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Categoria: il seminario Visite: 980

... visti da una giovane

Da "il Seminario" n. 4/2019

Premessa della Redazione

È risaputo che oggi si fa largo uso di alcool specie tra i giovani, un fenomeno che desta preoccupazioni di ogni genere, segno anche di un disagio giovanile molto diffuso, che interroga la società e la Chiesa. È il paradosso del consumismo. Siamo in piena emergenza. Abbiamo chiesto a due giovani di sesso diverso, nostri collaboratori, di tentare un approccio al problema con la loro specifica sensibilità, di comunicarci le loro impressioni e riflessioni.

Ci capita spesso, sempre con maggiore frequenza, di sentire al telegiornale o leggere sopra un qualsiasi quotidiano notizie di incidenti stradali causati dall’eccessiva ...

... assunzione di bevande alcoliche.

La movida e i giovani

Alla luce della drammatica situazione determinata dalla corrente epidemia, questo articolo sembra superfluo e superato. Crediamo però, nel contempo, che sia di stringente attualità perché fa riflettere sulla superficialità e sulla banalità di certi atteggiamenti che gli stessi giovani, solo adesso, forse, possono riuscire a comprendere.

R. C.

La storia della cultura gastronomica ha sempre presentato l’alcol come una delle debolezze della vita; infatti il vino rappresenta proprio il simbolo della cultura gastronomica italiana. Bere è diventato parte integrante di legame e di gioia nella nostra società. Quest’abitudine compare nelle nostre case al momento del pasto, durante i banchetti di qualsivoglia cerimonia e durante i momenti di svago, come ad esempio alle feste o nelle discoteche, specie durante l’intensa vita notturna.

A partire dall’età adolescenziale i ragazzi e le ragazze sentono l’esigenza di rafforzare e manifestare la propria identità, per cui cercano un modo che dimostri ai loro genitori che stanno crescendo, che anche loro, ormai, stanno diventando degli adulti, perciò fanno il possibile per riuscire ad assomigliarli. L’alcol è probabilmente uno dei modi più facilmente accessibili per realizzare una qualche forma di esplorazione e sperimentazione, in cui è anche contemplata una certa dose di trasgressione verso il mondo adulto. Allo stesso tempo è un espediente che permette loro di diventare e di sentirsi adulti, grandi e liberi. Ed è proprio questa speme di libertà che li rende inconsapevolmente prigionieri di sé stessi e dell’alcool poiché, appunto, il piacere di un momento diventa padrone di una vita.

Spesso i ragazzi, attraverso le bevande alcoliche, trovano una via di scampo, un modo che permetta loro di evadere dalle loro responsabilità, oltrepassando i limiti socialmente accettabili, cadendo nella voragine della dipendenza e dell’assuefazione che, come ben sappiamo tutti, nella maggior parte dei casi è causa di disturbi comportamentali, di tumori, di malattie cardiovascolari, eccetera. Se questo fenomeno si protrae nel tempo l’alcolismo, più che malattia, diventa uno stile di vita deleterio che causa danni irreversibili.

Bere diventa, dunque, una sfida per i ragazzi, una sfida che permetta loro di essere considerati forti, in grado di sopportare sostanze alcoliche. Alcuni non ci pensano due volte prima di “alzare il gomito”, anzi diventa per loro un motivo di vanto e, perfino, una sorta di competizione con gli altri e con sé stessi.

Resto nella convinzione che ognuno è artefice del proprio destino e che, pertanto, sia libero di scegliere cosa fare, quanti cocktail o bicchieri di birra bere. Il problema sorge nel momento in cui i ragazzi si lasciano sopraffare dalla poca responsabilità e dal poco buonsenso mettendosi alla guida in stato di ebbrezza, mettendo in pericolo la propria vita e quella degli altri, le cui uniche colpe sono di far parte di un mondo in cui persiste una numerosa fetta di popolazione immatura e, a mio parere, immeritevole di possedere il bene più grande che abbiamo: la vita.

Chiara Torciano