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Da "il Seminario" n. 2/2019

Preziose testimonianze di altri tempi

Poco tempo fa ho avuto la gradita sorpresa di ricevere in dono da un amico copia de “La Gazzetta Popolare”, settimanale cattolico dato alle stampe il 13 giugno 1901 presso la ...

Preziose testimonianze di altri tempi

... Tipografia Pergola di Avellino.

È un documento pregevole, ingiallito dal tempo, dai caratteri ancora nitidi, ricavati all’epoca con procedimento linotipico, la cui composizione richiedeva massima precisione ed esperienza non comune.

È una testimonianza preziosa di importanti avvenimenti storici della vita del nostro Seminario. Credo che sarà stato uno strumento importante d’informazione religiosa per i cattolici di tutta l’Irpinia in quel tempo e anche di grande prestigio per la firma di valenti professori del Seminario di Sant’Andrea.

Non c’è dubbio che il nostro Seminario Metropolitano è stato, in un passato molto lontano, faro di cultura e di formazione di schiere di giovani vocati alla vita sacerdotale e del ceto laicale, provenienti in particolare dall’Alta Irpinia; insomma un vivaio di pietà e di sapere.

La sua nascita risale al periodo dopo la Riforma Tridentina. Infatti, a seguito del decreto conciliare “De Reformatione” del 1563 furono istituiti molti seminari vescovili. Il maestoso edificio fu costruito accanto al Castello Baronale, trasformato in Episcopio, oggi sede del Comune.

"Gli Arcivescovi Conzani ebbero sempre a cuore la manutenzione del Seminario. Mons. Scipione Gesualdo nel Sinodo celebrato il 19 ottobre del 1597 ne determinò il buon andamento, mentre Fabrizio Campana il 6 gennaio 1655 alla insufficienza dei mezzi provvide con applicargli la rendita del Convento del Carmine di Andretta, soppresso da Innocenzo X. Inoltre altri degni prelati ebbero cura del sacro ateneo con ampliarlo ed abbellirlo sempre più, come Gaetano Caracciolo, Francesco e Giuseppe Nicolai, Michele Arcangelo Lupoli, Leone Ciampa, Gregorio De Luca, Salvatore Nappi, Nicola Piccirilli, Giulio Tommasi, mentre altri dettarono sapienti regolamenti per il buon andamento di esso, come Ercole Rangone, Ignazio Andrea Sambiase.... Gennaro Pellini e, per ultimo, Antonio Maria Buglione” (Don Pasquale Rizzo: Una perla nascosta. Don Agostino Arace da Andretta. Il Padre Santo, Tipografia Istituto Artigianelli Abruzzese 1955, Pescara).

A proposito di quest’ultimo presule la stessa Gazzetta Popolare riporta in prima pagina un lungo articolo del prof. canonico Francesco Greco che, per la ricorrenza del 25° di sacerdozio di Mons. Buglione, all’epoca arcivescovo di Conza e di Campagna, tesse l’elogio dell’illustre figlio di Monteverde, esaltandone l’ingegno, le qualità umane e sacerdotali, nonché la saggezza di pastore infaticabile mostrata nel governo delle due diocesi.

Il prof. Greco, infine, nel sottolineare che l’azione pastorale di Mons. Antonio Maria Buglione fu soprattutto orientata alla cura del clero, fa questa solenne affermazione: “Ben può dirsi che Egli se lo ha, in massima parte, formato con le mani Sue una volta che, da anni molti, ha dedicato al rapido e portentoso miglioramento dei due Seminari – di Campagna e di S. Andrea – tutta un’opera interessante di vigilanza, di oculatezza e di premura le più minuziose. [...]. Io non so precisamente della importanza del Seminario di Campagna, né stimo occuparmi, qui, partitamente delle benemerenze del Seminario di S. Andrea; ma sento il dovere di dichiarare solennemente che il Seminario di S.Andrea di Conza è, nel presente, uno dei migliori del genere in tutta l’Italia Meridionale; e, se io dico il ver, l’effetto nol nasconde. Lì ci sono egregi educatori, ottimi e valorosi insegnanti, un Rettore di gran merito, quale l’illustre Mons. D. Agostino Migliore, lì c’è la mente e il cuore dell’Ecc. mo Arcivescovo Buglione; come non raccogliere una messe abbondante dai tanti preziosi germi di virtù istruttiva ed educativa ?!...”.

Di primo acchito sembrano parole dettate da motivi opportunistici, più che per amore della verità. Ma l’appartenenza del canonico Greco alla diocesi di Avellino fuga ogni sospetto, perciò il suo giudizio è da ritenersi quanto mai veritiero e disinteressato, anzi all’epoca ha fatto da cassa di risonanza del prestigio e della serietà degli studi di cui godeva il nostro Seminario.

Fin dalla sua nascita, grazie alla lungimiranza e alla munificenza dei presuli che si sono succeduti sulla cattedra di S. Erberto, il Seminario Metropolitano di S. Andrea ha sempre svolto un ruolo di primo piano nella formazione intellettuale e spirituale dei chierici, con una qualche apertura agli esterni, poiché ambìto da molti come luogo di sicura morale e disciplina, oltre che di cultura.

Preziose testimonianze di altri tempi

Dopo i corsi di Rettorica, di Filosofia e di Teologia, i candidati al sacerdozio ricevevano l’ordinazione presbiterale nella Vice Cattedrale di S. Michele. Qui, il 23 aprile 1741, fu ordinato diacono il Servo di Dio don Agostino Arace, nativo di Andretta e morto in odore di santità, come riferisce il suo biografo don Pasquale Rizzo. Fu ordinato sacerdote il 22 dicembre 1742 nella cappella del Seminario di Nusco dal vescovo Mons. Gaetano D’Arco con lettere dimissoriali dell’Arcivescovo di Conza Mons. Giuseppe Nicolai.

Nel corso degli anni, a conclusione degli studi e con una certa regolarità, si sono susseguite le ammissioni agli ordini sacri.

Una conferma ci viene offerta da un trafiletto del corrispondente da S. Andrea, pubblicato in quarta pagina dello stesso settimanale e che volentieri riportiamo sulle colonne del nostro periodico. All’apice del suo splendore e della notorietà il Seminario di S. Andrea contava 140 alunni, con pochi esterni.

In occasione del suo Giubileo sacerdotale Mons. Buglione conferì l’ordine del presbiterato a 5 giovani, 9 furono i diaconi, 6 suddiaconi, 7 accoliti e 5 lettori. Tra costoro figurano anche due nostri compaesani, giunti poi al sacerdozio: don Raffaele Bellino e don Michelangelo Gallucci.

Un evento davvero eccezionale per il futuro della Chiesa diocesana di Conza. Merito del medesimo Arcivescovo, cultore delle discipline letterarie, scientifiche e morali.

Con la sua saggezza di pastore illuminato fece rifiorire gli studi nel nostro Seminario, ottenendo ottimi risultati, tanto che nel 1900 il Ministero della Pubblica Istruzione inviò una commissione governativa, presieduta da Nicola Zingarelli, noto autore del vocabolario italiano, per gli esami di licenza ginnasiale.

Vi partecipò come esaminatore di italiano, storia e geografia il trentaquattrenne dotto sacerdote Angelo Acocella di Andretta, già professore in Seminario, di cui divenne Rettore nel novembre 1901 e che resse con amore per un decennio.

Don Donato