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Categoria: il seminario Visite: 966

Riproponiamo questo articolo, già pubblicato su "il Seminario" (n. 4/2014), perché lo riteniamo di stringente attualità e troppo importante per passare inosservato. Contiamo, inoltre, di poter innescare un piccolo dibattito, visto che il problema riguarda anche il nostro paese.

Spazio

A causa del sostanziale fallimento della cosiddetta "Primavera Araba", una serie di rivoluzioni che hanno interessato i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente e che, nonostante le grandi aspettative, non hanno portato benessere e democrazia a queste regioni, sempre di più le persone che quasi ogni giorno partono dalle coste della Libia e della Tunisia. Oltre ai profughi provenienti dalla Siria e dai paesi del Maghreb, ci sono anche i ...

... Nigeriani, Ivoriani e tanti altri provenienti dai paesi dell'Africa Sub-sahariana che, a causa dei conflitti interreligiosi e della povertà, cercano una nuova vita in Europa.

Manifestazione di migranti

La situazione politica instabile di Libia e Tunisia, in special modo, favorisce i trafficanti di uomini che caricano fino all'inverosimile barconi a mala pena galleggianti. Questo è un grande business per la criminalità organizzata di quei luoghi, ma soprattutto per quella italiana. Appena sbarcati, infatti, vengono condotti a lavorare in condizioni di schiavitù nelle coltivazioni di pomodori ed altri prodotti ortofrutticoli o assoldati direttamente dalla criminalità organizzata per lo spaccio di droga, la prostituzione edaltre attività tanto illecite quanto redditizie per i capi clan che controllano questo grande business. Gli sbarchi ci sono già da molto tempo, prima dello scoppio della "Primavera Araba", ma il suo fallimento ha permesso la crescita di questo fenomeno.

L'operazione Constant Vigilance della Marina Militare è stata attivata nel 2004 con una nave che incrociava le acque del Canale di Sicilia, ma non era sufficiente per il gran numero di barconi, in difficoltà in quelle acque. L'inadeguatezza di questa operazione ha causato numerose vittime, tra cui i 328 migranti dell'ormai famoso naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Il 18 Ottobre dello stesso anno, sull'onda dell'indignazione e dello sgomento prodotti da quella tragedia, è partita nell'ambito del progetto "Frontex", l'iniziativa europea per contrastare l'immigrazione clandestina, cioè l'operazione "Mare Nostrum", che ha impiegato oltre 800 uomini, elicotteri di diverso tipo, mezzi anfibi e navi sia della Marina Militare che della Guardia di Finanza, della Croce Rossa e dei Vigili del Fuoco,

La missione aveva una duplice funzione: pattugliare le coste, salvando le imbarcazioni in difficoltà, e contastare la criminalità organizzata che gestisce questi viaggi della speranza.
L'operazione ha salvato oltre 140.000 persone e ha permesso l'arresto di molti scafisti e trafficanti di uomini, tutto questo in un anno di attività. Essa era, inoltre, affiancata da altre iniziative europee, come "Hermes", che controllava le coste del Nord Africa, e "Aeneas", che si occupava del Mar Ionio. "Mare Nostrum" ha cessato di esistere nell'Ottobre del 2014, sostituita da "Triton", che è partita il 1° Novembre, dopo circa 2 settimane dalla fine di "Mare Nostrum" e sostituisce tutte le missioni "Frontex", tra cui anche "Aeneas" e "Hermes".
La nuova missione ha, però, solo i 2/3 dei fondi di "Mare Nostrum" e le navi impiegate hanno solo il compito di pattugliare le coste e non di salvare le imbarcazioni in pericolo. Il Governo ha assicurato che esse, comunque, continueranno a soccorrere le navi in difficoltà, ma poiché non possono allontanarsi molto dalle coste italiane, perché questo prevede la missione, è difficile che possano davvero salvare delle vite umane.

Operazione Mare Nostrum

All'operazione aderiscono solo Francia, Germania e Spagna, oltre all'Italia, e sembra quasi che al resto dei paesi europei non interessi il problema. Eppure, la maggior parte dei migranti che giungono in Italia si dirigono verso i paesi del Nord Europa, dove possono trovare più facilmente un lavoro.
Le coste del nostro Paese non sono solo le nostre frontiere, sono le frontiere dell'Europa e proprio quei Paesi che attraggono di più gli immigrati dovrebbero interessarsi al problema. Inoltre, l'inadeguatezza di "Triton" rischia di provocare altre stragi, come denuncia Nicolas J. Beger, direttore dell'ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee: "Mentre l'Europa rafforza le sue frontiere terrestri, le persone vengono spinte verso percorsi sempre più pericolosi attraverso il Mediterraneo centrale. Ora più che mai l'UE deve garantire meccanismi collettivi e globali di ricerca e di soccorso lungo la rotta marina più pericolosa del mondo".
Spesso ci viene presentata l'immigrazione come un'orda di barbari pronta a travolgerci, ma non è affatto così. Anche noi siamo stati emigranti e abbiamo portato ricchezza, energia nuova alle nazioni che ci hanno ospitato. Non sempre ci hanno accolto a braccia aperte, ma questo non ci autorizza a maltrattare coloro che scappano dalla guerra, dalla fame e dalla povertà. Il reato di immigrazione clandestina, introdotto dalla legge Bossi-Fini, è un'assurdità. Le carceri italiane si sono riempite di clandestini, lasciando fuori i veri delinquenti e provocando il problema del sovraffollamento delle carceri, che ci ha procurato anche una multa della Corte Europea per i diritti dell'uomo.

Quei pochi che, dopo essere sbarcati, decidono di restare in Italia vogliono lavorare e fanno i lavori più umili, quelli che noi italiani non vogliamo più fare. L'immigrazione porta ricchezza, perchè ringiovanisce la popolazione e aumenta il tasso di natalità, che in Italia è tra i più bassi del mondo. Dobbiamo solo imparare a gestirla, impedendo che ne tragga vantaggio la criminalità organizzata. Non possiamo farlo da soli, ci serve il sostegno dell'Europa, ma per chiederlo dobbiamo presentarci con dei risultati e non con l'odio xenofobo, che caratterizza gli slogan di alcuni partiti politici.

Quegli immigrati, che ora affogano nel Canale di Sicilia, sono uomini e donne come noi, molto simili ai nostri compaesani che partivano per l'America e l'Australia, senza un soldo in tasca, ma carichi di speranza. Senza "Mare Nostrum" moriranno molte persone, rischieremo una condanna da parte dell'Onu, ma soprattutto perderemo la nostra identità di nazione che è sempre stata pronta ad accogliere e mai a respingere.

Questo, più di ogni altro argomento, deve convincerci a fermare questo genocidio e a costruire un Paese nuovo, moderno e civile.

Da molto tempo si moltiplicano anche nel nostro piccolo centro dicerie infamanti sugli ospiti del centro di accoglienza, notizie senza alcun riscontro, diffuse per calunniare e creare odio. Questo è inaccettabile! Non è un comportamento da persone civili, prima che da cristiani, dare credito o peggio a diffondere voci di questo tipo. Il cambiamento di questo paese deve cominciare da noi stessi, anche se siamo solo un puntino sulla carta geografica possiamo fare molto.

Michele Ambrogio Lanza