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Categoria: Attualità Visite: 3472

... Conza?

Riproponiamo questo articolo, già pubblicato qualche tempo fa, perché sembra ancora di stringente attualità.

Tante sono le iniziative che vengono intraprese a S. Andrea di Conza da associazioni, istituzioni e anche da singoli soggetti, ma i risultati ...

S. Andrea di Conza, panorama da nordovest

... sembrano non premiare le energie profuse e lo spirito che le anima. Il paese sembra regredire sempre di più per cui viene spontaneo chiedersi: se andiamo avanti così che fine farà?
Vista la crisi crescente di gran parte delle attività (commerciali, artigianali, ecc.) e il continuo esodo di giovani, forse è il caso di porsi anche questa domanda.
Se, come appare evidente, le cause derivano per la gran parte dalla crisi generale che investe l'Italia e l'intero Occidente pure bisogna chiedersi cosa possiamo fare noi, a livello locale, per non far peggiorare ancor più lo stato delle cose. È altrettanto evidente che non esistono soluzioni semplici e automatiche, perché altrimenti sarebbero già state adottate e non staremmo qui a parlarne, ma ciò non esime anche il singolo cittadino dall'obbligo di effettuare un tentativo di analizzare con la massima lucidità e obiettività la situazione e coinvolgere la maggior parte della popolazione per individuare azioni e iniziative che possano frenare un declino che sembra ormai irrefrenabile e irreversibile.
Non si può credere che sia un problema politico (o, almeno, non solo) e non si intende aprire qui un dibattito sull'amministrazione comunale. Si spera invece che il problema venga affrontato negli aspetti più generali senza cedere al facile gioco delle accuse, delle responsabità e degli schieramenti.
Circa l'esodo dei giovani c'è ben poco da fare: se non si creano opportunità di lavoro anche qui sarà difficile fermarlo. Ciò che si può dire loro è solo di non troncare del tutto i rapporti con il proprio paese (magari proponendo qualche soluzione per chi resta anche se chi fa la proposta è lontano) e riflettere sulla possibilità di intraprendere attività che consentano di tornare e di svolgerle qui.
Una volta così succedeva: molti "emigrati" dopo un certo numero di anni e dopo aver accumulato un "gruzzoletto" tornavano ad investirlo qui. Ma si trattava di artigiani o commercianti. Oggi è ben più difficile.
Nel tentativo dell'analisi, un'altra delle cose che colpiscono è la tendenza a servirsi sempre meno delle attività commerciali presenti nel paese. Si dice (e forse è vero) che i santandreani sono stati sempre "amanti" dei forestieri ma non si può credere che oggi questa sorta di riverenza valga più di tanto: come dappertutto, nei piccoli paesi come nelle grandi città, l'esistenza dei grossi centri commerciali sta pressoché distruggendo i piccoli esercizi. Questi, giustamente, hanno reagito tentando di imitare i supermercati ma con risultati certamente non sufficienti. D'altronde non sono solo i grandi supermercati a creare problemi. Alcuni si servono di esercizi commerciali anche piccoli ma non qui a Sant'Andrea: ormai la concorrenza dei negozi di Conza è una realtà! Come mai succede?
Molto grave è da ritenere anche la chiusura in se stessi e la scarsa propensione al dialogo che riguarda un po' tutti. Si incontra gente che non saluta e (sembra) non voglia essere salutata. Ci si fa prendere da una sciatta abitudinarietà e si ignora il rispetto per gli altri.
E che dire della pessima abitudine di usare l'automobile anche per piccoli spostamenti o addirittura di "passeggiare (!?!?) con la macchina" . Proprio così: tanti portano a spasso i bambini con la macchina. Eppure, ormai da molto, l'automobile non è più uno status symbol. Anzi!

Parcheggio selvaggio in Piazza Umberto I

Non si tocchi poi il tasto delle soste "selvagge"! Ci sono alcuni punti del paese in cui automobili, furgoni e persino camion sembrano dei "monumenti" piantati lì perennemente come per rivendicare un diritto o per occupare un pezzo di suolo pubblico che "deve" diventare proprio.

In vista di un rilancio del paese (anche di tipo turistico) certamente potrebbe aiutare una maggiore cordialità, attenzione all'igiene e alla pulizia del paese da parte di tutti, un po' più di disponibilità e discrezione dei negozianti, un migliore e più efficiente funzionamento di uffici, negozi, ecc.
Per chi ha voglia di fare forse è il caso di selezionare con attenzione azioni e attività da intraprendere, riflettendo di più sulle eventuali positive ricadute che possono ottenersi ed evitando di sprecare le già scarse energie. Troppo spesso si assiste ad iniziative fini a se stesse, organizzate giusto per mettersi in mostra, per un deleterio e meschino protagonismo.
Meno chiasso, insomma, meno birra e infine, per favore, basta associazioni!
Tanta attenzione e rispetto, invece, per la cultura e per le produzioni culturali di tanti giovani che sono quasi sempre ignorate (in particolare tesi di laurea, studi, articoli vari).
Per chiudere si può dire che forse anche queste considerazioni saranno state inutili, ma ... parliamone! Queste pagine possono servire proprio ad aprire un dibattito, segnalare ulteriori cose che non vanno, suggerire soluzioni, e così via.

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