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ANNO DOMINI 2100
CI SARANNO ANCORA SANTANDREANI?

Pubblichiamo questo articolo, anch'esso tratto da "il Seminario" n. 1/2016, che ci ha particolarmente impressionato. Speriamo che venga letto dal maggior numero possibile di santandreani e li faccia riflettere. Soprattutto che susciti in chi si pone come classe dirigente l'esigenza di interrogarsi e di individuare qualche iniziativa che possa almeno deviare un percorso che sta portando il nostro paese verso la sua estinzione.

Ogni tanto, dopo una lontananza di più di mezzo secolo, un emigrante santandreano ritorna qui, al suo ...

La Piazza Umberto I di una volta

... paese natio: è partito da ventenne e ritorna da ottantenne. Eccolo, nell’anno 2016, aggirarsi per le vie del paese: stenta a riconoscerlo per le tante inevitabili trasformazioni subite; molti luoghi sono così diversi dai suoi ricordi giovanili!

Al rione Caggi, sull’irruente vallone e sull’antico immondezzaio ora c’è il piazzale Aldo Moro. Al posto della “cucina lampo” di Giovannina con la sua bettola ci sono i giochi per i bambini.

L’orto di “Peppetonno” è stato trasformato nel giardino Sandro Pertini.

Il rione Purgatorio e il Piano Marcellino, con i suoi impianti sportivi e l’insieme delle Case popolari, col ponte sull’Arso e il PIP è irriconoscibile anche da chi non si è mai allontano; ora in queste zone c’è persino l’accesso principale al paese che ha sostituito quasi le “consolari” via Ponte, via Pescopagano, via Calitri. Percorrendo queste strade, spaziando con la sguardo a destra e a manca, vede solo terre incolte.

E questo per quanto riguarda l’impatto paesaggistico.

Se poi si aggira, nel suo stupito e nostalgico vagare, per il corso, per le strade e vicoli, non può non accorgersi delle tante case vuote. E dire che ai suoi tempi tante famiglie numerose vivevano in pochi metri quadrati!

Di sicuro, si chiederà anche: dove sono finite le tante botteghe di falegnami, calzolai, fabbri, scalpellini...? E infine, non può non accorgersi anche del “deserto umano”. Ogni tanto incontra qualche persona; se il viso gliene ricorda una conosciuta gli abbracci si sprecano come pure le parole in ricordo dei tempi che furono. Nei moderni bar che hanno sostituito le vecchie osterie solo poche anime a tener compagnia al gestore.

La sera, al calar del sole, sulla “troppa” della fontana non vede più gruppi di uomini a trascorrere qualche ora di relax dopo una giornata di lavoro.

Certamente il nostro nostalgico emigrante intuirà che le case vuote e lo spopolamento è dovuto ad un nuovo esodo migratorio che costringe giovani ed intere famiglie ad andar via per mancanza di lavoro nell’intera zona.

Allora proviamo a chiederci: se uno di questi nuovi emigranti avesse la fortuna e la nostalgia di tornare anche lui dopo 60 anni, quale paese troverebbe?

Non ho la sfera di cristallo per parlare di eventuali altre trasformazioni che troverebbe, ma affidandomi alla statistica, mi sento di affermare che probabilmente non troverebbe più nemmeno un santandreano.

Dai dati in mio possesso provenienti dall’Istituto Nazionale di Statistica, si evince che, se non c’è una inversione di tendenza delle condizioni socio-economiche, Sant’Andrea è destinato allo spopolamento e all’invecchiamento.

Popolazione santandreana nel 2001 e nel 2015

La seguente tabella della popolazione residente per sesso, anno di nascita e stato civile al 31.12.2001 e quella relativa al 31.12.2015 dimostra che in solo15 anni si è avuto un decremento di ben 393 unità pari al 25,5% della popolazione.

Evoluzione della popolazione santandreana dal 2001 al 2015

Questo valore deriva dalla somma tra il saldo naturale (differenza tra le nascite e le morti) e il saldo migratorio (differenza tra emigrati ed immigrati ). Entrambi sono stati costantemente negativi negli ultimi quindici anni come si evince dalla seguente tabella illustrativa.

La somma tra i due saldi negativi corrisponde proprio 393.

Natalità e mortalità a Sant'Andrea di Conza

In genere le tabelle non offrono una visione immediata e di insieme di un fenomeno. I diagrammi rispondono meglio allo scopo. Ecco quello relativo al saldo naturale.

Quest’altro grafico si riferisce al saldo migratorio.

Immigrati ed emigrati a Sant'Andrea di Conza

In entrambi i casi la linea rossa della “morte” e dell’emigrazione sovrasta quella azzurra delle nascite e del ritorno a casa. A meno che non si vorranno considerare santandreani i futuri immigrati stranieri che già al 31.12.2015 corrispondono a 50 residenti.

Di questo passo nel giro di 60 anni, cioè intorno al 2075 nel nostro paese non ci sarebbe nemmeno un santandreano! Figuriamoci nell’Anno Domini 2100!

Popolazione santandreana per anzianità
Istogramma della popolazione santandreana per fasce di età

Per quanto riguarda l’invecchiamento prendiamo in esame queste altre due tabelle. Nella prima ho suddiviso la popolazione residente al 31.12.2015 tra quelli che hanno un’età inferiore ai 60 anni e quelli che hanno un’età superiore ai 60.

Popolazione santandreana per fasce di età

La seconda tabella rappresenta la popolazione divisa in fasce di età che vanno di dieci in dieci. Il relativo istogramma illustra meglio la differenza numerica tra uomini e donne.

Gli ultrasessantenni rappresentano il 34,4% della popolazione che secondo il mio parere è di un valore abbastanza alto.

Per meglio comprendere il fenomeno dell’invecchiamento ho calcolato l’età media della popolazione residente relativa ai due anni presi come riferimento.

Nel 2001 l’età media era di 44,13 anni; nel 2015 è risultata essere di 49,43 anni. Non credete che un’età media che aumenti di 5 anni e più (12%) in solo 15 anni non sia un indice preoccupante di invecchiamento?

Ho calcolato anche l’età media relativamente agli uomini e alle donne. Eccola illustrata da questa ultima tabella.

Età media della popolazione santandreana

Perché questa differenza di invecchiamento tra i generi? Dall’istogramma è chiaramente visibile, nella fascia giovanile (00-20) gli uomini sono in 46 più delle donne mentre nella fascia di età molto avanzata (80-100) le donne sono in 85 più degli uomini.

In conclusione, se questa tendenza dovesse continuare negli anni a venire con lo stesso ritmo, il paese si spopolerà e invecchierà rapidamente. Mi auguro che questa pessimistica previsione non si avveri.

Prof. Giuseppe Mastrodomenico