L'Episcopio (da Ovest)
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Messo sotto sequestro il cantiere eolico, plaudono le associazioni e alcune amministrazioni comunali del comprensorio.

Andrea Ricciardiello

10 novembre 2018

Dopo l’incontro del 7 novembre, avvenuto a porte chiuse e riguardante il caso eolico selvaggio a Conza, tra una ...

I tecnici del cantiere del parco eolico di Conza [Foto Francesco Di Geronimo]

... delegazione composta da alcuni sindaci del comprensorio e il governatore della Campania Vincenzo de Luca e su cui vige il massimo riserbo, il giorno 8 novembre i carabinieri del comando di Sant’Andrea di Conza apponevano i sigilli al cantiere, dove erano in corso i lavori che di lì a qualche mese avrebbero portato alla costruzione di un nuovo ed ennesimo parco eolico, costituito da una decina di pale alte un centinaio di metri situato in località la Serra nel territorio di Conza. A causa della notevole vicinanza non solo del parco archeologico di Compsa, ma soprattutto dell’oasi naturalistica, che avrebbe potuto causare la morte di numerosissimi uccelli migratori risucchiati dal vortice delle enormi pale, è stato quindi oggetto nei giorni scorsi di non solo di manifestazioni pubbliche di protesta, come quella del 27 ottobre a Conza allestita dall’associazione Io voglio restare in Irpinia, ma anche da quelle che si sono tramutate in esposti alla magistratura, come quella dell’associazione ambientalista del WWF e delle amministrazioni di Conza, di Teora e Sant’Andrea di Conza, che tenendo a cuore la delicata e precaria situazione socio-economica che stava vivendo in quel momento il comprensorio, reclamavano che un nuovo inserimento di queste strutture avrebbe minato per sempre il già delicato e precario sistema ambientale, e compromesso irrimediabilmente il grande lavoro che alcune amministrazioni della zona stavano attivando da anni nella zona per cercare di uscire da una crisi occupazionale che da tempo attanaglia il territorio dell’Alta valle dell’Ofanto.

I motivi per cui i carabinieri, ieri hanno apposto i sigilli, non mi sono note, inoltre come già descritto dal sottoscritto su questa testata, qualche giorno fa, il problema si sarebbe ripresentato se il parco sarebbe stato completato. Infatti il territorio detiene, come ben documentato da ricerche archeologiche, da ritrovamenti fortuiti, o da evidenze monumentali e paesaggistiche, una percentuale molto alta di beni inseriti nel patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, i quali in base ad alcune normative del codice del 2004, sono tutelati a tal punto che chiunque frapponi fra i punti panoramici e il bene impedendone l’accesso o la visione sono punibili penalmente e pecuniariamente.

Il cantiere del parco eolico di Conza (1) [Foto Francesco Di Geronimo]

Allora ci viene da domandare perché noi Italiani e ancora di più gli Irpini, siamo ancora qui a dovere combattere, costretti a mobilitarci per l’ennesima volta, contro questi scempi, in una zona, che secondo la legge e secondo quelle che sono le regole dello sviluppo sostenibile non dovrebbero esistere. Lo sviluppo sostenibile, come molti dovrebbero conoscere, è costituito da regole accettate da centinaia di paesi in tutto il mondo e sostiene che in un territorio, qualunque cosa si operi, si deve farlo tenendo conto di chi, dopo di noi, dovrà poter percepire le stesse emozioni o le stesse sensazioni che noi, in questo momento, stiamo godendo attraverso i sensi, nell’usufruire delle bellezze che il territorio e il patrimonio culturale e ambientale ci donano in ogni momento. Fare arrivare ai posteri, quindi, un territorio ecosostenibile, incontaminato. Lo sviluppo sostenibile quindi si basa sui tre principi fondamentali: dell’integrità dell’ecosistema, dell’efficienza economica e dell’equità sociale. Allora questi mostri cosa ci fanno in quest’area, potevano essere sostituiti, da altre fonti energetiche alternative? Chi ha permesso tutto ciò era a conoscenza, inoltre, del nostro patrimonio alienabile? Se sì perché siamo ancora in queste condizioni? Vuol dire che ci sono interessi che noi non conosciamo, altrimenti perché continuare su questa linea in un territorio che sta cercando di sopravvivere, di esistere, ma soprattutto di resistere a una lenta agonia?

L’Alta Valle dell’Ofanto è una delle zone con la più alta percentuale di beni culturali e paesaggistici concentrati in un’area così ristretta: mulini, gualchiere, castelli, chiese, monasteri, conventi, abbazie, aree e parchi archeologici e oasi naturalistiche, siti e resti d’insediamenti preistorici, dell’Età del Ferro e Arcaica, aree archeologiche che testimoniano la presenza d’innumerevoli fattorie e ville romane. Quindi un patrimonio culturale unico nel suo genere, e che non meritava, in base alle leggi, lo scempio che da anni esso sta subendo. Infatti, l’art. 2 delle Disposizioni del codice del 2004, stabilisce, infatti, che i beni paesaggistici costituiscono, insieme con i beni culturali, il patrimonio culturale e, al successivo terzo comma, prevede che sono beni paesaggistici “gli immobili e le aree indicati all’art. 134, espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, il paesaggio, quindi è a tutti gli effetti, un bene del patrimonio culturale, che è inalienabile.

L’Art. 134 introduce una lista di beni paesaggistici per i quali interviene la dichiarazione di notevole interesse pubblico, fra i quali:

  1. ) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali;
  2. ) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della parte seconda del Codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza;
  3. ) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri e i nuclei storici,
  4. ) le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di queste bellezze.

L’Art. 142 individua le aree d’interesse paesaggistico, e quindi tutelate per legge, quali:
I territori costieri, quelli contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi, i corsi d’acqua, le montagne, i parchi e le riserve nazionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi, i territori coperti da foreste e da boschi, e le zone di interesse archeologico.

Il cantiere del parco eolico di Conza (2) [Foto Francesco Di Geronimo]

Tutte queste bellezze, essendo ben presenti nel territorio preso in esame, sono tutelate per legge, e quindi chi ne altera, non solo distruggendo in senso fisico delle componenti strutturali, naturali, storici del paesaggio, ma anche attraverso un’alterazione che ne comporti il deturpamento. In particolare l’alterazione ricorre quando il godimento estetico del bene viene a essere limitato; ad esempio anche per il solo fatto dell’alterazione dell’equilibrio fra la natura e l’area edificata (l’Oasi di Conza), o come il vincolo panoramico in cui si prevede di non effettuare lavori o introdurre modificazioni che rechino pregiudizio al loro aspetto esteriore, o che si possa limitare la visione di un bene attraverso l’inserimento di cose tra il punto panoramico e il bene da godere (le pale che vediamo sulle cime delle colline ostacolano proprio questo diritto ), ma soprattutto limitano i vantaggi economici che gli attori presenti nel territorio perdono.

Oggi l’art. 167 del Codice dei Beni Culturali e paesaggistici, rileva che chiunque, danneggi, alteri, o ne privi la sua visione, è punito con un anno di carcere e al pagamento a proprie spese del danno arrecato, che nella maggior parte è inestimabile. Infatti, i parchi eolici già presenti nel nostro territorio e quello che dovrebbe sorgere nei pressi del lago, non solo non facilitano l’accesso alle bellezze naturali, ma ne ostacolano il godimento visivo da parte del pubblico, e che quindi rischiano una volta montati di essere, per legge, abbattuti con lo scopo appunto di migliorare la visuale dei beni culturali e ambientali. Un’altra arma a cui potere accedere per la difesa del territorio, è il vincolo dell’Art. 45 del Codice, che viene definito vincolo indiretto, o come preferiscono chiamarlo vincolo di completamento perché completa la visione, la fruizione e la tutela dell’immobile, che in questo caso comprende tutto il paesaggio dell’Alta valle dell’Ofanto. Infatti, sono molti i casi in cui le Sovrintendenze, dopo le denunce effettuate da alcune amministrazioni, associazioni o semplici cittadini, sono state costrette a fare smontare numerose antenne, pale eoliche o parchi fotovoltaici, arma che per fortuna non va in prescrizione.

Inoltre, la cosa più grave e che nessuno sa, purtroppo, che a pagarne le spese, in caso in cui, in un contenzioso, la sentenza dovesse dar torto a chi si appresta a montare o ha già installato delle pale eoliche, non sarà responsabile solo la ditta appaltatrice, ma gli ignari proprietari dei terreni, che autorizzando a terzi l’uso del terreno e com’è successo in passato, saranno complici e dovranno In questo caso risarcire il danno arrecato. Infatti, l’Art 172 punisce chi non osserva le prescrizioni della tutela indiretta e in queste situazioni, il Ministero ordina al responsabile l’esecuzione a sue spese delle opere necessarie alla reintegrazione.

Quindi, consiglio vivamente ai proprietari di terreni, di non affittarli, ma di venderli, onde evitare contenziosi contro il Ministero. Finendo, dico che il Codice del 2004, ben definisce quelle che sono le armi con cui lo Stato, tutela, valorizza il nostro Patrimonio Culturale e Ambientale, ma che qui da noi, mi dispiace dirlo, in alcuni casi è stato disatteso, per scarsa volontà di qualcuno, che non sta a me identificare, ma che poteva in certo qual modo evitare questo illegittimo abuso. Spero, attraverso questo mio lavoro, di aver dato un piccolo contributo a questa causa e a chi, e sicuramente siamo in tantissimi, sta lottando affinché gli interessi di pochi si tramutino in quelli di tanti.

Andrea Ricciardiello


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(Rosario Cignarella)
Prima pubblicazione: 19 febbraio 1999

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