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Categoria: Attualità Visite: 1060

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

LETTERA APERTA

È mio dovere civico motivare il perché mi trovo a capeggiare la lista “Paese mio”. Poi ognuno è libero di fare le sue considerazioni.

Durante il periodo preelettorale, con insistenza, un flash-back mi ha ...

Il simbolo delle lista "Paese mio"

... portato indietro nel tempo fino all’età dei miei 15 anni. Avevo l’impressione di rivivere la stessa angosciosa situazione.

Allora, all’appuntamento elettorale la sinistra arrivò divisa e dilaniata da lotte interne nei due suoi partiti più rappresentativi, il PCI e il PSI (circa 600 voti insieme!). Il marasma era tale che addirittura non si riuscì a presentare la lista per le elezioni amministrative del 27 maggio 1956.

Il professore Francesco Iannicelli, sindaco uscente, era molto preoccupato; c’era il fondato pericolo che la sua lista potesse rimanere l’unica e pertanto gli era quasi impossibile raggiungere il 50%+1 del corpo elettorale come previsto dalla legge. La conseguenza sarebbe stata la nullità delle elezioni e l’arrivo di un Commissario.

Così, lui stesso favorì, tramite le sue amicizie con alcuni esponenti della sinistra e l’intermediario Andrea Piccininno, la formazione di una lista di garanzia per evitare l’onta del commissariamento.

Non occorre la mia memoria per ricordare che nell’estate del 1987 il nostro paese ha vissuto questo nefasto evento quando per un ricorso elettorale furono annullate le elezioni nella terza sezione. Furono mesi di totale immobilismo che ritardarono la realizzazione dei tanti progetti che l’Amministrazione aveva messo in campo.

Io che ho vissuto sia le vicende del 1956 sia quella del commissariamento del 1987, dai vari rumors provenienti dalla coalizione dei “moderati” della tornata elettorale del 2014, temevo che si potesse di nuovo verificare la stessa situazione del 1956. Oltretutto, in cinque anni l’opposizione non ha fatto altro che: «... trincerarsi e chiudersi ostinatamente in se stessa nella ossessiva ricerca di chi non l’aveva appoggiata considerandolo un nemico mortale. E’ chiaro che dopo cinque anni di isolamento non era più in grado di esprimere un’idea, un progetto, un gruppo che potesse fungere da guida seria ed autorevole per proporre una lista che avesse la possibilità di essere un’alternativa credibile…» [santandreaconza.altervista.org]

Da qui la mia idea che si dovesse promuovere, in via cautelare, una seconda lista con lo scopo, in primo luogo, di rendere valide le elezioni, e poi dare, comunque, la possibilità ai cittadini di esprimere il proprio pensiero tramite il voto.

Un gruppo di amici, con i quali condividevo queste preoccupazioni, e lo stesso sindaco uscente Pompeo D’Angola mi hanno spinto e incoraggiato a capeggiare questa eventuale lista.

Non sono mai stato una persona di sole parole; ho sempre dimostrato nella mia vita professionale e politica che quando bisogna lottare e agire per combattere ciò che consideravo un sopruso, una prevaricazione o portare avanti un progetto che ritenevo qualificante, mi sono sempre assunto le mie responsabilità di azione. Così ho dato la mia disponibilità a capeggiare un’eventuale lista di garanzia (detta tecnicamente Civetta).

Ma nel momento in cui bisognava veramente formare la squadra dei candidati della lista “Paese mio” non abbiamo trovato molte disponibilità: chi non credeva possibile l’evento, chi non lo prendeva sul serio, chi non voleva assumersi nessuna responsabilità. Come sempre, è troppo facile disquisire, ma quando si tratta di mettere la propria faccia… manca il coraggio delle proprie azioni e si preferisce fuggire!!! Purtroppo, si è dovuto fare di necessità virtù e ricorrere a parenti e amici. E la lista “Paese mio” è stata presentata solo all’ultimo momento quando si è avuta la certezza che non ci sarebbe stata nessuna altra lista a competere.

Non tocca a me elencare quello che è stato realizzato, lo farà sicuramente il Sindaco con tutti i dettagli possibili. Ma mi sento comunque di dire – anche se forse sarà considerato di parte – che chi non ha paraocchi, chi non nutre rancore per qualche torto ricevuto, chi non è invidioso o livoroso, deve riconoscere che sono stati dieci anni di buona amministrazione. Poteva fare meglio? Senz’altro. Lo farà durante i prossimi cinque anni.

L’accusa di autoritarismo e di narcisismo?

Dimostrarsi debole nell’amministrare la cosa pubblica non fa mai bene. Il compiacersi di operare bene per il proprio paese, di dare un certo sollievo alle esigenze dei propri cittadini fa parte della natura umana. Se non eccede, il dargli addosso è solo invidia.

Giuseppe Mastrodomenico al PC

Conoscendomi, non credo proprio che il sindaco abbia fatto un buon affare proponendomi di capeggiare la lista “Paese mio”. Per carattere non sono mai stato Epicuri de grege porcum, non nel suo significato edonistico, ma politico. Per cui la mia presenza come consigliere di “minoranza” non sarà di semplice partecipazione, e men che mai di opposizione sterile e silenziosa. Sarà senz’altro collaborativa e di pungolo costante per permettere di realizzare tutto ciò che è utile per il nostro paese.

Ma se bisogna criticare scelte che non vanno nella giusta direzione, se bisogna condannare favoritismi e disfunzioni, lo farò senza timore e con tutta la mia caparbietà.

E dal momento che mi troverò, comunque, ad avere un ruolo istituzionale non me ne starò con le mani inerti. Ho tanto tempo libero, mi propongo di istituire un Centro di ascolto dove formalizzare istanze e proposte debitamente motivate e sottoscritte dai cittadini proponenti che vogliono dare il loro contributo fattivo alla risoluzione di problemi di natura sociale e culturale. E sarò in questo modo il loro l’intermediario con l’Amministrazione.

E perché no, da cosa nasce cosa; chissà, si potrebbe dare inizio ad una nuova stagione politica con la partecipazione di tutti quei giovani che vogliono impegnarsi seriamente per consentire nel futuro una vera scelta tra chi vuole amministrare la cosa pubblica.

E poi ho un sogno personale che, negli ultimi tempi, giorno dopo giorno, da quando mi sono trasferito dai miei suoceri bisognosi di assistenza ha preso consistenza nella mia mente.

Mi veniva da pensare ai tanti anziani ospiti degli ospizi del circondario che non potevano godere di questo privilegio di affetto e di assistenza. E non perché i figli siano degli snaturati, ma perché per lavoro sono costretti a stare lontano centinaia di chilometri.

Sono un appassionato di statistica paesana: a S.Andrea l’invecchiamento della popolazione è un dato di fatto. Su circa 1400 residenti gli anziani, maschi e femmine dagli 80 anni in sù, si aggirano intorno alle 200 persone. Tantissimi hanno i figli lontano, a tanti toccherà una badante o, in alternativa, proprio l’ospizio. E allora? Anch’io, come tanti, penso ad un diverso uso del Seminario; proporrò di far redigere da esperti del settore un vero progetto per l’accoglienza degli anziani. Intendo sottoporlo all’attenzione del C.C. e del Vescovo. E lottare per la sua realizzazione.

Sono consapevole del momento di smarrimento che sta vivendo il paese: ognuno ha perso qualcosa. Ma da questa fase di criticità dobbiamo tutti uscirne con la consapevolezza che solo mettendo da parte rancori, torti veri o presunti subiti, possiamo ricostruire rapporti vivibili per un futuro migliore per tutti.

GIUSEPPE MASTRODOMENICO

Un piccolissimo commento a questa lettera

A parte i complimenti e l'ammirazione per il coraggio dimostrati alla tua notevole età, una semplice domanda ... doppia: Credi davvero di aver salvato la patria con la tua candidatura e la tua lista? Non pensi sia il caso di riposarsi dopo esserti dato da fare per tanti anni?

Per il resto invito a rileggere la pagina "Mai così in basso a Sant'Andrea di Conza", pubblicata alcuni giorni dopo la presentazione delle liste, nella quale esprimevo le mie considerazioni.

Rosario Cignarella