L'Episcopio (da Ovest)
Nuovi contenuti sul nuovo sito dedicato a Sant'Andrea di Conza +++ I video della Settimana Santa a Sant'Andrea di Conza +++ Buoni spesa e altre iniziative del Comune di Sant'Andrea di Conza +++ Importante direttiva dell'Arcivescovo (anche sulla celebrazione delle messe) +++ Pubblicato dalla Pro Loco Terra di Sant'Andrea e dall'Associazione "Lu faucione" il calendario del 2020 "La via dell'acqua". Si può acquistare presso la libreria "Tuttolibri" e presso l'edicola "Da Pino". +++ Inserita la nuova sezione di Archeologia con un importante articolo di A. Pugliese e S. Braito +++ Avete votato per chi vi è piaciuto ma ricordate che potreste pentirvi della vostra scelta! +++ Aggiunte altre bellissime foto riprese da Rossana +++ Inserita una nuova galleria di bellissime immagini, concesse dall'amico Gianfranco Vitolo: da non perdere +++ Anche quest'anno si è rinnovata la tradizione de li fuoche de Sand'Anduone. +++ Inserita nel "menu" anche una pagina di suggerimenti per la navigazione. +++ Vedi il Calendario Eventi. In continuo aggiornamento per tutte le manifestazioni previste. +++ La ragazza di Vizzini - Una storia a due cuori (Il nuovo libro di Emanuela Sica e Michele Vespasiano - Delta Tre Edizioni) +++ Cerchi casa in affitto a Sant'Andrea di Conza? Guarda queste! +++ Interessante incontro su "Urbanizzazione inclusiva: Il modello Monteverde", sabato 19 maggio 2018, ore 18,30 presso la Società Operaia di Sant'Andrea di Conza, +++ Importante evento per la comunità santandreana. Il 25 febbraio 2018 è stato presentato il LIBER IURIUM di Sant'Andrea di Conza nella sala dell'ex Fornace +++ La Pro Loco “Terra di Sant‘Andrea” ringrazia tutti per la partecipazione a RU FUOCHE DE SAND’ANDUONE (17 gen 2020 - Piazza Umberto I) +++ Panta rei. Tu dove vai? Alessio Antonello feat Luigi Bellino ... +++ Restituito alla proprietaria l'orecchino smarrito. +++ Occhio al riquadro degli ultimi inserimenti: non tutti sono in primo piano. +++ Eccezionale video del maestro Luigi Bellino su You Tube +++ ... nonostante tutte le nostre scoperte scientifiche e invenzioni tecnologiche ... esistono limiti alla nostra capacità collettiva di garantire il nostro futuro ... [Zygmunt Bauman (L'Espresso, n. 45/2016)] +++ ... non odiare nulla eccetto l'odio ... (It's alright, Ma ...) * Robert Allen Zimmerman (Bob Dylan) +++ Inserita la pagina del pro Vicario Giorgio tra quelle dei santandreani ... da ricordare +++ Sono graditi commenti e segnalazioni +++ email: [email protected]

Michele Mariano Iannicelli

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Michele Mariano Iannicelli

Nota biografica di Michele Mariano Iannicelli(1)
(Sant'Andrea di Conza, AV, 1954-2012)

Docente di Lettere classiche presso i Licei della provincia di Potenza e di Avellino. Dal 1990 ha insegnato presso il Liceo "F. De Sanctis" di Sant'Angelo dei ...

Luigi Abbruzzese: scienziato e ...

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... scrittore

Articolo tratto da il Seminario n. 2/2011

Nato a Sant’Andrea di Conza (AV) nel 1933, secondogenito dei magnifici sei figli del dottore Pasquale Abbruzzese, già dal periodo dell’asilo infantile si dimostrò un bambino cosiddetto bravo. Gli anni delle scuole elementari e delle scuole medie lo qualificarono intelligente e ...

Francesco Pallante

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Francesco Pallante

(schizzo biografico)

 
1877 Nasce il 7 aprile a Sant'Andrea di Conza da padre cantoniere statale e da madre casalinga - ricamatrice.
1882 Inizia le scuole elementari e prosegue fino alla quarta classe.
1887 A 10 anni viene mandato a Pescopagano (Potenza) per imparare il mestiere di falegname presso la bottega artigiana di parenti.
1892 Quindicenne, affronta Napoli per perfezionarsi intagliatore - ebanista. Si distingue e diviene "capo" del laboratorio con 20 operai.
1895 Ritorna a Sant'Andrea e comincia a lavorare in proprio: molte commissioni e pochi vantaggi economici.
1898 Espatrio interno: S. Paolo di Civitate e S. Severo, in provincia di Foggia. Poca fortuna col lavoro, molta ... in amore: sposa la sanseverese "cara e buona Saveria, l'unico ma splendido fiore sbocciato sull'aspro cammino della sua giovinezza" (Cfr. F. Pallante, Autobiografia, Napoli, 1949, p. 30).
1902 Parte per l'America con la consorte. Incomincia a lavorare come facchino nella stazione ferroviaria di Long Island. Altri mestieri per sbarcare il lunario. Decide di andare a lavorare dove si fabbricano casse da morto. Frequenta una scuola per imparare la lingua inglese. Anche la moglie lavora, e guadagna. Primi risparmi. Un incendio distrugge la fabbrica: di nuovo senza lavoro. Acquista una casetta ad Astoria, vicino New York, e vi si trasferisce, impiantando una fabbrichetta "casareccia" per casse da morto, che di notte cerca di vendere.
1918 Anche in America, come in Europa, la febbre spagnola miete vittime incalcolabili. E' una ... fortuna, per lui: vende alcune migliaia di casse nel giro di due settimane ed acquista un palazzo.
1919 Acquista ancora un altro palazzo, e poi altri tre.
1922 Costruisce, contemporaneamente, cinque palazzi e si fabbrica la sua abitazione con una fattoria di quattro piani.
1926 I finanzieri di Astoria lo invitano a far parte della THE LONG ISLAND NATIONAL BANK e lo nominano Vice Presidente.
Torna in Italia e dona al paese natio una ricchissima biblioteca, per dare ai suoi "compaesani desiderosi di apprendere il mezzo per procurarsi quel preziosissimo strumento di lotta e di vittoria che è l'istruzione" (cfr. op. c., pag. 38).
1926 Ritorna in America in settembre e "firma" sui biglietti da 10 e 20 dollari emessi dalla Banca di cui è Vice Presidente.
1927 Con un gruppo di uomini d'affari italiani costituisce la "CAMERA DI COMMERCIO" di QUEENS e, plebiscitariamente, è eletto Presidente. Riattraversa l'Atlantico per visitare le principali capitali d'Europa con le figlie Lina e Aurora e la "cara Saveria".
A Roma, il 25 luglio 1927, Benito Mussolini lo riceve in udienza e sulla foto-ricordo scrive: "A Francesco Pallante, grande e autentico self-made man". Anche il Ministro della P. I. Pietro Fedele lo riceve e gli dona un ritratto con dedica autografa.
1928 Lavora e dà lavoro. Si occupa di direzione di affari bancari.
1935 Viene a Montecatini per la cura delle acque e, a Firenze, è insignito della Commenda dell'ordine cavalleresco della S. Mercede.
1938 Non accetta l'invito della direzione del PARKWAY OSPITAL di New York, ospedale al quale dona, nel 1944, l'arredamento di gran lusso di un'intera sala. Il genero, giudice Mario Chiariello presiede la cerimonia dell'inaugurazione.
1949 La guerra è finita e vuole rivedere la sua martoriata Italia. A Sant'Andrea, paese del suo gran cuore, è munifico con Enti (Seminario, Asilo Infantile, Società Operaia, che lo nomina socio Onorario Insigne Benefattore) e con bisognosi ex-concittadini.
Sua Santità, Pio XII lo riceve in udienza particolare e s'interessa al racconto delle sue umili origini e dell'opera di misericordia di ... seppellire i morti.
L'on. Tupini, Ministro dei Lavori Pubblici, nel colloquio con l'"homo faber suae fortunae" ha parole di ammirazione e ascolta la "raccomandazione" per i lavori pubblici di S. Andrea di Conza.
1958 Ultima visita all'Italia. A S. Andrea è accolto trionfalmente per l'inaugurazione, alla presenza di tutte le Autorità della Provincia di Avellino, della nuova Sede Municipale, fatta costruire a sue spese e donata, col giardino antistante, al Comune, che gli esprime la gratitudine con la scoperta di un pregevole busto.
1962 Compianto per la sua operosità, per la sua tenacia, per la sua filantropia, Francesco Pallante chiude la sua intensa e fortunata giornata terrena in Astoria (USA) il 19-2, all'età di 85 anni, tutti spesi all'insegna della bella sentenza virgiliana: "Una fatica tenace supera tutte le difficoltà" (Labor omnia vincit improbus).
  Frank Pallante
Francesco Pallante

Michele Solimene

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Inaugurata (grazie anche a queste pagine?) una lapide dedicata a Michele Solimene}

Michele Solimene

Michele Solimene
Non nella pena, nel delitto è l'onta!
Michele Solimene: Litografia
al tempo del processo borbonico
(1850 - 1853)

Consigliere di Stato - Professore di Diritto Costituzionale e di Diritto Internazionale - Riformatore del Codice Albertino - Riformatore del Codice Penale Francese - Autore:

  • dell'Opera "Iustice e Liberté ou le Code des Nationnes"
  • del Corso Teorico di Diritto Costituzionale
  • della Riunione e Nuova Classificazione delle Scienze
  • degli Studi Filosofici sull'educazione delle donne
  • del progetto di una legge organica amministrativa adatta ad un Governo Costituzionale
  • del principio unico di tutte le scienze
  • dell'Observation sur le projet de reciprocité entre la Anglaterre, la France etc.

Fu rappresentante degli Scienziati, Letterati ed Artisti di Napoli al Congresso di Gand (Belgio)
Fu strenue difensore della famosa causa dei "zolfi di Sicilia" contro l'Inghilterra, e di quella ancor più grave con l'Olanda intorno al Tavoliere di Puglia.
Fu libero docente nella Università degli Studi di Napoli, etc. etc.

_______________
N. B. - Come compenso di tanti sudori il 16 aprile 1850 fu arrestato, ammanettato, affunato, come si vede, spogliato e tradotto in carcere dalla Polizia Borbonica, creando a pretesto "Misfatto di Cospirazione" la corrispondenza scientifica che il Solimene avea con Lamartine.
(Sabato Solimene suo pronipote e figlio adottivo
- dis. e scr. il XXVI novembre MCMXXVII -)

NOTE BIOGRAFICHE(1)

La Famiglia - Il Paese

Michele Solimene nacque a Sant'Andrea di Conza il 10 febbraio 1795, dall'avvocato Antonio e dalla gentildonna Felicia Ianniciello, entrambi di origine santandreana e di famiglie che, nell'ambito paesano, godevano di prestigio sociale ed economico.
Al tempo della nascita di Michele, primogenito di dieci figli, la famiglia Solimene, un ramo della omonima casata di Avellino e dintorni, era bene situata nel tessuto di vita del piccolo paese dell'entroterra del Regno, posto ad egual distanza da Potenza, da Salerno e da Avellino.
I Solimene in Sant'Andrea di Conza possedevano, nel centro e dirimpetto alla chiesa parrocchiale del paese, la casa-palazzo, e, sparsi nell'abitato, altri immobili urbani, per comodità di famiglia o dati in affitto. Circa duecento moggia di terra, con comode e vistose case coloniche ed una cospicua industria armentizia, fruttavano una entrata da permettere di vivere di rendita e da nobili.
[....]
Michele nasceva, dunque, in una famiglia ricca e di prestigio, che a Sant'Andrea aveva posto le radici da un paio di secoli, e che si era ormai piazzata bene, anche in virtù della professione di legali, che la caratterizzava per tradizione familiare e che egli dovrà esaltare al massimo, come risulta dalla sua vita di eccellente avvocato e dalle molte opere giuridiche pubblicate.
Anche il paese natìo - Sant'Andrea di Conza - nel quale il Nostro veniva al mondo aveva un suo "privilegio": era la Sede degli Arcivescovi della Diocesi di Conza, composta da una ventina e più di paesi, sparsi nell'Alta Valle dell'Ofanto e nell'Alta Valle del Sele, che, col Seminario per seminaristi e convittori, calamitava gli interessi culturali e vocazionali al sacerdozio dei figli delle famiglie facoltose della regione "silaro-ofantina", per essere in quei tempi il Seminario l'unica struttura per gli studi teologici finalizzati alla missione sacerdotale o per gli studi preuniversitari.
Unica testimonianza indiretta di ricordo del paese natìo Michele Solimene l'ha lasciata nei versi, .... , nei quali egli storicizzava eventi e personaggi del passato storico e della sua epoca, nella speranza che l'Arcidiocesi di Conza - e per essa Sant'Andrea che ne ospitava la sede ed il Seminario - continuasse ad essere faro di civiltà, di scienza e di fede cristiana, come meritoriamente lo era stato fin dal tramonto del "tempo degli dèi falsi e bugiardi".
E' da evidenziare, infine, che Michele Solimene nasceva in anni turbinosi a livello "nazionale" ed internazionale - la Rivoluzione partenopea del 1799 a Napoli e la Rivoluzione Francese in pieno corso - ed a livello locale. Sant'Andrea, che fin dall'anno 1161 era stato tenuto in feudo dalla Mensa Arcivescovile di Conza, nell'anno 1791 passava al regio demanio. Gli arcivescovi-feudatari finivano così di essere i baroni-padroni dei Santandreani.
L'eversione della feudalità, che nel Regno di Napoli si realizzerà con l'avvento dei Napoleonidi (1806-1815), a Sant'Andrea si compiva una quindicina di anni prima, e certamente non per miracolo gratuito, come ingenuamente è stato ritenuto e scritto.
Lo spirito di liberazione dalle angherie feudali dei Santandreani, con la "rinunzia" del feudo da parte dell'Arcivescovo conzano Ignazio Andrea Sambiase nell'anno citato, aveva ragione e sanzione politica-amministrativa. Dalla sala del Tribunale ecclesiastico e dai cartigli degli stemmi arcivescovili cadeva, con quell'atto, l'imperiosa scritta: "Ecce duo gladii" (Ecco due spade): il bastone pastorale e la spada vera e propria incrociati ed indicanti la commistione delle giurisdizioni spirituale e temporale.
Nel crogiuolo di tutti questi elementi, familiari, ambientali e storici nasceva e cresceva Michele Solimene. Erano tutti fatti che il "piccolo Michele", per virtù nativa e per condizione sociale, non poteva non registrare e non rimanerne "segnato". Altre circostanze ancora varranno a farci individuare i germi di quella che fu la sua personalità di uomo, di cittadino, di professionista e di partecipe appassionato agli avvenimenti del secolo.

Dall'Infanzia alla Laurea

Aveva quattro anni "Don Michelino" quando, in casa, sentì parlare di lazzaroni e di giacobini, che a Napoli, e per il Regno, si facevano la lotta, com'egli si misurava, per giuoco, con i suoi coetanei, sulla piazzetta del paese (oggi targata "Largo Solimene").
Quel bambino, che fin dalla prima infanzia dovette essere di mente sveglia, durante le feste natalizie dell'anno 1798-99 venne a conoscere quel che accadeva a Napoli e che interessava direttamente la sua famiglia.
"Quello poi che è accaduto al basso Napoli non è da potersi credere, né descrivere. Basti dire che si è veduta una guerra viva nel centro della città. Il popolo che si era armato crebbe in furore allo avvicinamento delle due colonne francesi .... Saliva (il popolo) - scrive il De Nicola - per le case commettendo ricatti, minacciando e commettendo incendi, a quelle case ove diceva esservi de "Giacobini, così dal popolo chiamati i partigiani de' francesi. La casa di Solimene alla salita degli Studi, fu data in preda alle fiamme, e la notte fu saccheggiato il monastero di San Gaudioso ...".
Il diarista data l'accaduto di cui innanzi al 22 dicembre 1798. Alla "salita degli Studi" (tra piazza S. Domenico Maggiore e via dei Tribunali) aveva la casa-studio l'avvocato Solimene, padre di Michele.
Nel mese di marzo del 1799 il "piccolo Michele" dovette vivere tutte le apprensioni della sua famiglia per lo scampato pericolo di assassinio dello zio Domenico Solimene, sposato a Ruvo (Potenza) con una nobile Cudone, e riparato a Pescopagano, vicino Sant'Andrea, per sfuggire alle rappresaglie della banda del ruvese ladro e brigante Donato Antonio Caputo.
"A dì 27 maggio (1799), giorno di lunedì, morì il celebre medico D. Giuseppe Antonio Vallario, nella sua vigna a Sancinito (ad un Km da Sant'Andrea), ucciso da due pastori, uno chiamato Pasquale Mauriello (Vuozzo per soprannome), e l'altro Michele Gaudiosi. Uccisero pure nello stesso giorno Michelangelo Bellino muratore. La morte del Vallario dispiacque a tutti perché ottimo medico".
Molta rabbia in anticipo sull'età, dovettero i fatti narrati suscitare nell'animo innocente di chi sarà poi, adulto, nemico dichiarato di ogni forma anarchica di riscatto civile e politico, e di ogni chiusura preconcetta al diritto di tutti alla libertà emancipatrice.
[....]
Stabilitisi i Francesi sul trono di Napoli (1806), il padre di Michele, per eccesso di fiducia nella politica eversiva della feudalità, deviò arbitrariamente il corso delle acque irrigue con diritti baronal-arcivescovili, per irrigare i propri fondi e per venderle a terzi. La curia Conzana lo fece desistere dalla baldanza anticlericale, allora di moda, facendolo condannare ai danni ed al ripristino delle opere conduttrici dell'acque manomesse.
Non furono certamente ignote al nostro "giacobino in erba" le "prodezze" sanfediste del compaesano Pasquale Mauriello detto "Vuozzo", che, nei primi anni del "decennio francese", scorrazzò con la sua banda dall'Irpinia alla Lucania e nelle Calabrie, riuscendo talvolta a dare scacco alle truppe impegnare nella repressione del brigantaggio, e rendendo tristemente noti il suo nome e le contrade della sua terra d'origine [....]
Completati gli studi inferiori , in famiglia e nel locale Seminario, Michele Solimene raggiunse Napoli per potersi addottorare in legge.
Se si considera la preparazione raggiunta e dimostrata fin dai primi concorsi, di cui egli stesso c'informa, a Napoli dovette avere buoni maestri a livello universitario, e forse anche a livello privato, dal momento che la famiglia aveva tutte le risorse per pagare.
Di quello che Michele Solimene fu e fece, da quando ebbe la fronte cinta dall'"amato alloro" alla morte, egli stesso, con alcuni suoi scritti(2), [....] , ci dà ampie notizie e spiegazioni [....]
Fu socio e corrispondente della Società Economica di Principato Ultra e necessariamente, perciò, in contatto coi migliori uomini che ne formavano il sodalizio culturale-scientifico.
Se fu mandato come commissario governativo a Casamicciola, nell'isola d'Ischia, significa che era tenuto in alta considerazione nel Ministero a Napoli, anche se solo per sfruttarne le sue capacità di uomo di legge e di onesto e saggio amministratore.
Pure se con scarsi risultati - viveva a Napoli, lontano dal collegio di volta in volta assegnatogli - fu candidato al parlamento napoletano, nel 1848, e, dopo il Plebiscito, al primo parlamento generale del Regno d'Italia, con le elezioni che si svolsero il 27 gennaio 1861.
[....]
Michele Solimene morì a Napoli il 4 maggio 1864. Sulla sua tomba si poteva scrivere:

"SEPPE L'ONESTO PREPORRE A L'UTILE
E AD ALTA FRONTE VIA DEI COLPEVOLI
I DONI RESPINSE ED INVITTO
L'ARMI OPPOSE AD OSTANTI CATERVE"(3)


(1) Tratte da: Michele Solimene, "SCRITTI", a cura di Pompeo Russoniello - EDIZIONE DEL COMUNE DI SANT'ANDREA DI CONZA
(2) Tra gli altri: PROGETTO DI COSTITUZIONE per il Regno delle Due Sicilie (1848). Una esauriente raccolta è riportata nell'opera citata.
(3) Orazio, Libro IV, Ode IX, vv. 41 - 44. Traduzione di U. Moricca.


INAUGURATA UNA LAPIDE IN MEMORIA DI MICHELE SOLIMENE

Cerimonia per l'inaugurazione della lapide a Michele Solimene

(Marzo 2000) - Finalmente il nostro paese è riuscito a dare un giusto riconoscimento a Michele SOLIMENE, uno dei personaggi più insigni che in esso siano nati!
Forse è accaduto anche grazie a queste pagine, che hanno favorito la venuta a S. Andrea di due discendenti del Solimene, attualmente residenti nell'Oregon (U.S.A.).
Cercando su Internet notizie del paese in cui erano nati i loro antenati e, "sfogliando" queste pagine, il signor Robert e sua sorella Lorraine hanno trovato quella dedicata all'illustre giurista e si sono subito messo in contatto con il curatore del sito, concordando la data del loro arrivo a S. Andrea, al solo scopo di essere guidati nella visita del paese.
Nel frattempo, per una serie di circostanze favorevoli, si e' riusciti ad organizzare una cerimonia per la sistemazione e l'inaugurazione della lapide dedicata al Solimene, gia' da tempo voluta da Pompeo Russoniello (autore di un libro dedicato all'illustre giurista con alcuni stralci delle sue opere) e fatta predisporre dalla Societa' Operaia di Mutuo Soccorso.

Lapide a Michele Solimene

Arrivati a S. Andrea il giorno 22 marzo 2000, i due discendenti del Solimene (ignari dei preparativi) sono stati i protagonisti, non senza sorpresa e con grande emozione, di una significativa cerimonia, tenutasi nei locali della Scuola Media di S. Andrea di Conza, al termine della quale hanno scoperto la lapide in ricordo dell'illustre giurista, disposta in corrispondenza dell'ingresso principale della Scuola, già intestata allo stesso Solimene.

Durante la cerimonia il Sindaco, il Preside della Scuola e il Presidente della Società Operaia, hanno ricordato la sua vita e le sue opere. Alla cerimonia hanno partecipato gli alunni della Scuola, una rappresentanza della Società Operaia di Mutuo Soccorso ed i cittadini più sensibili di S. Andrea.


Luigi Limongelli

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Luigi Limongelli

NOTE BIOGRAFICHE(1)

Fra i personaggi importanti del nostro paese un posto di rilievo merita Luigi Limongelli, scrittore, giornalista, e poeta di grande pregio. Nacque a S. Angelo dei Lombardi il 17/1/1888, ma a S. Andrea di Conza, che fu il suo paese di adozione, visse la prima parte della sua vita. Suo padre era di S. Andrea di Conza e qui segui gli studi fino al conseguimento della maturità classica presso il Seminario Metropolitano. Fu un alunno modello e si distinse per diligenza e per spigliatezza espressiva.
Anche se S. Andrea non gli diede i natali, tuttavia egli lo amò profondamente e, come ha dimostrato nelle sue opere, "lo preferisce ad ogni altro contado, forse perché quella gente unita, laboriosa, fine, anche se ha le mani callose e il viso bruciato dal sole, gli fu maestra di affetti, maestra d'amore, maestra di fraternità, maestra di vita".
[...]
La vita del Limongelli fu molto movimentata e amareggiata da dolori.
Partì volontario per la guerra del 1915-18 insieme ai suoi fratelli Gerardo e Umberto: questi ultimi non fecero più ritorno. Alla memoria di Umberto dedicò il suo primo scritto.
Finita la 1a Guerra Mondiale, rientrò a S. Andrea di Conza, dove prese parte, con successo, alla vita politico-amministrativa: fu eletto Sindaco e ricoprì questa carica dal 1920 al 1923.
S. Andrea, pur ricco di tanti affetti per il Nostro, non seppe trattenerlo. Si trasferì a Bologna, dove intraprese la carriera giornalistica. Sono di questo periodo le bellissime liriche che compongono la raccolta "L’Adriaco Mare" e il dramma "Enrichetta Castiglione". Da Bologna si trasferì a Roma, dove, per circa trenta anni, lavorò per il giornale "Il Popolo di Roma". Viaggiò moltissimo e toccò sia le terre d’Europa che quelle d’oltre oceano, "quasi alla ricerca di sempre nuove esperienze che placassero la sua sete di sapere e di conoscenza degli uomini", come disse di lui il giornale "La Provincia di Como".
Al periodo romano risale la maggior parte delle sue opere, fra cui ricordiamo: "L ‘Italia vincerà" (una raccolta di conferenze); "Capelli Neri" (novelle); "Pulcinella di paese"; "Fragile Umanità" (novelle); "Filippo Strozzi"; "Pezzenti allegri"; "La Moglie" (romanzo); "Giusto de’ Conti"; "Foglie cadute" (rime); ‘‘L’anima mia" (romanzo) ed infine "Il mio destino".
Sono tutte opere di notevole valore, ma il capolavoro è, senza dubbio, "Pulcinella di paese", che per i pregi letterari ebbe infinite lodi di critici, di lettori e di stampa, compresa quella estera.
Il romanzo ha come protagonista un paese, S. Andrea di Conza, da lui definito "un nido di usignolo, terra d’incanto che ha generato uomini di eccezione in ogni campo del sapere, dell‘affettività, della capacità nelle officine e nei commerci, nella pastorizia, nei campi e in ogni altra attività sociale".
Limongelli ha preso i suoi personaggi dal nulla, dalle più modeste abitazioni, ma questa gente umile seppe vivere e lavorare con distinzione ed ebbe un grande cuore, capace di durissime imprese.
Riportiamo il giudizio che il critico letterario Manlio Miserocchi diede dello scrittore sulla "Gazzetta del Libro":
"Non credo al regionalismo, al separatismo, al testo dialettale, alla letteratura di provincia, deleteri per il fronte unico di un paese nei suoi valori politici, culturali, artistici, ma debbo darmi torto dopo aver letto "Pulcinella di paese" del Limongelli. Son 504 pagine robuste, raccolte dall‘Editore Cappelli, all‘insegna di quella maschera napoletana del Pulcinella che piange e che ride, depositario di tutti i personaggi evocati nel libro, di cui egli sembra l’annunciatore, come nel prologo dei Pagliacci ... Limongelli ha saputo rispolverare cose e persone dell’Irpinia, come se di personaggi e ambiente scoprisse ogni volta annotazioni prese a margine di antichi registri e, nel riproporli, rispettasse gli atteggiamenti e il costume della loro cornice.
E’ con tale dignità che, ad un tratto, tu avverti che l’autore sia venuto in tessendo un grande arazzo dove nessuno è eroe; la terra irpina è protagonista...., il Limongelli riafferma la storicità rituale in cui permangono le memorie antiche
".
[...]
Tutte le opere del Limongelli sono scritte con un linguaggio limpido, scorrevole, preciso, che rende la narrazione piacevole ed interessante. Oltre alle poesie che compongono "L’Adriaco Mare", ne scrisse altre bellissime nelle quali è magnificato l’attaccamento al suo paese, alla sua gente, alle sue virtù. Da queste poesie traspare un certo rimpianto del poeta per il passato in cui rifulgeva la religione dell’onestà, del lavoro, della famiglia, della bontà e una grande tristezza nel constatare che nella società attuale a questi valori si sono sostituiti l’amore per il denaro, la corruzione e la violenza.
Egli si spense nella clinica "Moscati" in Roma il 6 agosto 1972.

Tania Bellino
Rosa Iannella
Classe 3^ A


(1) Tratte dal n. 1-2 (Anno II) de "la fonte" (periodico della Scuola Media "M. Solimene" di S. Andrea di Conza) - Anno scolastico 1977 - 1978.

Luigi Limongelli
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(Rosario Cignarella)
Prima pubblicazione: 19 febbraio 1999

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