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Categoria: Attualità Visite: 1058

... un giudice. Romanzo fantastico sulla corruzione.

Riceviamo, da Maria Antonietta Santorsola, e volentieri pubblichiamo.

Presso la Società Operaia, sabato 19 marzo – giornata della legalità – l’Associazione culturale “Michele Mariano Iannicelli” e l’Associazione “Io voglio restare in Irpinia” con il ...

Presentazione del libro 'Lettera a un giudice. Romanzo fantastico sulla corruzione'

... patrocinio dell’Amministrazione comunale di Sant’Andrea di Conza hanno presentato il romanzo “Lettera a un giudice. Romanzo fantastico sulla corruzione” di Paolo Saggese, professore poeta e critico letterario.

Dopo l’accoglienza e i saluti di Antonietta Scolamiero, presidente dell’Associazione “Michele Mariano Iannicelli”, a seguire quelli dell’Amministrazione comunale nella persona di Valeria Frino e dell’Associazione “Io voglio restare in Irpinia” nella persona di Francesco Iannicelli, il prof. Paolo Saggese ha illustrato il proprio romanzo in un dialogo con il prof. Alfonso Nannariello.

Il romanzo suddiviso in 33 capitoletti, ognuno dei quali è affidato ad una citazione di un grande del pensiero e della cultura che ne suggella l’incipit, parla di una vicenda che per alcuni suoi aspetti si colloca fuori della normalità, fatti misteriosi e inspiegabili ambientati nel mondo reale. Una situazione iniziale normale viene sconvolta da un fatto inaspettato, strano. Improvvisamente il protagonista, Candido – convinto di vivere in un mondo razionale, guidato da direttive morali rigorose – si trova in un mondo assurdo, paradossale. Un mondo completamente diverso che mette in conflitto i valori e le regole che lui stesso credeva, erroneamente, sempre valide. La difficoltà a interpretare razionalmente i fatti accaduti, lo stato di paure e incertezze che nasce da situazioni solo apparentemente normali gli portano alla mente l’aforisma di Corrado Alvaro: “la disperazione più grave che possa impadronirsi di una società il dubbio che vivere onestamente sia inutile!”.

Così Candido, dopo aver preso parte ad un concorso, un’occasione per ricevere una gratificazione dopo anni di studi e sperare di ottenere una progressione anche economica e di carriera, si accorge di essere finito in un mondo troppo lontano da quello che immaginava essere “il migliore dei mondi possibili”. Viene dichiarato inidoneo.

Il concorso si rivelerà, infatti, una grande presa in giro, dove a farne da padrone sarà la corruzione, un male troppo grande e radicato nelle Istituzioni del nostro Paese. Candido si accorge che la corruzione non è un atto isolato ma comune e quasi consuetudinario. Chi corrompe e chi è corrotto sono così abituati a tale comportamento fino al punto di considerarla come una prassi normale.

Un simile sistema tende ad isolare ed estromettere gli “onesti” perché questi non avendo niente da rischiare da eventuali indagini potrebbero danneggiare tutti gli altri coinvolgendo la magistratura.

Probitas laudatur et alget
(l’onestà è lodata, ma muore di freddo)

[Decimo Giunio Giovenale, Satire, I 74]

Candido è deluso, arrabbiato, mortificato, decide così di scrivere ad un giudice, un modo purificatorio e liberatorio per sfogare la sua frustrazione, la sua rabbia, il suo dolore ma soprattutto per raccontare l’accaduto.

E allora sarà lecito pure adesso – immagino – pregarvi […] di concentrare la vostra attenzione solo sul problema se dico cose giuste o meno. È questa infatti la virtù del giudice, e quella del retore sta nel dire la verità
[Socrate in Platone, Apologia di Socrate, 18a].

Una storia questa che ha del fantastico ma non della fantasia e del surreale. Una storia che costituisce il richiamo di tante altre storie, di tanti che – come Candido – credono ancora nei valori, come la giustizia, la meritocrazia, l’onestà, la trasparenza ma soprattutto credono che la Legalità è garanzia di libertà e giustizia.

Io sono un uomo libero, non uno schiavo
[Ursus in H. Sienkiewicz, Quo vadis?]

Credono che vivere la legalità è consapevolezza che non vi sono scorciatoie nella vita e che la via più breve ha sempre un prezzo alto che prima o poi dovrà essere pagato. Dove le leggi negano i diritti fondamentali all’uomo, lì non c’è legalità. Barattare diritti con favori non è vivere nella legalità che nella sua propria natura aiuta a sconfiggere l’individualismo, gli interessi di parte e l’indifferenza. Storia, infine, di tante persone che – come il protagonista – credono e rispondono a tutto questo:

Io continuo a fare il mio dovere e altre cose non mi distraggono
[Marco Aurelio, Ricordi].

Come finirà questa storia, lo sapremo nei due successivi libri in preparazione: il secondo in cui ci sarà il processo e il terzo che – come anticipato dal prof. Saggese – avrà un lieto fine.

La verità passa per tre gradini: prima viene derisa e ridicolizzata, poi viene ferocemente contrastata, infine viene accettata come palese ovvietà.
[Arthur Shopenhauer]

Buona lettura!

Maria Antonietta Santorsola