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... (Sec. XII): Contributo alla biografia del Santo e alla storia di Conza"

Da "il Seminario" n. 4/2015

La lettura del volume di Aurelio Pironti, Arcangelo Bellino, Gino Piccininno dal titolo “Herberto Consano Archie piscopo (sec. XII): contributo alla biografia del ...

Presentazione del libro 'Herberto Consano Archiepiscopo ...'

... Santo e alla storia di Conza” porta ad un coinvolgimento crescente, perché introduce il lettore in un tempo lontano e lo fa sentire a casa sua, nel suo ambiente e nella sua storia. Si può iniziare a leggerlo da curiosi, che velocemente sfuggono le gravose note; poi ci si appassiona, si ritorna indietro, si recuperano le note, che sono il sottosuolo del racconto, il materiale degli avvenimenti, quasi i minerali del suolo reale e simbolico del nostro territorio e della storia dei suoi abitanti.

La minuziosità, il dettaglio, la ricerca che scava il tempo e le carte, nell’antica storiografia greca, sono chiamate akribia. Essa è la prima garanzia della scientificità, della serietà e dell’attendibilità del lavoro storico; essa fornisce il materiale, che permette l’interpretazione per il salto nella storicità e per l’approdo alla verità storica. Grazie all’akribia i nostri autori non si sono smarriti ma hanno ricostruito, e gli stessi lettori non si fermano, né si perdono, ma si appassionano e diventano protagonisti della ricostruzione nel cuore e nella fantasia, luoghi umani, dove la storia raccontata rivive e, come un fiume carsico, riemerge nella storia vissuta.

Questo lavoro certosino ha permesso ai nostri autori di portare la vicenda di Erberto, arcivescovo di Conza, nella dimensione e nella finalità di ogni opera storica, che gli antichi greci chiamavano asphaleia, cioè solidità. Scorrendo i densi capitoli il lettore scopre la verità degli eventi, che hanno trasmesso la fede cristiana nel Medioevo, snodo epo cale anche per la nostra terra. La certezza dei testimoni della fede è garanzia per la solidità della nostra fede. Questa è madre di cultura e sa rive stirsi della cultura; dunque il volume aiuta a riscoprire un passaggio fondativo della no stra cultura. Essa non è chiusa o asfittica, possiede invece il respiro dell’Europa e contri buisce ai grandi scambi eu ropei: Erberto è inglese, ma sposa, ama e difende questa Chiesa, il nostro territorio e il suo popolo, proiettandolo nel circuito ecclesiale dell’impe ro e dell’Europa.

Il libro 'Herberto Consano Archiepiscopo ...'

In ultima analisi l’asphaleia-solidità della verità storica, a cui l’opera in esame approda, è il fondamento per ricon siderare e ricostruire l’identità del popolo, che è cristiano e greco-latino, conzano ed europeo. In questa prospettiva si invita a leggere il capitolo VI: “Erberto e l’amministrazione curiale del Regno di Sicilia” e il capitolo VII: “L’arcivesco vo di Conza al Concilio Lateranense III (1179)”. Sant’Er berto risulta un vero uomo di relazioni: da vescovo mette in relazione il nostro territorio con le vicende ecclesiali e politiche del tempo, da santo porta la fede del suo popolo a riferirsi a Dio e a quella catena di testimoni della sua per fetta santità; ne sono una chiara testimonianza il capitolo VIII: “il culto di Sant’Erberto nelle antiche catalogazioni dei santi e nella Cronista Conzana;” e il capitolo IX: “Sulle tracce della devozione”.

Tutto il lavoro di ricerca ci è consegnato nell’orizzonte interiore degli autori, che non inventa il passato, ma lo fa rivivere nel presente, per aiutare a vivere il presente. Essi si pongono in atteggiamento di umiltà e di apertura, perché la ricerca continui e il racconto non si interrompa, poiché la storia non si ferma. Questa dimensione interiore degli autori è indicata dal sottotitolo: “Contributo alla biografia del Santo e alla storia di Conza”. La parola contributo rivela l’umiltà e l’apertura verso nuove scoperte, è indizio di aver contribuito alla verità storica, con la consapevolezza che questa ci precede, ci coinvolge, arricchendosi del nostro contributo vissuto e raccontato, ma che essa va oltre nel tempo, il quale si avvolge intorno al fuso dell’eternità.

+ Pasquale Cascio arcivescovo