfortunati: nei nostri tempi un lavoro si trovava, prima o poi, ed in quegli anni si gioiva - pur se avversari di qualche cosa - per il successo altrui.

Questi soffrono dei risultati degli altri che devono demonizzare, minimizzare, ridicolizzare: in questo modo possono esistere!

Ovviamente, qualche anno fa c'era la lettera anonima, quella giallococozza, come veniva chiamata in quella splendida poesia di Edoardo De Filippo, oggi non più: ci sono i nuovi mezzi digitali che rendono i nostri giovani, disillusi per la vita, ma illusi di essere potenti, simili ai coetanei di tutto il mondo.

Vuoi mettere?

Seduti davanti ad una tastiera a sparare volgarità, e non solo, contro tutti e tutto, anche contro ingegneri e presidi (così ha scritto qualcuno, come mi è stato detto da un amico!) e sentirsi finalmente padroni del mondo!

Ma è solo di qualcuno che stiamo parlando?

No, e verrebbe voglia di dire rivolto a tutti, compreso i giovani che vogliono restare in Irpinia, ai quali, però, già l‘ho detto: de te fabula narrat!

Possibile che nessuno ha da dire nulla - ma che fine hanno fatto i grandi Soloni di questo paesello? - sul fatto che un sito letto in tutto il mondo - come ogni sito del resto - possa ospitare un forum anonimo o apocrifo ove ognuno può attaccare tutti e dire quel che vuole?

Ma che immagine si dà di Sant'Andrea all'esterno.

Ecco, caro Rosario, ancora una volta hai colpito nel centro, nell'indifferenza di tanti che si limitano a passeggiare ... e a sorridere come quel Totò che prendeva gli schiaffi e rideva, dicendo ... e che son Pasquale io?


Commenti   

+1 # pasquale 2018-04-10 10:36
Ciao (zio) Rosario,
Purtroppo da anni assistiamo a questo scempio delle lettere anonime, che degradano lo spirito della comunità. Mi trovo (ed è diventato "pericolosamente" ricorrente) d'accordo con il Prof Vespucci. Anzi, e lo sostengo da anni, credo che lo scrivere lettere anonime segnali una patologia più o meno seria della personalità. Riporto un testo di psicologia sul tema: .
Pertanto, come ritenevo fin dalla loro comparsa nel contesto santandreano (le lettere color giallococozza, come dice il Prof), bisogna solo imparare ad ignorarle. Perché già solo parlandone, si dà credito ad uno squilibrato.
Un abbraccio a tutti voi
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0 # Rosario 2018-04-10 15:43
Caro Pasquale,
sulle lettere anonime sono perfettamente d'accordo, tanto che ho deciso di non pubblicarne più. Ma quando si utilizzano falsi nomi che non è possibile verificare (subito) le cose si fanno più difficili e ancora più gravi. Se poi considero, con grande dispiacere, che, al contrario, i "benpensanti" tacciono, mi preoccupa la salute dell'intero paese.
Per favore invia il nome del testo. Forse è sfuggito.
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0 # Pasquale 2018-04-10 20:29
Hai ragione. Ecco il testo (scritto un criminologo-psicologo).

《L'anonimografo
abituale, per il quale Locard ritiene si debba parlare di
una sindrome patologica vera e propria, caratterizzata
da prolissità (che del resto si ritrova in diversi disturbi
mentali), discorsi deliranti, graforrea.
Altre caratteristiche dell’anonimografo sarebbero per
lo studioso francese:
- la reiterazione (c’è chi arriva a spedire centinaia
di lettere);
- la tendenza a coinvolgere parenti e amici, che in
molti casi ne seguono l’esempio;
- il linguaggio osceno, soprattutto da parte di chi
ha avuto una “buona educazione” anche di
carattere religioso: il che costituirebbe una
forma di sfogo di pulsioni represse (nella mia
casistica personale, ricordo un seminarista per
altro verso pio e religioso che indirizzava le sue
lettere con scritte e disegni osceni ai compagni);
- un piacere e un appagamento interiore, legati a
una forma che si potrebbe definire di
dipendenza simile alla dipsomania》.
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(Rosario Cignarella)
Prima pubblicazione: 19 febbraio 1999

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