L'Episcopio (da Ovest)
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Intervento di chiusura del prof. Mastrodomenico

Non amo parlare a braccio, mi conosco, sarei alquanto dispersivo. A me piace scrivere perché riesco a rendere più compiutamente le mie idee e i miei pensieri.

E mi piace il contradditorio diretto che mi permette di ...

Il prof. Giuseppe Mastrodomenico

... dialogare e confrontarmi, di rintuzzare o chiedere scusa se volano parole fuori posto.

Forse non ci crederete. Nonostante la mia continua presenza e ingerenza nelle varie tornate elettorali amministrative, questa è la seconda volta che parlo da un balcone.

La prima volta da candidato nelle elezioni del 1970, e questa sera come candidato della lista N° 2.

Fu in compianto Giorgio Gabriele a costringermi a dare il mio contributo per tentare di concedere un po’ di riposo ai democristiani che amministravano Sant’Andrea dal dopo guerra.

Con quella esperienza capii che per il mio carattere poco incline alla sudditanza, ai compromessi non ero il tipo adatto a fare l’amministratore. E decisi che non mi sarei più candidato per ricoprire tale ruolo.

Allora cosa mi ha spinto, a distanza di quasi mezzo secolo, a venir meno a quella decisione?

Nel momento in cui si è prospettato che non ci sarebbe stata una seconda lista, questa volta, senza essere costretto, ma sollecitato da alcuni amici che mi hanno ritenuto il più adatto a guidare una lista di garanzia per evitare di consegnare Sant’Andrea a un commissario, ho dato la mia disponibilità.

No, non credo per niente di essere il salvatore della patria, ma la storia insegna che anche le amministrazioni democratiche elette possono trasformarsi in una specie di strapotere se la governance avviene nell’indifferenza non solo delle opposizioni ma anche dei cittadini se non prendono iniziative con azioni reali che mirino a limitarlo, a costo anche di essere discriminati.

E siccome, con probabilità vicino alla certezza, il mio compito non sarà quello di amministrare, il caro sindaco Pompeo non ha fatto proprio un buon affare nel vedermi costantemente tra i piedi.

E questa sera sto su questo balcone anche per dare una parvenza di dibattito almeno nell’ultimo giorno di questa nostra strana tornata elettorale.

Non sono emozionato, ma avverto un latente disagio nel vedere questa piazza così poco affollata. Nel passato non è stato così.

Qualcuno potrebbe obiettare che la colpa è dello spopolamento e dell’invecchiamento che sta subendo il nostro paese.

E questo è una sacrosanta verità.

E poi, quando non c’è vera competizione, quando non ci sono programmi alternativi, si perde anche l’interesse sia ad ascoltare che a partecipare.

E inoltre c’è in giro anche tanta abulia e disinteresse per la politica, tranne poi lamentarsi che sono sempre gli stessi ad occupare gli spazi della vita amministrativa impedendo agli altri di crescere.

E già, non occorreva un vecchio professore di matematica, così sono stato definito da un anonimo scrivano, a mettere la sua faccia per evitare un eventuale commissariamento.

Per noi della vecchia generazione sono stati i partiti a formarci, a guidarci, ad invogliarci ad assumere ruoli politici. Qui a Sant’Andrea tantissimi giovani frequentavano con assiduità le sezioni del PSI, del PCI, della DC. Pur nella diversità delle idee e di concepire la politica, c’era scontro e confronto. E dopo la contrapposizione elettorale si riprendevano i rapporti di civile convivenza e si ritornava a dialogare.

Certo, lo capisco, a voi giovani di oggi mancano questi riferimenti e supporti formativi, e di conseguenza è più difficile addentrarsi nei meandri della convulsa politica attuale. Però, senza voler fare il saccente professore, consentitemi di dire che non ci volevano particolari capacità per formare una vera squadra da contrapporre a quella del sindaco D’angola, ma solo impegno e vera voglia di essere utile al paese.

La mia non è una squadra che si presenta per chiedere il vostro voto, e non abbiamo niente da aggiungere alla motivazioni già date nella lettera aperta ai cittadini e su quanto scritto sui tabelloni durante questa settimana.

Siamo solo delle persone legate per diversi motivi amicali e parentali ai candidati della lista N° 1, abbiamo solo voluto dare legittimità a questa elezione.

E credetemi, anche per parenti e amici non è stato facile esporsi alla critica, alla ironia, e persino alla maldicenza. Anche se tutto questo fa parte del gioco democratico quando si assumono pubblici impegni.

Vorremmo solo che il tutto avvenisse alla luce del giorno senza nascondersi dietro anonimi nomi. Verso questi ciarlatani che hanno voglia di mettere in mostra la loro vigliaccheria, il silenzio è la migliore ed unica risposta da dare.

Solo una puntualizzazione mi tocca fare su quanto ha scritto uno di questi. Mi accusa di aver sostenuto che l’opposizione uscente ha solo saputo seminare odio.

Questa affermazione è totalmente falsa, con i tre dell’opposizione ho sempre avuto rapporti civili, non ho mai pronunciato quel giudizio sia oralmente che per iscritto.

Adesso, credo sia mio dovere chiarire sia l’aspetto della legittimità della lista che rappresento, sia l’aspetto del commissariamento.

Presentare una lista come la nostra è una procedura legittima come afferma una sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa che è intervenuta nel 2010 su un ricorso proposto da alcuni elettori sulle liste civette. Essa mette in luce che: “non esiste alcuna norma dell’ordinamento nazionale che vieti tale presentazione”.

E sottolinea che “la presentazione di una lista civetta creata al fine di conseguire alcuni esiti della votazione, è un atto giuridico la cui validità non poggia sulle ragioni che ne sorreggono la presentazione e sulle persone che la formano. Gli organi preposti all’ammissibilità di una lista devono solo controllare che ci sia il rispetto dei termini, la completezza degli atti e delle modalità previste dalla legge”.

Detto questo, a quei pochi che hanno dichiarato: meglio il commissario che il sindaco D’angola, mi permetto di confutare questa loro dichiarazione.

Non so quanti di voi hanno vissuto quei sette mesi di commissariamento del 1987 che ha subito il nostro paese.

Sono passati ben 32 anni, forse nemmeno i cinquantenni di oggi possono ricordare gli eventi di quel periodo. All’epoca non avevano nemmeno partecipato alle elezioni del 1985.

Ebbene, quelle elezioni la sinistra le vinse per solo sei voti.

Sei voti di differenza sono sei amarissimi bocconi difficile da digerire. La DC per sfogare l’enorme delusione della sconfitta imbastì un ricorso elettorale nella speranza di sovvertire il verdetto delle urne.

Tra le tante motivazioni addotte il TAR recepì solo quella della incompleta vidimazione di alcuni fogli delle liste elettorali della terza sezione. Cioè mancava la firma di uno scrutatore. La legge ne prevedeva due oltre a quella del presidente.

E per questo mancato rispetto della legge, più formale che sostanziale, il TAR annullò le elezioni della terza sezione.

Così il Consiglio Comunale venne sciolto e Sant’Andrea subì l’onta del commissariamento. Furono 7 mesi di vuoto amministrativo.

Quando il 7 dicembre del 1987 si ripeterono le elezioni nella terza sezione tantissimi elettori che avevano votato DC due anni prima, punirono i loro rappresentanti che quel commissario avevano voluto. Immaginate, capovolsero completamente il risultato precedente. Così anche nella terza sezione vinse la sinistra annullando i 60 voti di vantaggio che aveva riportato la DC due anni prima.

Ironia della vita, si vinse per sei voti! Proprio come era successo nella vittoria globale del 1985.

Ora quale sarà il nostro ruolo durante i prossimi cinque anni?

Usare il termine opposizione con l’aggettivazione costruttiva non ha alcun senso.

Allora cosa fare? Ecco, la nostra intenzione è quella di fare da intermediario tra le proposte che vengono elaborate dai cittadini per sottoporle all’attenzione del Consiglio Comunale che dovrebbe valutarle, migliorarle e verificarne la fattibilità.

A tale scopo sto attrezzando un Centro di Ascolto sfruttando un mio locale che si trova in via Diramazione D’Annunzio. Ovviamente dovete essere voi cittadini a rendere reale questo mio progetto. Come? Venendo al Centro a dialogare con i tre eletti della listaN° 2 per formulare insieme proposte fattibili da portare avanti. Se questo avviene la nostra presenza al Comune non sarà inutile.

E concludo invitandovi a partecipare al voto anche perché ci sono le elezioni Europee così importanti per il futuro dei giovani.

E poi andare a votare è un diritto-dovere che eleva la dignità della persona permettendo a tutti di esprimere liberamente il proprio pensiero.

E da questo voto dobbiamo trovare la forza di riprendere una vita più serena e civile in questa nostra comunità che sta diventando sempre più ristretta. E nell’essere più piccola, specialmente noi che vi dimoriamo stabilmente, dovremmo essere sempre più coesi e meno litigiosi.

Giuseppe Mastrodomenico


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(Rosario Cignarella)
Prima pubblicazione: 19 febbraio 1999

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