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Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo

Per la quinta volta Bobo torna in Alta Irpinia

di Gerardo Vespucci

L’artista toscano Sergio Staino, di Piancastagnaio in provincia di Siena, non era nuovo ai nostri territori – figlio di un carabiniere di Stigliano in provincia di Matera – avendo lavorato, in qualità di ...

Bobo a Sant'Andrea di Conza

... architetto, per la Cassa del Mezzogiorno a Muro Lucano e a Padula, ma non avrebbe certo pensato di doverne diventare nel tempo quasi un testimonial, come domani [12 agosto 2018] avverrà a Monteverde, allorquando inaugurerà di fatto il percorso per i non vedenti che il Comune ha predisposto in quasi tutto il paese, diventato, per questo, accessibile a tutte le disabilità.

Il tutto avvenne, quasi per caso, 36 anni fa, in quei fatidici giorni del post terremoto, quando Sergio disegnava Bobo per Linus, mensile di satira e cultura diretto da Fulvia Serra, per i tipi della Rizzoli.

Si era dato il caso che il Circolo Arci di Sant’Andrea di Conza fosse stato sostenuto nei primi mesi del 1981 dal CRAL della Rizzoli di Milano, che regalò il prefabbricato ed una serie di volumi per la biblioteca.

Poiché a quasi due anni dal sisma sembrava alquanto calata l’attenzione della stampa e della cultura in genere, pensammo bene di chiedere agli amici di Milano di parlare con Fulvia Serra per un numero speciale di Linus sul terremoto.

Tra la fine di settembre ed i primi di ottobre giunse a Sant’Andrea un signore alto, dal bel portamento, con barba ed un paio di occhiali spessi per miopi: era il vignettista Sergio Staino, venuto per osservare e disegnare lo stato dell’arte.

Fu ospite a casa di Gabriele Giorgio ed ogni giorno girava con noi tutti i paesi del cratere, in particolare Conza, Morra e Lioni, oltre Sant’Andrea, ovviamente.

Non disegnava mai, ascoltava in silenzio e osservava, osservava tutto e tutti: come facesse a disegnare non si capiva.

Poi si scoprì l’arcano: a casa di Gabriele, dopo avere mangiato, si chiudeva in stanza e buttava giù i suoi disegni, facendo affidamento alla sua memoria portentosa, capace di riportare anche i dettagli più minuti.

Quando il numero di Linus di ottobre 1982 pubblicò la storia che ne venne fuori, noi del PCI di Sant’Andrea ne fummo orgogliosi, ma ci restammo anche un poco male: la storia, dal titolo “Festa con ballo”, metteva in evidenza tutti i rischi politici che il terremoto poteva rappresentare per le nostre terre, stante lo strapotere del sistema di potere democristiano, ma non risparmiava di sottolineare i limiti culturali e comportamentali di un gruppo di compagni meridionali, alternativi a parole, sembrava dire.

Fu così che si capì il metodo “maieutico” della satira di Sergio: individuare, colpire e condannare la trave negli occhi degli avversari, ma non risparmiando neppure la pagliuzza presente nei propri occhi. Ironia ed autoironia, questo è Bobo, cresciuto, però, da comunista, in un contesto di sinistra, partecipe di tutte le giravolte, le cadute e le risalite di un mondo che sembrava egemone, ma non lo era: e Bobo lo ha sempre saputo.

Non a caso, molti hanno visto in Bobo una caricatura di Umberto Eco: niente di più sbagliato, anche se lo stesso Eco si è più volte rivisto nel personaggio.

Con Sergio, successivamente, i rapporti erano radi e tenuti essenzialmente da qualche incontro occasionale e dai caciocavalli che Gabriele gli mandava a Scandicci per il tramite di Pennella, nostro concittadino ivi residente.

A partire dal 1995, però, tutto è cambiato: la nuova amministrazione aveva la disponibilità di una fantastica struttura – l’ex Fornace – adattissima ad ospitare mostre di ogni tipo.

Chiedemmo a Sergio se avesse voluto far ritorno, anche per apprezzare le novità da quel terribile sisma.

Fu così che venne per discutere con i suoi vecchi amici e ci portò una mostra di oltre 30 disegni a colori in formato 60x80.

Furono due giorni fantastici di mostre e confronti col pubblico venuto da tutta la Campania: rimase, come ebbe a dire al Corriere della Sera e all’Espresso, perplesso e soddisfatto di scoprire che i vecchi compagni erano tutti iscritti all’Arci Gola presieduto dall’ex Sindaco Antonio Vespucci (Sergio era stato, con Guccini Carlin Petrini e qualche altro, tra i fondatori dell’Arci Gola).

Da quel momento non ci siamo più persi di vista: ogni sua discesa a Sud, oppure una nostra presenza in Toscana, era occasione per incontraci.

Nel 2005, poi, avvenne una nuova svolta: la sua disponibilità ad accettare gli inviti a scuola.

Infatti, accettò di presenziare un incontro dell’Istituto Superiore De Sanctis di Sant’Angelo organizzato dall’Avv. Raffaele Capasso per ricordare la Costituzione ed in particolare l’Art.21 sulla libertà di stampa: Sergio riuscì ad incantare con le sue storie a strisce un uditorio di centinaia di alunni dei nostri paesi, rimanendone soddisfatto e piacevolmente colpito.

Con lo stesso spirito, nel 2009 venne all’Istituto Maffucci di Calitri in occasione del cinquantesimo dell’Istituto d’arte: visse una giornata spasmodica, prima in assemblea a dialogare con gli alunni, subito dopo ad inaugurare una mostra stupenda realizzata dagli ex docenti ed alunni [credevo di essere nel mio Sud, potrei essere anche a New York, disse], e di corsa sul Vesuvio dove attendeva l’arrivo del giro d’Italia che seguiva per il quotidiano l’Unità, che poi gli è toccato dirigere. L’anno successivo fece felice un gruppo di studenti di Calitri che a tutti i costi volevano conoscere Guccini: l’incontro avvenne a Napoli proprio grazie ad una telefonata di Sergio.

Sergio Staino a Sant'Andrea di Conza

I ragazzi, in piena autonomia vollero ringraziarlo con un regalo in occasione dei suoi 70 anni nel giugno del 2010.

E siamo giunti ad oggi.

Sergio non fa certo mistero della sua quasi cecità – anche perché per vedere gli bastano gli occhi della sua amata Bruna – ed ha seguito con attenzione e partecipazione il progetto di Monteverde paese accessibile a tutte le disabilità, che il vice sindaco gli ha sempre descritto, ricordandogli l’impegno ad essere presente per l’inaugurazione.

Sergio è persona di altri tempi: è ancora convinto che le promesse degli uomini buoni e puri siano obblighi. Ed è stato lui a chiamare per dire che il momento per tenere fede agli impegni era giunto.

Venendo a Monteverde, però, non poteva non passare per la sua Sant’Andrea e salutare gli amici di ieri e di oggi e per fargli vedere due belle realtà che dovrebbero convincerlo ulteriormente di quello che ebbe a dire a Repubblica nel 1995: «Quando prima si pensava al Sud, lo si collegava immediatamente ad un’idea di arretratezza. Da tempo mi sembra che non sia più così.»

Purtroppo, ora il Sud è tante cose: nel 1995 aggiunse: «E il Mezzogiorno di oggi non saprei davvero come raccontarlo in una delle mie strisce.»

Vediamo se qualche anno dopo ha maturato nuove idee, e sarebbe molto bello se regalasse nuove strisce proprio dall’Irpinia.

Gerardo Vespucci