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Categoria: Attualità Visite: 834

Unione Europea contro governo italiano - Chi ha ragione?

Spazio economia


Alex Frino
Professore di Economia e Vice-Rettore, Università di Wollongong.

Un'accesa discussione è in corso tra il governo italiano e l'Unione Europea sulla credibilità delle previsioni di crescita economica per l'Italia. La previsione di crescita del governo italiano nel suo documento di bilancio presentato per ...

Andamento del PIL in Italia

... l'approvazione all’UE e poi respinto, è stata dell'1,5 percento. Al contrario, l'UE ha previsto solo l'1,2% di crescita, piazzando la crescita del PIL Italiano le più basse previste tra tutte le nazioni europee. Il ministro dell’economia Tria ha dichiarato "La stima è frutto di un'analisi non attenta e parziale", mentre Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e finanziari, in una recente conferenza stampa internazionale ha risposto: "Le nostre sono prospettive oggettive, imparziali, basate sui dati del governo italiano ". Ma alla fine la differenza sembra essere molto piccola. Perché questa differenza nelle previsioni causa così tanto dibattito? Ma fondamentalmente, chi ha ragione?

Previsioni di crescita del PIL in Italia per il 2019

Una differenza dello 0,3 percento nella crescita economica sembra un numero così piccolo,ma perché è importante? La crescita economica è misurata dalla crescita del Prodotto Interno Lordo, o PIL. Il PIL è il valore di tutti i beni e servizi prodotti in un paese. Per il cittadino comune è importante perché riflette il valore dell’attività economica e quindi si riflette nell'occupazione. Maggiore è la crescita del PIL, maggiore sarà la necessità di assumere persone. Tuttavia è anche importante per i governi per un altro motivo. Quanto maggiore è il PIL, tanto maggiori saranno le tasse riscosse dal governo per sostenere tutte le sue attività, ad esempio cose come un reddito minimo garantito o tagli fiscali se il governo ha un eccesso di denaro.

Ora una differenza dello 0,3 percento potrebbe non sembrare molto, ma si consideri che il PIL dell'Italia è di circa 2 trilioni di euro. Significa 2 milioni di milioni di euro! Quindi lo 0,3 percento, che è la differenza di previsioni tra l'UE e il governo italiano per il 2019, è pari a 6 miliardi di euro, questo è un numero enorme. Considerato un reddito medio annuo dell'Italia di circa 30.000 Euro, stiamo parlando di 200.000 posti di lavoro in Italia, adesso si capisce come non sia più piccolo. Inoltre è importante perché, considerata l'attuale aliquota fiscale, stiamo parlando di un numero che si avvicina a 2 miliardi di euro di entrate fiscali che non sono pochi. Questo è ciò che è al cuore di tutto, le entrate fiscali. Poiché questo numero implica maggiori entrate fiscali significa che ci sono più soldi in circolazione per sostenere il debito pubblico o ridurre il deficit mentre si spende denaro. Questo è esattamente ciò che il numero dichiarato dall'UE sta mettendo in discussione.

Ma chi ha ragione?

Si prevede che la crescita economica in Italia quest'anno si aggiri attorno all'1,2 percento. Inoltre, le altri grandi agenzie che rilasciano previsioni, tra cui il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), prevedono una crescita economica dell'1-1,1 per cento circa nel 2019. Quindi su questa base sembra che la previsione del governo italiano sia eccessiva. Ma è così?

Previsioni di crescita del PIL in Italia per il 2017

In fondo, tutti questi numeri sono delle previsioni. E le previsioni possono essere sbagliate. Se guardiamo alle previsioni del 2016 per il 2017 rilasciate dalle stesse agenzie, nessuna delle principali previsioni economiche era corretta. Prevedevano una crescita economica per il 2017 compresa tra l'1 e l'1,4 per cento. La cifra reale per il 2017 è stata dell'1,6 percento. Quindi l'errore nella previsione era tra 0,2 e 0,6 percento.

Allora, chi ha ragione? Questa è la domanda sbagliata. Bisogna chiedersi, chi avrà ragione? A mio parere, la crescita del PIL nel 2019 dovrebbe essere un numero diverso dall'1,5 o dall'1,2 percento. Il margine di errore tipicamente effettuato nelle previsioni è maggiore della differenza tra le previsioni dell'UE e del governo italiano. Per me, una discussione sul fatto che la previsione sia dell'1,2 percento o dell'1,5 percento è simile alla discussione, come dicono gli inglesi, su "quante fate possono ballare sulla punta di uno spillo". È una sciocchezza.

Alex Frino
Professore di Economia
e Vice-rettore
Università di Wollongong

Articolo pubblicato su "La Fiamma" di Sydney (Aus) e su Facebook