L'Episcopio (da Ovest)
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Una statua del maestro Pompeo Vallario

Qualche tempo fa vedemmo, su un altro sito dedicato al nostro paese, delle foto che ritraevano una statua di Madonna attribuita al nostro compaesano Pompeo Vallario, noto per la sua famosa "precisione" nell’eseguire magnifiche opere in pietra, soprattutto in tema di mausolei, di portali e ...

A
RICORDO IMPERITURO
DELL'INCORONAZIONE
DELLA MADONNA
DI
CAPODIGIANO

IL PARROCO
FELICE DATTERO
E
I FEDELI
INNALZARONO
2 LUGLIO 1947

Dedica della statua della Madonna delle Grazie a Capodigiano

... di altri bellissimi lavori in pietra. Purtroppo però null’altro veniva specificato sulla scultura e ciò ci lasciò interdetti e, nel contempo, incuriositi.

Non fu difficile, tuttavia, venire a conoscenza che la statua si trovasse ubicata a lato della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Muro Lucano, precisamente in località Capodigiano.

Pochi giorni fa ci è capitato di doverci recare a Muro Lucano, proprio in località Capodigiano, nei pressi della Chiesa di Santa Maria delle Grazie che, dal 1992, è stata elevata a Santuario Diocesano e che si fa risalire all’XI-XII secolo, opera del maestro Sarolo di Muro, ricostruita su una villa romana di età imperiale. Essa è molto semplice nella sua conformazione, ma evidenzia degli elementi di ornamento particolarmente interessanti.

Firma di Pompeo Vallario a lato della statua della Madonna delle Grazie a Capodigiano

Ci riferiamo a tre leoni, probabilmente provenienti da un corredo funerario e un’ara circolare con festone e bucranio (motivo architettonico dello stile dorico che riproduce un cranio di bue) di età imperiale romana oltre, naturalmente, alla statua della Madonna delle Grazie scolpita da Pompeo Vallario di Sant’Andrea di Conza, come si evince da una scritta sulla faccia sinistra del basamento, sul quale è collocata, e che riporta sul fronte dello stesso basamento la seguente iscrizione:

Si chiariva così, finalmente, non solo la circostanza per la quale era stata realizzata ma anche la data e la committenza.

Non è inutile aggiungere qualche ulteriore nota sulla Chiesa e quindi sulla statua.

La Chiesa

La chiesa della Madonna delle Grazie a Capodigiano

La Chiesa di S. Maria delle Grazie, ubicata nella piazzetta della frazione di Capodigiano, sorta intorno al tempio, rappresenta, per la suo rilevanza storico-architettonica, l’elemento determinante di qualificazione storico ambientale del sito.

La costruzione dell’attuale edificio risale al XVI secolo come ci attesta la datazione degli affreschi rinvenuti durante i recenti lavori di restauro. Sorta sui ruderi di una fornace romana anch'essa di recente ritrovata, la chiesa utilizzò la parete di facciata della preesistente chiesetta medioevale ora inglobata nella parete laterale destra della chiesa cinquecentesca. La chiesetta medioevale, di cui si ha notizia dalla Platea delle Rendite del Seminario della Mensa Vescovile di Muro Lucano compilata nel 1720, fu opera del maestro Sarolo. Scalpellino di Muro Lucano [sec. XII- XIII] come attestato dall’epigrafe latina ora posta sulla parete absidale che porta la seguente iscrizione:"Hoc Opus egrege positum doctus Saeralus egiti”.

Nel 1947 fu ristrutturata la facciata realizzando le decorazioni in stile costituite da una scansione tripartita a lesene e da archetti pensili di coronamento del timpano.

L’evento sismico del 23.11.80 ha prodotto notevoli danni a tutte le strutture del sacro edificio interessate anche da parziali crolli.

In particolare il crollo ha interessato l’intera copertura della navata laterale destra, nonché tutta la terza cella campanaria.

È stato ripristinato, attraverso la ricostruzione delle parti mancanti, l'originario impianto planovolumetrico della chiesa duecentesca. La riproposizione di una copertura a due falde della stessa con struttura lignea a vista e con trattamento differenziato della faccia interna della parete laterale destra della chiesa attuale, ha reso la lettura dell’impianto preesistente e della successiva fase cinquecentesca.

Si è altresì optato per la non ricostruzione del campanile che, in parte crollato a seguito del sisma del novembre 1980, fu realizzato in epoca moderna nell’anno 1937.

Sul prospetto principale della chiesa, liberato dagli impropri archetti pensili “in stile” giustapposti nel “restauro” del 1947, è stato riproposto il campaniletto a vela ricostruito nelle forme originarie desunte dalla documentazione fotografica risalente al 1927.

[Tratto dal pannello esplicativo disposto nella Chiesa]

L’oggetto venerato per il culto è una statua lignea che rappresenta la Madonna seduta in posizione rigidamente frontale, il braccio sinistro è alzato e proteso in avanti a sorreggere il globo con la croce mentre il braccio destro sostiene il Bambino nudo, seduto sul ginocchio. Nonostante i numerosi interventi, la statua denuncia una iconografia tardo medievale che induce ad una datazione a cavallo tra i secoli XIV e XV.

[Da: La Madonna di Muro Lucano
di Sonia Gammone
http://inarte-blog.blogspot.com/2012/01/]

Da non trascurare che, come vuole la tradizione, questa Chiesa fu resa illustre "dalla viva pietà e dalle visioni mistiche di San Gerardo Maiella, che la frequentava abitualmente per pregare.

La statua

Alla luce della precedente descrizione si può ritenere che lo stile di quella in pietra realizzata dal maestro Vallario, apparentemente non raffinata e non ben definita nei lineamenti, sia ispirato alla statua lignea presente nella Chiesa ma anche alle opere del maestro Sarolo.

Questi si può ritenere …

... lo scultore più importante ed influente della Basilicata tra il dodicesimo ed il tredicesimo secolo: a lui si rifanno anche i contemporanei Mele da Stigliano, che si forma nella sua bottega e Melchiorre da Montalbano.

Cattedrale di Rapolla, Caduta di Adamo ed Eva, bassorilievo. [Dal sito web: http://www.basileleusonline.it/sarolo-da-muro]

Le sue opere sono caratterizzate da una visione frontale ravvicinata, come se la figura, bloccata nell’atto di emergere, fosse ricacciata nella pietra stessa. La bizzarria di certi passaggi, che si nota nelle sue opere presenti nella Cattedrale di Rapolla e nella chiesa di S. Maria di Pierno, fanno supporre una formazione che risente del contatto con le maestranze abruzzesi impegnate a Siponto (località nei pressi di Manfredonia). Tra la fine del 1100 e gli inizi del 1200 egli soggiorna, infatti, per un certo periodo in Puglia.

Tale esperienza lo porta ad accentuare la componente grottesca della sue linee scultoree. Ciò si evince dalle opere realizzate al suo ritorno in Basilicata: queste sono infatti pervase di un cupo pessimismo di tipo medievale, che segnerà il suo percorso artistico successivo.

[Dal sito web: http://www.basileleusonline.it/sarolo-da-muro]

Le fattezze del volto, la pettinatura e lo stesso atteggiamento fissati nella statua del Maestro Vallario richiamano sensibilmente quelli della statua antica.

La statua della Madonna delle Grazie a Capodigiano
La statua della Madonna delle Grazie a Capodigiano

Le differenze più importanti riguardano la postura della Madonna, che qui è in piedi, mentre il Sacro Bambino è vestito. E ciò appare giustificato dal fatto che si volesse fornire il massimo slancio in altezza all’opera, esterna alla Chiesa.

Le finiture e le linee che caratterizzano la statua si possono invece ritenere ispirate proprio alla visione caratteristica delle opere del Sarolo e quindi volutamente di stile medievale.

In definitiva un’autentica opera d’arte, non ben conosciuta, neppure a Muro Lucano, realizzata dal maestro Pompeo Vallario, un autore che alcuni ritengono ignoto, quantunque avesse firmato il suo lavoro, ma ai santandreani ben noto anche grazie allo studio che ne ha fatto l’amico architetto Tiberio Luciani e ampiamente illustrato tra queste pagine.

I leoni in pietra

Il leone in pietra posto a destra dell'ingresso della Chiesa della Madonna delle Grazie a Capodigiano

Almeno un cenno meritano infine i leoni in pietra e l'ara circolare posti all'ingresso e al lato destro della Chiesa.

Due dei tre leoni sono posizionati ai lati dell'ingresso principale della Chiesa mentre l'altro e l'ara si trovano sul lato destro della stessa. È molto probabile che provenissero da un monumento funerario di epoca imperiale romana e fossero stati riadattati e sistemati intorno alla primitiva Chiesa. Ciò che è interessante è che almeno uno dei tre leoni (precisamente quello a destra dell'ingresso) è abbastanza simile al leone posto nella nostra Piazza Umberto I, a guardia della Fontana pubblica. A parte la somiglianza, l'ubicazione dei leoni ci fa ipotizzare che anche il nostro leone possa essere stato sistemato dov'è attualmente solo in epoca recente e che, anch'esso proveniente da qualche antica tomba, possa essere stato riutilizzato nei pressi di qualche Chiesa (di quella Matrice o del Campanile, come qualcuno ipotizza?) e quindi definitivamente sistemato in Piazza.


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(Rosario Cignarella)
Prima pubblicazione: 19 febbraio 1999

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