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Inaugurato, nel giorno della Festa di Sant'Andrea, l'ambone della Chiesa Madre

Ieri, 30 novembre 2019, l'arcivescovo Mons. Pasquale Cascio, nel corso della Santa Messa in onore del nostro Patrono, ha provveduto alla benedizione del nuovo ambone che la famiglia Andreone ha voluto donare alla nostra comunità.

Si tratta di un'opera di particolare significato teologico - liturgico che dà una importante ...

Il nuovo ambone e l'altare della chiesa di San Domenico (1)
Il nuovo ambone e l'altare della chiesa di San Domenico (2)

... dignità al luogo della celebrazione della Parola.

Riportiamo di seguito, per chiarire questo significato, un brano della relazione che l'Ufficio Tecnico Diocesano ha preparato per l'occasione.

Il Sacrosanctum Concilium definisce bene che "la Messa consta di due parti: la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica tra loro strettamente congiunte da farne un solo atto di culto" (SC56). La distinzione dell'ambone dall'altare e nello stesso tempo la connessione con esso come è stata proposta nella nuova opera, permette ai fedeli di cogliere il significato della duplice mensa alla quale il Signore ci fa partecipare e mette in evidenza che soltanto chi riconosce il Signore nella sua Parola potrà riconoscerlo "nello spezzare il pane". La coerenza anche del materiali, marmo Rosso Verona e Bianco Carrara, alternati, lucidi e bocciardati, con la Mensa esistente, richiama questa intima relazione simbolica.

L'ambone è dunque stato concepito come un luogo, uno spazio, non un oggetto o un semplice arredo della chiesa. Tutti i documenti dopo la riforma liturgica, infatti, tendono a ribadire questo concetto dando disposizioni molto chiare al riguardo. Le norme impartite dalla CEI e soprattutto il recente Ordinamento Generale del Messale Romano affermano che "l'importanza della Parola di Dio esige che nella chiesa vi sia un luogo adatto dal quale essa venga annunciata e verso il quale, durante la Liturgia della Parola, spontaneamente si rivolga l’attenzione dei fedeli".

Comunemente si fa derivare il termine 'ambone' dal greco 'anabàinein' che vuol dire 'salire in alto'; il gradino presente alla base dell’ambone, infatti lo eleva dal piano del presbiterio perché questo luogo deve essere "conspicuus", ben visibile ai fedeli. Non a caso la sua posizione è stata pensata avanzata verso l'assemblea, non in linea con la mensa e ruotato verso l’asse centrale dell’aula.

Il nuovo ambone donato dalla famiglia Andreone

Iconologicamente questo luogo collega, in particolare, due momenti della storia dell'uomo: quello del peccato e della condanna all'inizio della Genesi e quello del compimento della salvezza con l’angelo che annuncia alle donne la resurrezione di Cristo. Per questo l'ambone è ‘icona spaziale della resurrezione’ o ‘icona del santo sepolcro', come viene definito da Germano di Costantinopoli.

L’opera realizzata, per questo, richiama con le sue volute laterali, che avvolgono il lettore che vi entra, proprio il sepolcro vuoto. Questo elemento sarà ulteriormente arricchito con due cornici a chiusura dei pannelli laterali.

Infine, il simbolo del santo Vangelo con incise la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, Alfa e Omega, al di sotto del leggio, significano la totalità dell'essere e l'eternità di Dio e di Gesù, principio e fine di tutte le creature secondo la citazione dell'Apocalisse.

«Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente» (Apocalisse 1,8)

A cura dell'Ufficio Tecnico Diocesano

Un grazie sentito, dunque, va rivolto alla famiglia Andreone che ha voluto arricchire con questa nuova, importante, opera la nostra Chiesa Parrocchiale.