L'Episcopio (da Ovest)
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... No ai gender

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente, interessantissimo ed attuale articolo..

Non un’adunanza del mondo cattolico o di qualche movimento ecclesiale o associazione politica e neanche un Family Day, come riportato sulla maggior parte delle testate giornalistiche. Quella del 20 giugno è stata una manifestazione della maggioranza silenziosa di italiani. Protagonisti sono stati: mamme, papà, nonni e tanti bambini. Presenti anche esponenti della comunità ebraica e islamica che ...

No ai gender

... hanno dato la loro importante testimonianza.

Una manifestazione popolare, apartitica e aconfessionale che semplicemente è partita dalla richiesta di aiuto da parte di genitori allarmati per quanto sta già accadendo in alcune scuole.

Assenti le Istituzioni, ma come ha detto con forza l’avv. Gianfranco Amato “Voglio precisare una cosa, non è vero che oggi in questa Piazza non ci sono le Istituzioni, perché la nostra Costituzione (art.1) dice che la sovranità appartiene al popolo e oggi c’è il popolo, la prima Istituzione a cui tutti devono rispondere, anche i giudici che fanno le leggi in nome del popolo italiano”.

Siamo scesi in Piazza per dire NO A QUESTA TEORIA GENDER NELLE SCUOLE.

Cosa sta succedendo nelle scuole?

No ai gender

Come ha ben spiegato il prof. Massimo Gandolfini – promotore del Comitato “Difendiamo i nostri figli” – nelle scuole italiane sta accadendo che, attraverso dei programmi detti di “Educazione all’affettività e sessualità”, con lo scopo di eliminare il bullismo e la discriminazione dei generi, vengono introdotte delle visioni antropologiche e filosofiche che fanno riferimento alla cosiddetta Teoria dei generi o Ideologia di generi, che nasce negli anni 50-60 negli Stati Uniti e che poi è andata diffondendosi in tutta Europa fino ad arrivare in Italia. In Italia arriva soprattutto attraverso un documento europeo del 2010 “Standard per l’educazione sessuale in Europa”(1). Documento che viene percepito solo nel 2013 con un documento delle pari opportunità affidato a Lunar. E qui, sempre sotto il cappello valoriale su cui siamo tutti d’accordo alla lotta contro il bullismo e discriminazioni, viene propagata sostanzialmente la teoria dei gender che sinteticamente dice: “ L’identità sessuale maschio e femmina è un dato biologico ininfluente nella costruzione della personalità, perché quello che costruisce la personalità è un ambiente biografico della cultura e quindi come tale ci possono essere dei generi di appartenenza superiori a maschio e femmina: si arriva a 58 generi”.

Come afferma la bioeticista Chiara Lalli: si vuole destrutturare l’impronta biologica creando una “strana e inesistente creatura, metà fantasia, metà film dell’orrore”.

Se è vero che Papa Francesco ai giovani, che ha incontrato a Napoli, ha definito questa ideologia uno sbaglio della mente umana che crea tanta confusione e avvelena l’anima, noi non vogliamo che i nostri figli escano dalle scuole con la mente sbagliata, con tanta confusione e con l’anima avvelenata.

Oggi viviamo un momento pericoloso, una deriva totalitaria: si sta pretendendo di imporre questa follia per legge. Occorre rivendicare il diritto di priorità nell’educazione dei propri figli da parte dei genitori (art. 30 Costituzione e art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo) e opporsi ad ogni tentativo di sperimentazione educativa su bambini e giovani utilizzati come cavie da laboratorio in scuole, che ricordano sempre di più i campi di rieducazione e gli orrori della manipolazione educativa, delle dittature genocide del XX secolo, oggi sostituita dalla dittatura del pensiero unico.

E se qualcuno non avesse ben capito il 19 gennaio scorso, sempre il Papa, ha ribadito: questa dei gender è una colonizzazione ideologica paragonabile a quella che è accaduta nel regime nazional-socialista del 3° Reich. E quando il Papa parla di dittatura sa bene a cosa si riferisce. Di fronte alla dittatura, ieri come oggi, ci sono solo due modi di porsi: con la connivenza o con la resistenza.

Un modo di pensare che non appartiene alla cultura, alla civiltà del nostro popolo. È il frutto di tentativo di colonizzazione da parte di gruppi, di lobby che non hanno niente a che fare con il popolo.

Per questo l’avv. Amato ricordando un celebre discorso di Churchill che nel giugno del ’40 disse: “…Combatteremo nelle spiagge, nelle piazze, nelle strade…” – discorso drammaticamente attuale – parafrasando tale discorso invita a dire: “Anche noi combatteremo nelle scuole, nelle piazze, nei consigli d’Istituto, nelle aule giudiziarie, nelle cabine elettorali per difendere il sacrosanto diritto alla libertà dei nostri figli”.

E conclude con una citazione di don Luigi Giussani, a proposito del diritto della libertà all’educazione: “Il potere mondano vuole risucchiarci ma la nostra presenza deve fare la fatica di non lasciarsi invadere e questa deve avvenire attraverso un contrattacco, un contrattacco alla mentalità comune, un contrattacco alla teoria dominante, un contrattato all’ideologia del potere”.

Nel suo intervento anche l’Imam responsabile della Moschea di Centocelle, Samir Khaldi ha affermato: “anche la comunità islamica è contro questo progetto pericoloso per l’esistenza dell’umanità che vuole inquinare i cervelli dei nostri figli”.

Senza dimenticare la testimonianza di Yousef Al Mogharzy, referente di Ostia della “Comunità islamica italiana”, resa il giorno prima della manifestazione: “Noi musulmani crediamo al diritto della famiglia naturale basata sul matrimonio tra uomo e donna in quanto la famiglia è la base fondamentale della società. L’ideologia gender è una violazione di tutti i valori spirituali e morali perché è contro la natura innata su cui Dio ha creato tutti gli esseri umani. È un fenomeno disgustoso non può causare altro che la distruzione della società che l’adotta. L’Islam non è solo contro tale ideologia ma la condanna fortemente più dell’adulterio e delle relazioni extraconiugali. L’Islam conserva il valore dell’onore e la dignità umana e la legale discendenza fra l’uomo e la donna. Bisogna intervenire per salvare l’innocenza dei bambini, dei nostri cari figli da questa distorsione alla natura umana che Dio ha creato. Perché dobbiamo rinnegare il modo in cui Dio ha creato tutti gli esseri?” (cit. in Il Popolo di Dio è unito, capi locali delle Religioni a San Giovanni per dire NO al Gender, in Diario di Bordo La Ciurma, Roma 19 giugno 2015).

La vice presidente del Senato, V. Fedeli, firmataria del disegno di legge sull’educazione di genere nelle scuole, parla di grave ritardo dell’Italia su questi temi e invita ad imitare, a rincorrere gli altri Paesi, che sono avanti. Non è detto che tutto ciò che fa o dice l’Europa sia la traduzione della verità in termini politici. L’Europa fa delle cose buone ma fa anche delle cose pessime. Chissà perché l’Italia rincorre quelle pessime?

Di fronte a forme di traviamento della mentalità e della costruzione della personalità dei minori, come quella dei gender, l’Italia deve invece avere il coraggio di alzare la voce e dire NO AI GENDER.

Così Cirinnà in una risposta a Massimo Gandolfini afferma: i bambini vanno difesi sicuramente dal bullismo, dalla pedofilia, dal maltrattamento e non corrono alcun rischio se non quello di crescere in una società più inclusiva, che sa riconoscere il diverso come un valore ed accoglierlo.

Non basta già l’art. 3 della Costituzione ad evitare ogni discriminazione “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…”?
E ancora: “I bambini vanno difesi dai maltrattatori e dai pedofili non dalle leggi dello Stato”. ????

L’obiettivo presunto di tutto questo è affermare la libertà dell’uomo, la speranza di renderlo libero; l’effetto, invece, è forse quello di renderlo più solo, perché privo di legami, privo di punti di riferimento, e dunque non solo perduto a se stesso, ma anche più facilmente manipolabile e privarlo di quella ricchezza che tutti abbiamo ricevuto in dono: DIO CREÒ L’ESSERE UMANO A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA; A IMMAGINE DI DIO LI CREÒ, MASCHIO E FEMMINA LI CREÒ”.

Maria Antonietta Santorsola

nota


(1) Documento, facilmente consultabile su Internet, redatto da un organo politico e adottato come linee guida dell’OMS per l’educazione sessuale nelle scuole: - fascia 0-4 anni: masturbazione infantile precoce; - fascia 4-6 anni: amore verso persone dello stesso sesso; - fascia 6-9 anni: contraccezione, auto-stimolazione; - fascia 9-12 anni: libera scelta del partner, gravidanze indesiderate.


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(Rosario Cignarella)
Prima pubblicazione: 19 febbraio 1999

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