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Categoria: Attualità Visite: 1385

Quale futuro per l'Alta Irpinia?

Nel locale della Società Operaia di Sant'Andrea di Conza si è tenuto ieri, 4 gennaio 2020, un incontro pubblico per discutere delle problematiche d'attualità in questo lembo d'Italia e tentare di individuare le possibili soluzioni condivise.

Diciamo subito che si deve ...

Il delegato alle Aree Interne Francesco Todisco

... ritenere positivo il bilancio dell'incontro, non fosse altro che per aver visto la partecipazione di un nutrito pubblico costituito da persone comuni, amministratori ed esponenti politici di varia provenienza: da Contursi (SA) a San Fele (PZ), tutti con rispettabili considerazioni e contributi di idee e di proposte più o meno condivisibili.

Tuttavia, a fronte di una questione ormai drammatica che il Dirigente Scolastico Gerardo Vespucci ha ben evidenziato considerando la situazione della popolazione scolastica provinciale, con tanto di numeri e statistiche, sono apparsi molto deludenti gli interventi della gran parte degli esponenti politici e degli amministratori intervenuti i quali, pur encomiabili per il loro impegno e per la passione che li contraddistinguono, sembrano non considerare adeguatamente lo stato di fatto. Ossia quasi tutti operano con assiduità e responsabilità ma con esiti scarsi che si misurano nel continuo spopolamento e nello scadimento della vita nei nostri piccoli centri.

La sala della Società Operaia di Sant'Andrea di Conza

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Quasi tutti hanno fatto appello a un intervento più accorto e corposo degli Enti superiori (Regione, Stato) nella programmazione, con interventi strategici specialmente nel campo dei trasporti e degli spostamenti (Alta velocità, nuove e strategiche tratte ferroviarie) ma che richiedono tempi troppo lunghi e che, d'altronde, potrebbero favorire ancor più la fuga da queste zone piuttosto che il ritorno o l'arrivo di forze fresche e integrative.

Certo sono emerse colpe e responsabilità pesanti delle classi dirigenti che hanno affrontato in passato la questione ma, a quanto risulta, quelle attuali non sembrano aver intrapreso la strada giusta. È emerso il fallimento degli interventi a pioggia, senza un coordinamento complessivo, ma specialmente del principale progetto pensato negli ultimi anni per il miglioramento della situazione, ossia del Progetto Pilota che tanto doveva servire allo scopo. A nulla serve incolpare il presidente De Mita che a qualche sindaco è parso inizialmente il più autorevole a rappresentare i Comuni dell'area e che ora se ne duole. È apparsa chiara in proposito la triste e ridicola parabola di coloro che hanno pensato di sostituire più proficuamente altri vecchi amici del Presidente, ingraziandoselo per trarne chissà quali benefici. Il Presidente De Mita ha ben più gravi responsabilità a partire dal rilancio di queste zone nel periodo del post terremoto del 1980. E questa non vuole essere un'accusa gratuita e immotivata bensì una constatazione della realtà. Grandissimi meriti ma anche gravi pecche.

Diversi partecipanti hanno avanzato proposte sensate e ragionevoli. Altri hanno illustrato progetti interessanti e rilevanti ma quasi sempre ignorando quali potranno essere i protagonisti degli stessi progetti. È emersa solo da pochi (in particolare dal giovane Dello Buono di Montella) la necessità di puntare sulle poche ma importanti risorse comunque presenti sul territorio e, rimboccandosi le maniche, puntare sulla produzione di beni originali ma provenienti dalla tradizione e valorizzarli adeguatamente con mentalità imprenditoriale.

Molto interessante l'intervento del delegato alle Aree Interne Francesco Todisco del quale sono indiscutibili la serietà e la caparbietà dell'impegno, ma anche da lui è venuto solamente l'indicazione degli interventi che hanno evitato fin qui situazioni peggiori. Ad esempio è noto che si è impegnato a sostenere l'artigianato e le capacità dei maestri di paese. Ma ormai l'artigianato e i produttori di eccellenze sono praticamente estinti!

In sostanza si può dire che o si cambiano metodi e punti di osservazione, con un ricambio generazionale profondo, oppure non se ne viene fuori. Coloro che hanno più di trent'anni possono solo aiutare i giovani a intraprendere strade nuove e a seguirli nel loro percorso e nei loro tentativi.

In ogni caso, si ripete, si è tenuta una discussione utile e proficua con l'intesa di ripetere sistematicamente incontri di questo tipo e con la speranza di individuare concretamente qualche ipotesi di rilancio o almeno di un freno alla desertificazine e all'abbandono.